La legislazione scolastica e la normativa
Il sesto punto del bando di concorso per i docenti della scuola secondaria, include «La conoscenza della legislazione e della normativa scolastica, con riguardo a: Costituzione Italiana, Legge n.107 del 2015, leggi autonomia scolastica, ordinamenti del primo e del secondo ciclo di istruzione, governance delle istituzioni scolastiche, stato giuridico del docente e disciplina del periodo di formazione e di prova, INVALSI e INDIRE, sistema nazionale di valutazione, normativa generale per l’inclusione degli alunni con disabilità, DSA e BES» (dal bando di concorso Decreto M.I.M. 26.10.2023, n. 205). Tale punto del bando di concorso mette in evidenza la legislazione e la normativa che fa riferimento ai singoli argomenti; noi cercheremo di sintetizzare il corposo contenuto attraverso parole chiave.
Allo scopo di precisare meglio, anticiperemo gli argomenti con le definizioni di legislazione scolastica, che è un ramo del diritto che regola l’istruzione e di normativa, la quale è l’insieme delle regole e delle disposizioni contenute in leggi, decreti, regolamenti e atti amministrativi che costituiscono la legislazione e ne definiscono gli aspetti pratici.
La Costituzione della Repubblica italiana
La Costituzione è la legge fondamentale dello Stato, ed è detta la fonte delle fonti di diritto, in quanto creatrice dell’assetto complessivo della repubblica italiana e del suo ordinamento giuridico, politico e sociale. Il foglio costituzionale è stato promulgato dal capo provvisorio dello Stato De Nicola il 27 dicembre del 1947 ed è entrato in vigore il primo gennaio del 1948. Per quanto riguarda la scuola faremo riferimento ai seguenti articoli come punti chiave della legislazione scolastica:
– Articoli n. 33 e n. 34, che garantiscono il diritto all’istruzione per tutti, stabiliscono l’obbligatorietà e la gratuità dell’istruzione inferiore, e riconoscono la libertà di insegnamento e il diritto di aprire scuole private.
L’articolo n. 34, inoltre, sottolinea che: la scuola deve essere aperta a tutti, l’istruzione inferiore è obbligatoria e gratuita, e i meritevoli hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi, supportati dallo Stato, tramite borse di studio e altre provvidenze.
L’articolo n. 33, invece, assegna alla Repubblica il compito di emanare norme generali sull’istruzione e di istituire scuole statali, riconoscendo anche la libertà di creare istituti di educazione non statali; è sempre tale articolo che riconosce la libertà di insegnamento, arte e scienza.
– Articolo n. 3, che stabilisce il diritto all’istruzione e il principio di uguaglianza, garantendo che tutti possano accedere alla scuola.
– Titolo V della Costituzione, riformato dalla Legge costituzionale n. 3 del 2001 e in particolare l’articolo n. 117: conferisce alle istituzioni scolastiche un’autonomia specifica.
Autonomia scolastica
L’ambiente scolastico si afferma come scuola “servizio” che, abbandonate le caratteristiche della scuola “apparato”, diventa scuola dell’autonomia. Pilastro del cambiamento dalla scuola apparato alla scuola servizio è la Legge n. 517 del 1977, che introduce il concetto di programmazione educativo-didattica e i lavori di gruppo, istituisce gli incontri periodici con le famiglie e ratifica il diritto all’integrazione scolastica degli alunni con disabilità, introducendo l’insegnante specializzato per le attività di sostegno nella classe. I meriti di tale legge sono l’aver considerato l’alfabetizzazione un diritto-dovere dell’alunno; l’aver considerato le conseguenze della valutazione positiva, indirizzata alla fiducia e alla sicurezza nelle capacità dello studente; l’aver posto dei limiti alla valutazione soggettiva e intuitiva.
L’autonomia scolastica nasce con l’obiettivo di fondo dell’Italia e degli altri Paesi europei di innalzare la qualità dell’istruzione, nell’ambito di un progetto complessivo che applichi criteri di efficacia ed efficienza.
