In momenti di particolare disorientamento, si può trovare una chiave di lettura della contemporaneità nei classici della letteratura. E così, capita che Manzoni ci parli oggi come se avesse appena letto le ultime notizie.
L'ultimo numero de «La ricerca» l'abbiamo dedicato a fake news, post-verità e autorevolezza su internet: come si fornisce lo spirito critico che serve per non essere manipolati?
Esistono regole di ingaggio per chi si accinga a fare critica (o anche solo comunicazione) letteraria? Ovvero, cosa deve o non deve dire una buona recensione?
“Ogni filologia è figlia di una perdita”, dice la voce narrante del romanzo di Alessandra Sarchi, “La notte ha la mia voce”, che di questo parla: di una perdita.
Auguriamo ai nostri figli orizzonti più ampi di quelli toccati in sorte a noi, e volontà di confronto, libertà di movimento, passione conoscitiva, fervore dialettico, convivenza pacifica.
Una bella mostra ad Alba traccia con poche sapienti “pennellate” l’itinerario estetico-esistenziale che trasforma il Balla ancora naturalista in uno dei campioni della rivoluzione futurista.
E allora? Come dev’essere il libro di testo oggi? E come dovrà essere nel prossimo futuro? È a queste domande che tentiamo ogni giorno di dare una risposta con il nostro lavoro editoriale e con questo numero de La ricerca.
Ieri mattina è morto Remo Ceserani. La cultura ha perso uno dei suoi protagonisti più brillanti. La Casa editrice, uno degli autori più celebri. Io, una persona cara.
È uscito il decimo numero della Ricerca. L'abbiamo dedicato al farsi capire, allo scrivere per comunicare, al comunicare per insegnare. E tanti auguri a noi.