Istruzione

In definitiva, a scuola il lavoro è invisibile. Gli alunni e i loro familiari sono trattati dalla scuola italiana come “clienti” un po' sciocchi, ai quali viene messo davanti il prodotto già fatto, senza che essi abbiano la possibilità di capire come è stato costruito e con quali materiali, chi lo ha prodotto, con quanto sforzo, in quanto tempo, eccetera. LEGGI
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Non sono previste proroghe o dilazioni: le “proposte di voto”, che formalizzeranno i risultati trimestrali degli apprendimenti degli allievi, devono infatti improrogabilmente essere collocate da ciascuno di noi insegnanti sul registro elettronico – leggi sui server della ditta privata che fornisce alla scuola il servizio, ovviamente a pagamento – entro il 6 gennaio 2014. LEGGI
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Lettera aperta dei presidenti dell'Adi all’onorevole Ministro Carrozza: un appello a rivedere il quadro della valutazione INVALSI per l'Italiano onde renderlo più consono alla complessità di un insegnamento dal quale ancora dipende in buona parte la formazione culturale e critica dei futuri cittadini. LEGGI
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World Wide Trap – questo il titolo dell’opera – rappresenta una folla di persone disposte in file ordinate, una dietro l’altra. Ogni personaggio è connesso all’altro da un cavo collegato al cranio, in modo da formare un’unica catena che sembra terminare in un uomo con la testa conficcata nello schermo di un computer. LEGGI
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Parliamo pure di tutto, dunque, anche del Liceo di quattro anni. Ma facciamolo senza ipocrisie: la fretta di farlo partire un po’ ovunque, consentendone (ma con quali garanzie culturali?) la sperimentazione è motivata da ragioni di marketing (per le scuole private) e di “contabilità” (per le scuole pubbliche), e ciò lo dimostra la pochezza del dibattito che gli sta intorno. LEGGI
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Il punto è che i criteri vanno cercati nelle finalità pedagogiche generali che si reputano urgenti. Altrimenti, si finisce per fare di un mezzo, il danaro, ciò che fissa l’orizzonte, ciò che determina il fine. Qual è, dunque, il criterio pedagogico per cui si taglia un anno alle superiori? LEGGI
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Misure di sicurezza e esercitazioni non hanno solo lo scopo di salvaguardare l’incolumità di studenti e personale, ma anche di contribuire allo sviluppo di competenze di cittadinanza attiva: le stesse che erano in gioco domenica scorsa allo Juventus Stadium, le cui curve erano affollate di ragazzi e ragazzini, molti dei quali non hanno trovato di meglio da fare che imitare i peggiori comportamenti della tifoseria adulta. LEGGI
Anche da noi attorno alle tesi di Prensky è nata una discussione vivace. Da una parte vi è l’entusiasmo degli innovatori, per i quali i cambiamenti sono urgenti e improcrastinabili; dall’altra vi sono le riserve di chi vede nella rivoluzione digitale una “bolla educativa” destinata a sgonfiarsi. LEGGI
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Il problema dei libri di testo e delle adozioni è diventato il fulcro di ogni decreto e di ogni legge sulla scuola approvata negli ultimi anni, nel nome di “verità” tutte da dimostrare, che pretendono però di imporsi con furore ideologico come “senso comune”. A vederli in sequenza, articoli, commi e modifiche relative, sembrano tutti ispirati dalla fissazione contro l’uso dei manuali nella scuola e la ragione stessa della loro esistenza. LEGGI

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