Le leggi dell’autonomia sono:
– Legge Bassanini n. 59 del 1997: nell’articolo n. 21 riconosce l’autonomia alle scuole, nell’ambito dell’offerta formativa e nel rispetto delle funzioni delegate alle Regioni e agli Enti Locali, tramite il Decreto Legislativo n. 112 del 1998, articoli n. 138 e n. 139. La legge, attraverso il D.P.R. applicativo n. 275 del 1999, ossia il Regolamento sull’autonomia, affida alle istituzioni scolastiche il compito di progettare «interventi di educazione, istruzione e formazione» e disciplina l’autonomia scolastica come garanzia di pluralismo culturale, che si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di detti interventi, mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti.
Quindi, a opera della legge n. 59 del 1997, da un lato si ha una riorganizzazione del sistema formativo, con un nuovo modello organizzativo della scuola, che attraverso l’autonomia si esplica con scelta dei percorsi per realizzare e armonizzare tra loro gli obiettivi; dall’altro la realizzazione del decentramento amministrativo, in quanto l’autonomia assume le caratteristiche di una ricerca continua di cooperazione con il territorio e con la promozione di accordi di rete, tra le diverse istituzioni scolastiche.
Nello specifico, il Regolamento sull’autonomia conferisce alle scuole la possibilità, attraverso l’articolo n. 4, di «adottare tutte le forme di flessibilità che ritengono opportune» e di concretizzare gli obiettivi nazionali in percorsi funzionali al diritto ad apprendere.
– Legge n. 107 del 2015, detta anche Legge della Buona Scuola, consta di 1 articolo e di 212 cc ; essa dà piena attuazione all’autonomia scolastica, affermando nel c. 1 il ruolo centrale della scuola nella società della conoscenza, l’innalzamento delle competenze degli studenti, il contrasto alle disuguaglianze sociali, culturali e territoriali, la prevenzione e il recupero dell’abbandono e della dispersione scolastica, in coerenza con il Profilo educativo, culturale e professionale o PECUP, dei diversi gradi di istruzione e la garanzia del diritto allo studio, le pari opportunità di successo formativo e l’istruzione permanente. Dai cc. 180-181 della Legge della Buona Scuola derivano alcuni Decreti Legislativi attuativi del 2017:
– n. 59, sul riordino, adeguamento, semplificazione del sistema di formazione iniziale e di accesso nei ruoli di docente nella scuola secondaria, per renderlo funzionale alla valorizzazione sociale e culturale delle professionalità. Il decreto successivamente è stato modificato e, in gran parte abrogato da successive leggi, in particolare dalla Legge n.145 del 2018 o Legge di Bilancio del 2019, per quanto riguarda il nuovo percorso formativo triennale, ossia il FIT o Formazione iniziale e tirocinio e con l’entrata in vigore del sistema di reclutamento e formazione precedente al decreto.
– n. 60, che contiene le norme sulla promozione e diffusione della cultura umanistica, sulla valorizzazione del patrimonio e delle produzioni culturali, con il Piano delle Arti, per realizzare un sistema organizzativo flessibile e sul sostegno della creatività.
– n. 61, con la revisione dei percorsi dell’istruzione professionale, nel rispetto dell’art. 117 della Costituzione, nonché il raccordo con i percorsi dell’istruzione e della formazione professionale. La sua implementazione è avvenuta gradualmente tramite l’emanazione di specifici regolamenti attuativi, come il Decreto Ministeriale n. 92 del 2018 che ha come obiettivo l’integrazione tra i percorsi di Istruzione Professionale o IP statale, e quelli di Istruzione e Formazione Professionale o IeFP regionale.
– n. 62, con le norme in materia di valutazione e certificazione degli studenti e sugli Esami di Stato. Il decreto, che modifica e abroga disposizioni precedenti, come il D.P.R. n.122 del 2009, che recava il coordinamento delle norme allora vigenti sulla valutazione, definendo le modalità, applicativo della Legge 169 del 2008, che reintroduceva la valutazione in decimi e in qualche caso anche del comportamento, sia nella scuola primaria, sia nella secondaria di primo grado. Il Decreto legislativo n.62 è stato integrato e in parte modificato dalla Legge n. 150 del 2024, che ha introdotto modifiche significative alla valutazione degli apprendimenti nella scuola primaria e in particolare al voto di comportamento, differenziando le norme per i diversi gradi di istruzione, dalla primaria alla secondaria di secondo grado. L’Ordinanza Ministeriale n.3 del 2025 dettaglia come implementare la legge, fornendo un quadro prospettico sui giudizi e i livelli di apprendimento e stabilendo le modalità del voto di comportamento nella scuola secondaria di primo grado.
