Orientarsi con le stelle (o con le storie?)

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Pubblichiamo di seguito la postfazione di Simone Giusti al Quaderno #24, “Costruire futuro a scuola. Che cos’è, come e perché fare orientamento nel sistema di istruzione” di Federico Batini, appena pubblicato.
Cassiopea vista dalla Corea.

Trascrivo di seguito uno miei oroscopi del 2014.

Si profila un anno eccellente, per molti eccezionale, per la vita professionale. Fino a luglio, col supporto di Giove, ogni cosa che toccherete diventerà oro, sarete convinti di quello che state portando avanti con grande motivazione e arriverete alla meta prefissata con successo. Mercurio in armonia per molte settimane dell’anno vi darà lo stimolo giusto e accenderà il vostro geniale intuito, oltre a facilitare ogni forma di comunicazione con l’ambiente di lavoro. Saturno, sempre ben disposto, vi darà una bella mano a stabilizzarvi sulle nuove posizioni che raggiungerete, sostenendovi anche quando dovrete prendere importanti responsabilità. A fine anno il resoconto sarà da voto massimo.

È una breve storiella, nemmeno troppo ben scritta, che avrebbe l’ambizione di fornirmi indicazioni circa il mio futuro di “nato sotto il segno dei Pesci”. Grazie ad essa dovrei avere la sensazione, sia pure temporanea e illusoria, di esercitare un controllo sulla mia vita, che in questo modo sembra prendere una qualche direzione, sottraendosi al dominio dell’incertezza e alla paura dell’ignoto.

Riscritta al passato e alla prima persona singolare, la storia suonerebbe così:

È stato un anno eccellente per la mia vita professionale. Fino a luglio, ogni cosa che ho toccato si è trasformata in oro. Ho portato avanti ogni iniziativa con grande motivazione e sono arrivato alla meta prefissata con successo. Mercurio deve avermi dato lo stimolo giusto e ha acceso il mio geniale intuito; inoltre, ha facilitato ogni forma di comunicazione con l’ambiente di lavoro. Saturno, sempre ben disposto, mi ha dato una bella mano a stabilizzarmi sulle nuove posizioni raggiunte, sostenendomi anche quando ho dovuto prendere importanti responsabilità. A fine anno il resoconto è da voto massimo.

La sostanza non cambia, gli eventi rimangono identici, ma in questo modo si perde il carattere predittivo della narrazione, e con esso il suo valore terapeutico, la sua finalità di previsione e di controllo.

Molte previsioni fatte dagli adulti ai più giovani hanno caratteristiche simili a quelle degli oroscopi. Sono storie verosimili, realistiche, ma pur sempre dal carattere finzionale poiché raccontano fatti mai accaduti, che si svolgono in un ipotetico futuro. Hanno un carattere predittivo e la finalità di indirizzare le scelte o, almeno, di fornire alla persona interessata la visione di uno o più futuri possibili.

La scrittrice americana Grace Paley ha raccontato in modo efficace la storia di un uomo che ricevette consigli utili a fare delle scelte. Si intitola Un uomo mi raccontò la storia della sua vita ed è raccolta in Piccoli contrattempi del vivere.

Vicente disse, Volevo fare il dottore. Con tutto il cuore, volevo fare il dottore. 
Imparai ogni osso, ogni organo del corpo, A che serve? Come funziona?
La scuola mi disse, Vicente, fa’ l’ingegnere. Sarebbe una buona cosa. Capisci la matematica.
Io dissi alla scuola, Voglio fare il dottore. So già come si collegano gli organi. Quando qualcosa non va, so come fare le riparazioni.
La scuola disse, Vicente, davvero puoi essere un eccellente ingegnere. Tutti questi test mostrano che potresti essere un buon ingegnere. Non mostrano che potresti essere un buon dottore.
Dissi, Oh, io desidero tanto fare il dottore. Quasi piangevo. Avevo diciassette anni. Dissi, Però forse avete ragione voi. Lei è l’insegnante. Lei è il preside. So di essere giovane.
La scuola disse, E inoltre, stai per andare sotto le armi.
E poi mi fecero cuoco. Preparavo da mangiare per duemila uomini.
Ora guardatemi. Ho un buon lavoro. Ho tre bambini. Questa è mia moglie, Consuela. Sapevate che le ho salvato la vita?
Ascoltate, stava male. Il dottore disse, Che c’è? Si sente stanca? Ha avuto troppo da fare? Quanti bambini ha? Stanotte riposi, domani faremo gli esami.
Il mattino dopo telefonai al dottore. Dissi, Bisogna operarla immediatamente.
Ho guardato nel libro. Ho capito dov’è il suo dolore. Ho capito dov’è la pressione, cosa la provoca. Ho capito chiaramente qual è l’organo che le crea dei problemi.
Il dottore fece le analisi. Disse, Va operata immediatamente. Disse, Vicente, ma tu come facevi a saperlo?

