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Istruzione

Mi ha dato molto da pensare Claudio Giunta, quando spiega cosa ha spinto verso l’attuale modo di proporre la traccia d’italiano all’esame di Stato: “invitare gli studenti a scrivere quello che pensano di cose difficili come la letteratura o la democrazia o la pena di morte è un rischio, perché incoraggia il dilettantismo e la retorica dei pensierini: meglio glossare le opinioni di altri” (Il Sole 24Ore - 10.02.2013).
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La questione dell'identità sessuale si propone oggi con forza ed interroga la contemporaneità.
Qualche suggerimento per realizzare in classe, con gli allievi, un prodotto giornalistico. Perfino i grandi giornali stanno abbandonando la carta per il web. Per questo, anche se siete fortemente interessati al giornalismo scritto, usate il web come mezzo di diffusione del vostro prodotto.
Guardare un ragazzino giocare per ore al computer (o con Playstation, Nintendo DS o Wii, ma anche sul tablet o sullo smartphone) può lasciare perplesso o addirittura suscitare sentimenti di ostilità in un adulto che abbia poco frequentato i videogame.
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Eccoli! Annunciati a dire il vero già da un po’, sono stati finalmente pubblicati i vari accordi tra il MIUR, le Regioni interessate e i diversi Uffici scolastici regionali in merito al Piano nazionale per la Scuola Digitale 2013; quello stipulato in Piemonte, per esempio, prevede l’attivazione di 120 classi 2.0 e di una (1) scuola 2.0.
«Ricordo il corpo insegnante della mia scuola pubblica. Sapete, avevamo un detto: chi non sa far niente insegna e chi non sa insegnare insegna ginnastica. Quelli che neanche la ginnastica, credo li destinassero alla nostra scuola».
Considerazioni su un rituale d’Esame sempre più stanco e ripetitivo.
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Incredibile ma vero: quella "Divina" contro cui per anni ho sentito mugugnare i miei studenti torinesi e di cui più di un collegio docenti ha ratificato l’amputazione o la riduzione ai minimi termini, ebbene sì, proprio lei è riuscita ad entusiasmare il mio giovane pubblico di neofiti sulle rive del Nilo.
Nel ragionare del taglio retorico che storicamente connota in Italia sia molta cultura umanistica sia parecchio giornalismo, caratterizzato da "scarsa propensione verso ciò che è analitico, ciò che è falsificabile” e da “scarsa attitudine alla verifica”, De Mauro rileva come sia più facile “scrivere un articolo o un saggio a schiovere” anziché ricorrere a “evidenze sperimentali, fattuali”.
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Cosa c’entra un vecchio mito greco con l’innovazione tecnologica? Cosa ha a che fare un antico filosofo con la tecnologia dell’informazione in ambito scolastico? Vorrei suggerire che guardare indietro può fornire un po’ di serenità quando si guarda avanti: la serenità mette in grado di vedere meglio le cose.

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