– n. 63, con l’effettività del diritto allo studio, attraverso la definizione delle prestazioni, in relazione ai servizi alla persona, con particolare riferimento alle situazioni di disagio e ai servizi strumentali, nonché il potenziamento della carta dello studente.
– n. 64, che disciplina la scuola italiana all’estero.
– n. 65 con l’istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino a sei anni, costituito dai servizi educativi per l’infanzia e dalle scuole dell’infanzia.
– n. 66, norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità. Il decreto è stato integrato e corretto dal Decreto Legislativo n.96 del 2019, che ha apportato modifiche e precisazioni, con novità e chiarimenti sulla gestione dell’inclusione scolastica.
Ordinamenti didattici del primo e del secondo ciclo di istruzione
Partiamo dal Diritto-dovere all’istruzione e alla formazione.
– Decreto Legislativo n. 76 del 2015 a norma della Legge n.53 del 2003, definisce il diritto-dovere all’istruzione e alla formazione in Italia, estendendolo per almeno 12 anni o fino al conseguimento di una qualifica entro i 18 anni d’età. Il provvedimento ha lo scopo di garantire ad ogni giovane il possesso di un titolo spendibile sul mercato del lavoro, recuperando così nel sistema formativo i ragazzi esclusi.
– Decreto Ministeriale n.139 del 2007 sull’adempimento dell’obbligo di istruzione, ai sensi Legge n.296 del 2006 nell’articolo 1, c.622 promuove la crescita dei livelli culturali, le competenze dei giovani, combatte l’abbandono scolastico e richiama la Raccomandazione del Parlamento UE e Consiglio del 2006, sostituita più tardi con quella del 2018, con cui gli Stati Membri dell’Unione Europea sono invitati allo sviluppo di strategie, volte ad assicurare la formazione iniziale e ad offrire ai giovani gli strumenti per lo sviluppo delle competenze chiave, che li preparano alla vita adulta, ad ulteriori apprendimenti e alla vita lavorativa.
Primo ciclo di istruzione
– Decreto del Presidente della Repubblica n. 89 del 2009 contiene la revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, ai sensi del Decreto Legge n. 112 del 2008, articolo 64, c. 4, convertito, con modificazioni, dalla Legge n. 133 del 2008.
– Decreto Ministeriale n. 254 del 2012 è il Regolamento recante le Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, a norma del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 89 del 2009 articolo 1, c. 4, e Indicazioni e Nuovi scenari del 2018, che aggiornano il testo del 2012.
– Decreto Ministeriale n. 741 del 2017 sugli Esami di Stato conclusivi del primo ciclo di istruzione.
– Decreto Ministeriale n. 742 del 2017, è sulla certificazione delle competenze al termine della scuola primaria e del primo ciclo di istruzione.
Secondo ciclo di istruzione
Gli ordinamenti delle scuole superiori sono cambiati grazie a diverse riforme; la più incisiva è la Riforma Gelmini del 2010, che riduce la frammentazione dei percorsi semplificandoli, snellisce i quadri orari, con ore di lezione di 60 minuti, rafforza la lingua inglese e le discipline scientifiche e intensifica il rapporto con il mondo del lavoro, tramite tirocini e alternanza scuola-lavoro.
– Decreto del Presidente della Repubblica n. 87 del 2010 e la direttiva n. 65 del 2010 sintetizza in tre passaggi il nuovo ordinamento degli istituti professionali: le menti d’opera, con la valorizzazione degli stili degli studenti; la professionalità, che propone la valorizzazione della cultura del lavoro e la laboratorialità, che permette di apprendere in modo attivo e coinvolgente. Con il Decreto legislativo n.61 del 2017 (già citato) si ridefiniscono gli indirizzi e si potenziano le attività didattiche laboratoriali e le Linee Guida, emanate con il Decreto n. 766 del 2019, favoriscono e sostengono l’adozione del nuovo assetto didattico e organizzativo dei percorsi di istruzione professionale.