(G. Paley, Piccoli contrattempi del vivere, Einaudi, Torino 2002, traduzione di Susanna Basso, Sara Poli, Marisa Caramella, Laura Noulian, p. 314)

Le storie che gli adulti raccontano per convincere o, semplicemente, per aiutare i più giovani a fare delle scelte, assomigliano a degli oroscopi. Sono raccontate al futuro, ma potrebbero essere declinate al passato, poiché nella grande maggioranza dei casi parlano del passato del narratore, il quale nulla può sapere del tempo che ancora non è stato e altro non fa che trasporre al futuro considerazioni che riguardano la propria giovinezza o, al limite, fatti accaduti di recente, frutto dell’esperienza diretta o mediati dalle narrazioni fruite (cronache giornalistiche, film, trasmissioni tv, chiacchiere tra amici ecc.). Tuttavia, nonostante il loro carattere fittizio e, a volte, palesemente dannoso, questi racconti non cessano di essere narrati. Né tantomeno cessa l’utilizzo di oroscopi, preghiere, scongiuri e altri riti di superstizione. Le persone, ha scritto Federico Batini nel suo libro intitolato Storie, futuro e controllo. Le narrazioni come strumento di costruzione del futuro (2011), tentano in ogni modo di affermare il dominio sulla loro esistenza, cercando di rimediare con mezzi di fortuna alla perdita di punti di riferimento.

Universum – C. Flammarion, intaglio in legno, Parigi 1888. Colorazione: Heikenwaelder Hugo, Vienna 1998.

Finito il tempo in cui le persone avevano la sensazione di poter prevedere gli eventi e immaginare un proprio progetto di vita a partire da alcuni punti di riferimento stabili (l’appartenenza a una famiglia, l’adesione a un partito politico, la scelta di un percorso di studi e, quindi, di un lavoro a esso conseguente), siamo entrati in un’epoca in cui ciascuno è chiamato a costruire la propria vita senza avere a disposizione quei quadri di valori e di senso che fino a poco prima venivano rappresentati in forma narrativa dalla politica e dalla religione, e che costituivano un repertorio Oggi che le grandi narrazioni hanno esaurito la loro funzione, e le persone sono lasciate in balìa delle micro narrazioni di tv, cinema, internet, occorre divenire consapevoli delle storie utilizzate per esercitare il controllo sulla nostra vita.fondamentale per costruire la propria e altrui identità. Oggi che le grandi narrazioni hanno esaurito la loro funzione, e le persone sono lasciate in balia delle micro narrazioni elargite dalle agenzie narrative più potenti che siano mai esistite – a cominciare dalla televisione, che fagocita le narrazioni giornalistiche, cinematografiche, musicali ecc. –, occorre divenire consapevoli delle storie utilizzate per esercitare il controllo sui desideri e bisogni, come delle storie che ciascuno di noi usa per controllare se stesso, per orientare le proprie azioni, per fare le scelte e per dare un senso alle proprie azioni. Nell’ambito dell’educazione, e in particolare dell’orientamento, occorre tener conto di questa novità, mettendo a disposizione delle persone strumenti in grado di rendere gli utenti “autori della loro vita”.

La ricerca scientifica, come Batini ricorda nel corso di questo volume, dimostra da più parti come sia possibile esercitare competenze specifiche, quelle che chiamiamo “competenze di auto-orientamento”, che consentono di fronteggiare e gestire le situazioni, di regolare i propri processi cognitivi, di immaginare e progettare il futuro, di tradurre le intenzioni in azioni e, in sintesi, di guidare l’utilizzo delle altre competenze in modo consapevole.

