Imparare la lingua con le poesie

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Negli anni Settanta abbiamo imparato due cose importanti sulla didattica della lingua e della letteratura. La prima è che l’insegnamento linguistico non è necessariamente correlato a quello letterario, che la padronanza di una lingua non dipende dalla quantità di letteratura studiata, e che, anzi, è fondamentale superare il primato della scrittura per lavorare in modo completo e complesso su tutte le abilità linguistiche.
Paul Klee, Zeichen auf dem Feld, 1935

La seconda è che, grazie alla letteratura, intesa come potenzialità creativa, espressione di sé e del mondo attraverso il gioco di parole e la scrittura poetica e narrativa, è possibile non solo imparare la lingua ma anche, se non soprattutto, sviluppare abilità per la vita (life skills), che riguardano l’orientamento, la risoluzione di problemi, l’empatia, perfino la logica matematica.
È interessante che, con atteggiamento giocoso, ma ricorrendo agli strumenti rigorosi della glottodidattica, si propongano oggi agli alunni che devono imparare l’italiano degli esercizi basati su poesie. Adblog, uno dei blog didattici più attivi sul fronte della glottodidattica, dimostra come sia possibile proporre lo stesso approccio usato normalmente su testi non letterari o, al limite, su testi narrativi, applicato a poesie (e anche a canzoni) scelte tra le più efficaci tra quelle messe a disposizione dalle varie tradizioni letterarie. Le poesie, quindi, sono trattate come dei materiali autentici, trovati quasi per caso tra quelli utilizzati nella vita di ogni giorno. E mi pare un ottimo modo per usare la poesia senza conferirle un ruolo eccessivamente ingombrante, come se essa fosse – e come di fatto è per i veri lettori di poesia contemporanea – un fatto semplice e necessario.
Prendo dal sito, a titolo di esempio, un esercizio sui tempi e i modi verbali da svolgere su una poesia di Grace Paley, The poet’s occasional alternative (L’alternativa occasionale del poeta). È un cloze. Vuoi provare a farlo?

L’alternativa occasionale del poeta

_________ per scrivere una poesia      (stavo/sono stata)
e poi invece __________ una torta       
(facevo/ho fatto)

mi ci __________                                (è voluto/vorrebbe)
quasi lo stesso tempo
ma la torta è una stesura
finale

invece una poesia __________ un po’ più    (avrebbe richiesto/richiedeva)
di distacco prima di __________ ultimata    
(fosse/essere)

giorni, settimane e
molta carta appallottolata nel cestino

la torta __________ subito un suo pubblico    (ha trovato/trovava)
che __________ tra macchinine                
(si precipitò/si precipita)
e camion di pompieri sul
pavimento della cucina

__________ a tutti questa torta                   (sarebbe piaciuta/piacerà)
fatta di mele, mirtilli
e albicocche secche molti amici
diranno perché ne __________                    
(hai fatta/fossi fatta)
solo una

non __________ lo stesso con le poesie.       (succede/sia successo)

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Simone Giusti

ricercatore, insegna didattica della letteratura italiana all’Università di Siena, è autore di ricerche, studi e saggi sulla letteratura italiana, sulla traduzione, sulla lettura e sulla didattica della letteratura, tra cui Insegnare con la letteratura (Zanichelli, 2011), Per una didattica della letteratura (Pensa, 2014), Tradurre le opere, leggere le traduzioni (Loescher, 2018), Didattica della letteratura 2.0 (Carocci, 2015 e 2020), Didattica della letteratura italiana. La storia, la ricerca, le pratiche (Carocci, 2023). Ha fondato la rivista «Per leggere», semestrale di commenti, letture, edizioni e traduzioni. Con Federico Batini organizza il convegno biennale “Le storie siamo noi”, la prima iniziativa italiana dedicata all’orientamento narrativo. Insieme a Natascia Tonelli condirige la collana scientifica QdR / Didattica e letteratura e ha scritto Comunità di pratiche letterarie. Il valore d’uso della letteratura e il suo insegnamento (Loescher, 2021) e il manuale L’onesta brigata. Per una letteratura delle competenze, per il triennio delle secondarie di secondo grado.

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