– Decreto del Presidente della Repubblica n.88 del 2010, recante norme per il riordino degli istituti tecnici e la Direttiva n. 57 del 2010 del biennio, con il rilancio dell’istruzione tecnica, che si fonda sulla consapevolezza del ruolo decisivo della scuola e della cultura, non solo per lo sviluppo della persona, ma anche per il progresso economico e sociale. Le Linee Guida con la Direttiva n.4 del 2012 riguardano il secondo biennio e quinto anno dell’istruzione tecnica.
– Decreto del Presidente della Repubblica n.89 del 2010, con la revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei licei per fornire maggiore sistematicità e rigore, coniugare tradizione e innovazione e razionalizzare i piani di studio, privilegiando la qualità e l’approfondimento delle materie e il Decreto Interministeriale n.211 del 2010, i cui criteri costitutivi si basano sull’esplicitazione dei nuclei fondanti e sui contenuti imprescindibili, con la rivendicazione dell’unitarietà della conoscenza, per costruire attraverso il dialogo tra le discipline, un profilo unitario degli itinerari culturali.
– Decreto del Presidente della Repubblica n. 52 del 2013 con l’organizzazione dei percorsi della sezione ad indirizzo sportivo del sistema dei licei, a norma del decreto n. 89 del 2010, articolo 3, c. 2.
Più recentemente, nel 2025, si è prospettato un ulteriore riordino degli istituti tecnici, con una struttura più flessibile, con settori e indirizzi ridotti, e l’introduzione del Liceo Made in Italy con la Legge n. 206 del 2023, che offre un percorso formativo completo, imperniato sul dialogo tra le discipline umanistiche , STEM e quelle economiche e giuridiche, per comprendere le tecniche e le strategie volte a sostenere il Made in Italy, sul piano culturale ed economico, dalle realtà locali fino ai mercati del mondo.
Altre leggi
– Decreto Ministeriale n. 5 del 2021, sugli Esami integrativi ed esami di idoneità nei percorsi del sistema nazionale di istruzione.
– Legge n. 92 del 2019, con l’introduzione dell’insegnamento scolastico dell’educazione civica e il Decreto Ministeriale n.35 del 2020, con cui sono state emanate le Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica.
– Decreto Ministeriale n.328 del 2022 con le Linee guida per l’orientamento, l’accesso alla Piattaforma Unica, le figure del tutor e dell’orientatore e i moduli orientativi di 30 ore per ogni classe dell’istituzione scolastica.
– Legge n. 145 del 2018 o Legge di Bilancio 2019: definisce il PCTO o Percorso per le competenze trasversali e l’orientamento, nuovo modo per indicare la precedente alternanza scuola-lavoro o ASL; la legge ha ridefinito i requisiti minimi di ore obbligatorie per i licei, gli istituti tecnici e professionali. Successivamente, il Decreto Ministeriale n. 774 del 2019 ha emanato le Linee Guida per i PCTO, ai sensi della Legge n.145 del 2018, articolo 1 c.785. La normativa sottolinea che l’esperienza PCTO è un requisito per l’ammissione all’esame di Stato. La precedente ASL, o Alternanza Scuola-Lavoro, era nata con la riforma Moratti e precisamente con la legge n.53 del 2003, per collegare la teoria alla pratica; con la Legge n. 107 del 2015, l’ASL diventa obbligatoria per gli studenti del secondo biennio e del quinto anno della scuola secondaria di secondo grado, con un numero di ore più alto rispetto a quelle formulate dall’attuale PCTO.
– Nota MIUR del 2014, che recepisce le Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri e la Nota del 2022, reca gli Orientamenti interculturali, idee e proposte per l’integrazione di alunni e alunne provenienti da contesti migratori.
– Nota del 2023, che individua le Linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio delle alunne e degli alunni adottati.
– Decreto Ministeriale n. 18 del 2021 ha aggiornato e integrato le Linee Guida ministeriali per la prevenzione e il contrasto del bullismo e del cyberbullismo, emanato con la Nota n. 482 del 2021, che evidenzia la creazione del Team Antibullismo. La precedente Legge quadro n. 71 del 2017 aveva introdotto le disposizioni specifiche a tutela dei minori e per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo; essa è stata rafforzata dalla Legge n. 70 del 2024, che ha esteso l’ambito di applicazione anche al bullismo, con un approccio di tipo educativo e formativo e rendendo obbligatorio un codice interno antibullismo per le scuole.
