Professore ordinario di Storia della Lingua Italiana in diversi atenei e, in ultimo, presso l’Università Roma Tre. È presidente onorario dell’Accademia della Crusca.
Il nostro debito verso Dante è grande: nella sua opera creativa e fortemente anticipatrice tratta temi universali e crea una lingua potente, fatta per raggiungere le generazioni future.
La decisione dell’Assemblea francese di eliminare dalla Costituzione di quel Paese la parola race, omologa della nostra razza, fa discutere. Naturalmente, dovrebbe riscuotere il massimo consenso l’intenzione di proclamare in ogni modo la necessità di combattere il razzismo. Ma ha senso combattere la parola?
Quando è veramente grande, un’opera d’arte è una fonte inesauribile di significati, tanto che si può definire ogni secolo in base al particolare modo con cui ha interpretato la Commedia. C’è da chiedersi quale sia il nostro modo, a pochi anni dal settimo centenario della morte del poeta.