Una bella mostra ad Alba traccia con poche sapienti “pennellate” l’itinerario estetico-esistenziale che trasforma il Balla ancora naturalista in uno dei campioni della rivoluzione futurista.
Amazzoni, saltimbanchi, mutilati, inquietanti vestali, segmenti di DNA, stralci decorativi popolano le grandi tele di Burgert con un surplus visivo e cromatico che le rende molto attraenti e al tempo stesso faticose all’occhio.
Anche i dipinti possono essere apprezzati dal pubblico non vedente se opportunamente trasformati in bassorilievi. È quello che propone il Museo tattile Anteros di Bologna.