La governance delle istituzioni scolastiche
Con la governance si parte dal territorio, dai suoi bisogni e dalle attese sociali e la scuola diventa sempre più un’agenzia di promozione dello sviluppo sociale, culturale ed economico della comunità locale, attraverso un’offerta più centrata sull’apprendimento.
– Decreto Legislativo n. 297 del 1994, Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione e per l’ordinamento dell’amministrazione scolastica centrale e periferica; nel Titolo I, capo I, fornisce un quadro normativo organico al sistema scolastico italiano, includendo alcuni principi: la libertà di insegnamento e la disciplina degli organi collegiali e delle assemblee, la partecipazione e la collegialità.
La governance si collega al decentramento amministrativo, che si esplica attraverso il principio di sussidiarietà verticale e orizzontale, per favorire l’assolvimento di funzioni e compiti di rilevanza sociale all’autorità territorialmente e funzionalmente più vicina ai cittadini, anche nell’osservanza di altri principi: completezza e cooperazione, efficienza ed economicità, responsabilità e unicità dell’amministrazione, omogeneità e adeguatezza, secondo la Legge n. 59 del 1997, art. 4.
Lo stato giuridico del docente
Lo stato giuridico del docente è l’insieme delle norme, dei diritti, dei doveri che regolano il rapporto di lavoro degli insegnanti, definendo il loro ruolo nella scuola e le connesse responsabilità che ne derivano. Le norme che regolano lo stato giuridico del personale docente sono:
– Decreto legislativo n.297 del 1994 o Testo Unico Istruzione: che fornisce il quadro generale dei diritti e doveri nell’ambito della scuola e la struttura dell’ordinamento scolastico.
– Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro o CCNL del comparto Istruzione e Ricerca: è relativo al periodo 2019-2021, e contiene disposizioni su vari aspetti del rapporto di lavoro di docenti, ATA, definendo le condizioni economiche e normative, come aspetti economico-retribuitivi, diritti e doveri, mobilità, orari di lavoro, permessi e aspetti relativi alla formazione; l’obiettivo è di migliorare le condizioni di lavoro e lo sviluppo professionale di tutto il personale della scuola.
– Costituzione: in particolare l’Articolo n. 33 sulla libertà d’insegnamento e l’Articolo n. 97 sul principio di buon andamento della pubblica amministrazione.
La formazione docenti e l’anno di prova
– Legge n. 107 del 2015 articolo 1 c. 124, evidenzia che la formazione dei docenti è un’esigenza fondamentale per la scuola e nell’ambito della funzione docente è obbligatoria, permanente e strutturale, mentre prima era solo un diritto-dovere; indirizza la progettualità delle scuole e dei docenti rendendo coerenti e sistematici gli interventi formativi.
Nella legge è citato il Piano di formazione 2016-2019, che nell’ambito degli adempimenti della funzione docente costituisce un elemento fondamentale per rispondere adeguatamente ai bisogni delle nuove generazioni, per realizzare una scuola inclusiva, capace di utilizzare strategie didattiche innovative e più responsabile nelle scelte.
– Decreto Ministeriale n. 850 del 2015 indica come punto di partenza della formazione, alcune aree di sviluppo professionale: il possesso di competenze culturali, pedagogiche, didattiche, disciplinari, metodologiche, in relazione agli obiettivi di apprendimento previsti dagli ordinamenti nazionali; le competenze relazionali, organizzative, per migliorare la gestione dell’apprendimento e degli spazi di apprendimento; la partecipazione responsabile all’organizzazione scolastica, il lavoro collaborativo in rete, la ricerca didattica, la documentazione e la riflessione sulle pratiche.
Il decreto è finalizzato a verificare la padronanza degli standard professionali da parte dei docenti neoassunti, rifacendosi ad alcuni criteri, come il possesso e l’esercizio delle competenze elencate. Si affiancano l’osservanza dei doveri connessi allo stato di dipendente pubblico e alla funzione docente e la partecipazione alle attività formative e al raggiungimento degli obiettivi da esse previste.
– Decreto Ministeriale n. 266 del 2022 e il suo Allegato regolamentano il nuovo percorso formazione e prova del personale docente ed educativo; il decreto riprende le due norme precedenti.