Dagli studi condotti nell’ambito della psicologia, dalla pedagogia e della sociologia della vita quotidiana, abbiamo imparato che proprio le storie – indipendentemente dal fatto che siano narrate al presente, al passato o al futuro – sono utili al processo di autorientamento e allo sviluppo delle competenze orientative. Come dimostrano gli studi sull’orientamento narrativo (una metodologia di orientamento formativo ideata dallo stesso Batini nel 1997 e messa a punto negli ultimi quindici anni attraverso numerose sperimentazioni e ricerche svolte in ambito nazionale, attraverso l’utilizzo di strumenti narrativi quali letture, ascolti e visioni, racconti orali, giochi di ruolo, scrittura creativa individuale e di gruppo, autobiografie) è possibile imparare a gestire le scelte e a costruire la propria vita.

Ho avuto modo di sperimentare personalmente, nell’ambito di decine di progetti di didattica orientativa e di orientamento con approccio narrativo, il potere delle storie e l’efficacia degli esercizi narrativi nell’allenare le life skills e nell’aumentare in modo rapido il campionario di esperienze mediate a cui le persone possono attingere per immaginare la propria vita passata, presente e futura, moltiplicando i punti di vista e aumentando la capacità di interpretazione.

Ho anche avuto modo di imparare, confrontando i risultati di adulti e adolescenti, che la vera impresa non è addomesticare il futuro, ma dare un senso, attraverso il racconto del passato, alla vita presente.
Scrive Batini in Storie, futuro, controllo:

L’orientamento narrativo non suppone una scelta adeguata, non prefigura un orizzonte di senso univoco, non pensa di poter asserire che vi sia una scelta giusta e una scelta sbagliata; crede invece che la costruzione della storia di vita (formativa, professionale, esistenziale) di un soggetto richieda delle competenze che permettano una sensazione di controllo, una percezione di efficacia, una capacità di manipolazione delle narrazioni interne ed esterne per l’attribuzione di senso e significato da parte del soggetto medesimo, in direzione di una sorta di disvelamento e costruzione di se stessi e della propria esistenza. In realtà, le narrazioni ci abitano in misura molto maggiore di quanto crediamo (senza che ne abbiamo coscienza) e, vista la quantità di narrazioni disponibili, un compito fondamentale diventa la capacità di usarle, di modificarle, di conoscerle, di costruirle in modo plurale, per comprendere noi stessi e gli altri, per immaginare il futuro che vogliamo ed iniziare a costruirlo.

Ancora oggi, a metà del 2015, non sono in grado di dire se il 2014 sia stato – come ha predetto l’oroscopo –  “un anno eccellente per la mia vita professionale”, né tantomeno ho la possibilità di fare troppe predizioni su quest’anno in corso. Ma spero di avere la possibilità di continuare a usare le molteplici attività narrative che costellano la mia vita quotidiana per dare un senso alla mia vita e, come ho avuto modo di imparare anche dal lavoro di Federico Batini, per aumentare le competenze di auto-orientamento dei miei alunni e degli insegnanti, dei formatori e dei consulenti di orientamento che frequentano i miei corsi.

[Leggi anche, sull’argomento: Il posto giusto per chi? Contro il consiglio orientativo, N.d R.]

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Simone Giusti

ricercatore, insegna didattica della letteratura italiana all’Università di Siena, è autore di ricerche, studi e saggi sulla letteratura italiana, sulla traduzione, sulla lettura e sulla didattica della letteratura, tra cui Insegnare con la letteratura (Zanichelli, 2011), Per una didattica della letteratura (Pensa, 2014), Tradurre le opere, leggere le traduzioni (Loescher, 2018), Didattica della letteratura 2.0 (Carocci, 2015 e 2020), Didattica della letteratura italiana. La storia, la ricerca, le pratiche (Carocci, 2023). Ha fondato la rivista «Per leggere», semestrale di commenti, letture, edizioni e traduzioni. Con Federico Batini organizza il convegno biennale “Le storie siamo noi”, la prima iniziativa italiana dedicata all’orientamento narrativo. Insieme a Natascia Tonelli condirige la collana scientifica QdR / Didattica e letteratura e ha scritto Comunità di pratiche letterarie. Il valore d’uso della letteratura e il suo insegnamento (Loescher, 2021) e il manuale L’onesta brigata. Per una letteratura delle competenze, per il triennio delle secondarie di secondo grado.

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