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Per chi scrive un manuale per le scuole, confrontarsi con gli insegnanti che lo adottano, manifestarsi in una classe che lo usa è un’esperienza felicemente straniante.
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Ci sono momenti in cui non amo il lavoro che faccio. Sono quelli in cui passo intere giornate a decrittare leggi, decreti e circolari, tentando di ricavarne un costrutto utile per la nostra programmazione editoriale.
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Per gli addetti ai lavori, ovverosia per i ricercatori, i critici e i docenti di lingua e letteratura italiana, negli ultimi trent’anni, progressivamente, il campo della letteratura italiana si è allargato fino a comprendere la produzione nei vari dialetti della penisola.
Qualche giorno fa sul registro di una delle mie classi campeggiava la dicitura “Accertamento del possesso di un dizionario, cartaceo o elettronico”, lodevole iniziativa di un collega. E in effetti, tra i ragazzi c'è qualche cittadino straniero che – in virtù del fatto che conosce una delle lingue della colonizzazione europea – ogni tanto avvia sul proprio cellulare un traduttore e cerca il significato di qualcuna delle parole che noi pronunciamo.
Qualche suggerimento per realizzare in classe, con gli allievi, un prodotto giornalistico. Perfino i grandi giornali stanno abbandonando la carta per il web. Per questo, anche se siete fortemente interessati al giornalismo scritto, usate il web come mezzo di diffusione del vostro prodotto.
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La clamorosa mossa di Benedetto XVI diventa un modo per riflettere su qualche celebre allontanamento volontario dal potere: su tutti quelli di Silla e Diocleziano.
Dopo lunghi mesi a studiare Hegel, imparando a conciliare tutto nell’et… et, dopo essersi depressi col pessimismo di Schopenhauer, aver aspirato all’autenticità con Kierkegaard, ribellati al moralismo con Nietzsche, autoanalizzati con Freud, ammutoliti in un silenzio pieno di significato col primo Wittgenstein, i nostri allievi meritano di scoprire che il minimalismo del domandare analitico nasconde fascino e un’opportunità formativa.
Guardare un ragazzino giocare per ore al computer (o con Playstation, Nintendo DS o Wii, ma anche sul tablet o sullo smartphone) può lasciare perplesso o addirittura suscitare sentimenti di ostilità in un adulto che abbia poco frequentato i videogame.
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Eccoli! Annunciati a dire il vero già da un po’, sono stati finalmente pubblicati i vari accordi tra il MIUR, le Regioni interessate e i diversi Uffici scolastici regionali in merito al Piano nazionale per la Scuola Digitale 2013; quello stipulato in Piemonte, per esempio, prevede l’attivazione di 120 classi 2.0 e di una (1) scuola 2.0.

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