L’assunzione del personale in periodo di prova prevede la conferma in ruolo, dopo il superamento positivo dell’anno scolastico, che consta di 180 giorni di servizio, con 120 giorni di attività didattica e dell’esame davanti al Comitato di Valutazione, presieduto dal Dirigente Scolastico e alla presenza del docente tutor, che affianca il neoimmesso durante l’anno.
L’attività di formazione è di 50 ore, con incontri propedeutici e di restituzione finali organizzati dall’USP, a cui partecipano anche i tutor; attività di laboratori formativi e al fine di sostenere tali attività sulla piattaforma dell’INDIRE, ci sono strumenti e materiali utili, per le azioni formative previste per la compilazione del portfolio on-line; attività di peer to peer, con l’osservazione reciproca in classe del docente e del tutor e la progettazione, la verifica delle attività proposte.
Sulla piattaforma INDIRE la formazione online di 20 ore prevede anche la compilazione del curriculum formativo, il bilancio iniziale e finale delle competenze, l’analisi e la riflessione sulle fasi esperienziali dell’attività metodologica-didattica del neoassunto. Tra il Dirigente Scolastico e il docente neoassunto, in base al bilancio delle competenze, sentito il tutor e tenuto conto dei bisogni della scuola, viene stabilito un patto per lo sviluppo professionale e gli obiettivi di sviluppo delle competenze da raggiungere, attraverso specifiche attività formative.
Compiti e finalità di INVALSI e INDIRE
INVALSI e INDIRE sono le due principali agenzie che lavorano insieme nel Sistema nazionale di Valutazione o SNV, ma hanno ruoli diversi: l’INVALSI si occupa della valutazione della didattica, delle conoscenze apprenditive degli studenti e degli istituti scolastici, mentre l’INDIRE si concentra sull’innovazione, la ricerca e la formazione del personale scolastico, per migliorare la qualità dell’istruzione.
L’ INVALSI, o Istituto Nazionale per la Valutazione del sistema di istruzione e formazione, è una struttura autonoma che ha come compiti:
– la valutazione del sistema scolastico,
– il coordinamento del Sistema Nazionale di Valutazione o SNV,
– la gestione delle prove per valutare periodicamente le conoscenze e le abilità degli studenti in tutta Italia,
– la definizione degli indicatori per la valutazione della qualità della scuola,
– il coordinamento e il monitoraggio dei processi di valutazione, anche a livello internazionale.
L’INDIRE, Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa, ha come compiti:
– l’innovazione didattica, supportando il miglioramento e l’innovazione del sistema educativo, con la promozione di nuove metodologie di lavoro didattiche e nuovi strumenti;
– la formazione del personale con attività di formazione per tutto il personale della scuola;
– la ricerca e la documentazione delle buone pratiche per migliorare la qualità didattica e supportare i docenti e le scuole.
Sistema nazionale di valutazione
Il Sistema Nazionale di Valutazione o SNV è una risorsa strategica per orientare le politiche scolastiche e formative alla crescita culturale, economica e sociale del Paese, e per favorire la piena attuazione dell’autonomia delle istituzioni scolastiche. Il SNV è costituito da INVALSI, INDIRE e contingente ispettivo. Si sviluppa su tre dimensioni: la valutazione delle istituzioni scolastiche, la valutazione della dirigenza scolastica, la valorizzazione del merito professionale dei docenti.
– Decreto Legislativo n. 286 del 2004 art. 1, che istituisce il SNV, con l’obiettivo di valutare l’efficienza e l’efficacia del sistema stesso, ai fini del progressivo miglioramento e della qualità del servizio.
– Decreto del Presidente della Repubblica n. 80 del 2013, che riguarda il sistema nazionale di valutazione, in materia di istruzione e formazione e disciplina il procedimento di valutazione delle istituzioni scolastiche e formative, con l’obiettivo di garantire un elevato standard di qualità dell’insegnamento e promuovere il miglioramento continuo delle attività svolte. Introduce alcune fasi: autovalutazione di istituto, valutazione esterna, progettazione specifiche azioni di miglioramento, rendicontazione sociale.
Normativa generale sulla disabilità, BES e DSA
La normativa italiana riconosce nella scuola tre principali aree di Bisogni Educativi Speciali o BES.
