L’approccio tematico allo studio della storia dell’arte è sempre più diffuso: può essere utile e dare numerosi spunti di approfondimento, ma non può prescindere dalla presenza di solide basi di conoscenza del contesto (storico, culturale, sociale) del periodo a cui si riferisce. In questo caso, la conoscenza di base è data per scontata.
In questi mesi, una petizione per ripristinare nelle scuole le ore di storia dell’arte tagliate dalla Riforma Gelmini ha superato le 15.000 firme. Fra i sostenitori, Salvatore Settis, Cesare de Seta e Adriano La Regina. E pensare che siamo stati il primo Paese a inserirla nelle scuole secondarie, e che adesso molti altri Stati si sono resi conto dell’importanza di questo insegnamento.
La mostra Life and Death in Pompeii and Herculaneum, ospitata dal British Museum di Londra tra marzo e settembre, ha proposto al suo vastissimo pubblico di visitatori oltre 450 oggetti archeologici, reperiti negli scavi di queste antiche città della Campania.
I colori fanno parte della nostra vita quotidiana e del nostro linguaggio: diventiamo bianchi per lo spavento, vediamo rosso, siamo al verde. Il significato culturale dei colori, però, non è lo stesso nel tempo, né nelle varie aree geografiche.
La Francia offre alcuni interessanti siti di immagini, utili anche per la didattica. Oggi ne esploriamo due: l’Agence photographique de la Réunion des musées nationaux e L’Histoire par l’image
Un nuovo appuntamento per la serie Exhibition. La grande arte al cinema. Dopo il film dedicato alla mostra di Oslo per i 150 anni della nascita del pittore Edvard Munch, il 10 ottobre un nuovo documentario ha presentato l’esibizione organizzata alla National Gallery di Londra dal titolo Vermeer and Music. The Art of Love and Leisure.
Il 13 ottobre è la prima Giornata nazionale delle famiglie al museo, F@Mu. In tutte le regioni d’Italia, gli istituti culturali che hanno aderito all’iniziativa offrono l’ingresso gratuito o propongono attività e laboratori per tutta la famiglia.
“In linea di principio non siamo tra coloro che diffidano dei pittori che scrivono o dei letterati che dipingono”. Così scriveva Eugenio Montale sul “Corriere della Sera” nel 1954 recensendo la ristampa di un volume di Poesie di Filippo De Pisis: ed egli pensava certo al grande pittore ferrarese – suo coetaneo, poiché entrambi erano del 1896 – e pure a se stesso, che da sempre si dilettava di pittura.