Istruzione

Le mappe sono una delle star della (presunta) innovazione metodologica; troppo spesso sono considerate una panacea universale in grado di risolvere molti – se non tutti – i problemi dell’apprendimento. Sono lo strumento di mediazione didattica forse più noto a livello del senso comune e meno conosciuto nel merito. LEGGI
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Forse avrei dovuto dirlo.
Mi sarei dovuto alzare, avrei dovuto prendere il microfono e raccontare di mio figlio F., quindici anni, seconda superiore. Di quando l'ho visto accendere il computer, sfogliare un ebook, tirare fuori dalla cartella un blocco e una matita e cominciare a scrivere. LEGGI
Cosa serve per rendere veramente digitale un testo? Sia il libro sia la rete, l'uno immerso nella vertiginosa sconfinatezza dell'altra. Il primo (non necessariamente di carta) inteso come contenitore di informazioni ordinate sequenzialmente, più o meno rigido; la seconda elastica, potenzialmente illimitata, scomponibile e ricomponibile a piacimento. LEGGI
Per uscire dall’attuale opinionismo selvaggio – particolarmente attivo sui social network - e dal crearsi di schieramenti che “tifano” a priori per l’impiego esclusivo o per il rifiuto preconcetto dei libri digitali a scuola,  possono essere utili due convegni, che si svolgeranno uno di seguito all’altro di qui a pochi giorni. LEGGI
Ci sono gli entusiasti sostenitori dell’introduzione del digitale a scuola e ci sono le voci fuori dal coro. Tra queste, la prima che abbiamo voluto sentire è quella di Roberto Casati, autore del recente saggio Contro il colonialismo digitale. LEGGI
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Accelerazioni e frenate scandiscono il cammino della scuola 2.0, il dibattito sul digitale prosegue. È il momento di fare il punto della situazione: ci proviamo nel prossimo numero de La ricerca. LEGGI
Soprattutto, il sistema di istruzione nazionale è stato negli ultimi anni teatro di una “riforma” dettata soprattutto da esigenze di cassa: in nome del risparmio, tutti gli ordini e i tipi di scuola hanno visto tagliati posti di lavoro, ovvero ore di lezione, ossia occasioni di apprendimento. LEGGI
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Il rapporto OCSE-ISFOL suscita considerazioni che possono sembrare ovvie, ma che dovrebbero essere usate per sottolineare il carattere “classista” della scuola italiana (che non riesce a rompere i circuiti virtuosi o viziosi che tengono le persone ancorate al loro background culturale) e soprattutto per cominciare a vedere la scuola come uno degli attori del sistema educativo. LEGGI
Il registro elettronico naturalmente non funziona neanche oggi!” è il commento di un collega in calce al foglietto di carta che pure stamattina vicaria tristemente il futuristico strumento digitale, per l’accesso al quale i genitori hanno appena ricevuto le password: per alcuni di loro si tratta di una sorta d'iniziazione alla modernità, alla Scuola 2.0 che ciclicamente i media magnificano. LEGGI

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