– Legge n. 1859 del 1962, istitutiva della scuola media unica, obbligatoria fino al quattordicesimo anno di età.
– Legge n. 444 del 1968, che istituisce la scuola materna statale: si prevedono le classi differenziali per i ragazzi disadattati e le sezioni speciali, per soggetti affetti da disturbi dell’intelligenza o del comportamento o con menomazioni fisiche e sensoriali.
– Legge n. 118 del 1971 stabilisce che l’istruzione per gli alunni con disabilità deve avvenire nelle classi normali della scuola pubblica.
– Legge n. 517 del 1977 definisce per la scuola dell’obbligo le modalità dell’inserimento degli alunni con disabilità nelle classi comuni.
– Legge n. 104 del 1992 è la Legge quadro sulla disabilità; essa resta il principale punto di riferimento per l’inclusione a scuola delle studentesse e degli studenti con disabilità; si basa sul riconoscimento della dignità umana, sulla garanzia di libertà, autonomia e integrazione scolastica.
– Legge n. 134 del 2015 reca delle disposizioni riguardo la diagnosi precoce, la cura e il trattamento individualizzato.
– Decreto Legislativo n. 66 del 2017 (già citato) ha introdotto misure più strutturali per la progettazione degli interventi inclusivi e dal 2024, la conformazione all’ICF o Classificazione Internazionale del Funzionamento della Disabilità e della Salute, e ha apportato modifiche e aggiornamenti per quanto concerne la terminologia e la procedura di valutazione.
– Decreto legislativo n. 62 del 2024, che riformula la definizione di persona disabile contenuta nella Legge n. 104 del 1992 e offre un quadro della valutazione multidimensionale, per l’elaborazione e l’attuazione del progetto di vita individuale della persona.
– Legge n. 170 del 2010: si focalizza sui Disturbi Specifici di Apprendimento: dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia.
– Direttiva Ministeriale del 2012: riguarda lo svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale.
Bibliografia
Costituzione Italiana, articoli n. 3, n. 33, n. 34, n. 97, n. 117.
Legge costituzionale n. 3 del 2001, Riforma del Titolo V parte II della Costituzione Italiana.
Legge n. 1859 del 1962, Istituzione della scuola media unica.
Legge n. 444 del 1968, Istituzione della scuola materna statale.
Legge n. 118 del 1971, Invalidità civile.
Legge n. 517 del 1977, Norma sulla valutazione degli alunni e sull’abolizione degli esami di riparazione, nonché altre norme di modifica all’ordinamento scolastico.
Legge n. 104 del 1992 Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone con disabilità.
Decreto Legislativo n. 297 del 1994 testo Unico in materia di istruzione.
Legge n. 59 del 1997, Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della pubblica amministrazione e per la semplificazione amministrativa.
Decreto del Presidente della Repubblica 275 del 1999, Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche.
Legge n. 53 del 2003, Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale
Decreto Legislativo 286 del 2004 Istituzione del Servizio nazionale di valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione, nonché riordino dell’omonimo istituto.
Legge n. 296 del 2006, Legge Finanziaria 2007.
Raccomandazione Parlamento UE e Consiglio del 2006, Competenze chiave per l’apprendimento permanente.
Decreto Ministeriale n.139 del 2007, Regolamento recante norme in materia di adempimento dell’obbligo di istruzione.
Legge n. 133 del 2008, Conversione del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 – Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione Tributaria.
Decreto Legge n. 112 del 2008, Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione Tributaria.
Decreto del Presidente della Repubblica n. 89 del 2009, Regolamento sul riordino scuola dell’infanzia e il primo ciclo di istruzione.
Decreto del Presidente della Repubblica n. 87 del 2010, Regolamento recante norme per il riordino degli istituti professionali.
Decreto del Presidente della Repubblica n. 88 del 2010, Regolamento recante norme per il riordino degli istituti tecnici.
Decreto del Presidente della Repubblica. n. 89 del 2010, Regolamento recante revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei licei.
Decreto Interministeriale n. 211 del 2010, Regolamento recante indicazioni nazionali riguardanti gli obiettivi specifici di apprendimento concernenti le attività e gli insegnamenti compresi nei piani degli studi previsti per i percorsi liceali.
Legge n. 170 del 2010, Disturbi Specifici di apprendimento.
Direttiva n. 65 del 2010, Linee guida per il passaggio al nuovo ordinamento degli istituti professionali.
Direttiva n. 57 del 2010, Linee guida definiscono il passaggio al nuovo ordinamento degli istituti tecnici.
Decreto Ministeriale n. 254 del 2012, Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione.
Decreto del Presidente della Repubblica n. 52 del 2013. Regolamento organizzazione dei percorsi delle sezioni ad indirizzo sportivo del sistema dei licei.
Legge n. 80 del 2013, Regolamento sul sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione.
Decreto Legislativo n.76 del 2015, Definizione delle norme generali sul diritto-dovere all’istruzione e alla formazione
Legge n. 134 del 2015, Disposizioni in materia di diagnosi, cura e abilitazione delle persone con disturbi dello spettro autistico e di assistenza alle famiglie.
Legge n. 107 del 2015, La Buona Scuola.
Decreto Ministeriale n. 850 del 2015, Obiettivi, modalità di valutazione del grado di raggiungimento degli stessi, attività formative e criteri per la valutazione del personale docente ed educativo in periodo di formazione e di prova.
Decreto del Presidente della Repubblica n. 59 del 2017, Riordino, adeguamento e semplificazione del sistema di formazione iniziale e di accesso nei ruoli di docente nella scuola secondaria per renderlo funzionale alla valorizzazione sociale e culturale della professione.
Decreto del Presidente della Repubblica n. 60 del 2017, Norme sulla promozione della cultura umanistica, sulla valorizzazione del patrimonio e delle produzioni culturali e sul sostegno della creatività.
Decreto del Presidente della Repubblica n. 61 del 2017, Revisione dei percorsi dell’istruzione professionale.
Decreto del Presidente della Repubblica n. 62 del 2017, Norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed esami di Stato.
Decreto del Presidente della Repubblica n. 63 del 2017, Effettività del diritto allo studio attraverso la definizione delle prestazioni, in relazione ai servizi alla persona, con particolare riferimento alle condizioni di disagio e ai servizi strumentali, nonché’ potenziamento della carta dello studente.
Decreto del Presidente della Repubblica n. 64 del 2017, Disciplina della scuola italiana all’estero.
Decreto del Presidente della Repubblica n. 65 del 2017, Istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino a sei anni.
Decreto del Presidente della Repubblica n. 66 del 2017, Norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità.
Legge Quadro n. 71 del 2017, Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo.
Decreto Ministeriale n. 741 del 2017, Esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione.
Decreto Ministeriale n. 742 del 2017, Finalità della certificazione delle competenze.
Raccomandazione Parlamento UE e Consiglio del 2018, Competenze chiave per l’apprendimento permanente.
Legge n. 145 del 2018, Legge di Bilancio 2019.
Indicazioni e Nuovi scenari del 2018, Documento a cura del Comitato Scientifico Nazionale per le Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione.
Legge n. 92 del 2019, Introduzione dell’insegnamento scolastico dell’educazione civica.
Decreto Ministeriale n. 774 del 2019, Linee Guida relative ai Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (PCTO).
Decreto del Ministero dell’Istruzione n. 766 del 2019, Linee guida dei nuovi percorsi di istruzione professionale.
CCNL 2019-2021, Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) per il comparto Istruzione e Ricerca.
Decreto Ministeriale n. 35 del 2020, Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica.
Decreto Ministeriale n.5 del 2021, concernente gli esami integrativi e gli esami di idoneità nei percorsi del sistema nazionale di istruzione.
Decreto Ministeriale n. 18 del 2021, Linee di Orientamento per la prevenzione e il contrasto del Bullismo e il Cyberbullismo.
Decreto Ministeriale n. 328 del 2022, concernente l’adozione delle Linee guida per l’orientamento, relative alla riforma 1.4 “Riforma del sistema di orientamento”, nell’ambito della Missione 4 – Componente 1- del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Decreto Ministeriale n. 266 del 2022, Disposizioni concernenti il percorso di formazione e di prova del personale docente ed educativo.
Legge n. 206 del 2023, Disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy.
Legge n. 70 del 2024, Disposizioni e delega al Governo in materia di prevenzione e contrasto del bullismo e del cyberbullismo.
Gli altri articoli della serie:
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