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Nel 2003 è uscito, a cura di Marco Bersanelli e Mario Gargantini, un volume dedicato allo stupore individuato come ciò che è all’origine della scienza. Il titolo del volume è tanto suggestivo quanto, a mio parere, infelice: Solo lo stupore conosce. Come spiegato dai curatori nell’introduzione, l’espressione è da loro ripresa da Gregorio di Nissa.

Per la scuola è una novità: i ragazzi non solo scioperano, sull’onda delle proteste adulte (si fa per dire) che in questi giorni inondano strade, piazze e schermi, ma addirittura hanno convocato una manifestazione. Il volantino che descrive l’iniziativa tiene a precisare, sempre a sventare accuse di antidemocraticità, che “Scioperare o manifestare è un diritto e un dovere, non un obbligo”.

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La ricostruzione virtuale in 3D del complesso della piana di Giza consente un approccio estremamente interessante allo studio dell’antico Egitto. Si tratta del progetto Giza 3D, nato dalla collaborazione fra l’Università di Harvard, il Museum of Fine Arts di Boston e Dassault Systèmes. Il sito è disponibile in 13 lingue fra cui, strano, ma vero, c’è anche l’italiano.
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Le narrazioni, prima di tutto, ci insegnano che occorre avere relazioni e che per avere relazioni è necessario avere fiducia, e viceversa. È un circolo virtuoso. Ciascuno scelga da quale parte cominciare.
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L’approccio tematico allo studio della storia dell’arte è sempre più diffuso: può essere utile e dare numerosi spunti di approfondimento, ma non può prescindere dalla presenza di solide basi di conoscenza del contesto (storico, culturale, sociale) del periodo a cui si riferisce. In questo caso, la conoscenza di base è data per scontata.
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Parliamo pure di tutto, dunque, anche del Liceo di quattro anni. Ma facciamolo senza ipocrisie: la fretta di farlo partire un po’ ovunque, consentendone (ma con quali garanzie culturali?) la sperimentazione è motivata da ragioni di marketing (per le scuole private) e di “contabilità” (per le scuole pubbliche), e ciò lo dimostra la pochezza del dibattito che gli sta intorno.
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Il punto è che i criteri vanno cercati nelle finalità pedagogiche generali che si reputano urgenti. Altrimenti, si finisce per fare di un mezzo, il danaro, ciò che fissa l’orizzonte, ciò che determina il fine. Qual è, dunque, il criterio pedagogico per cui si taglia un anno alle superiori?

Gentile professoressa Rausa, ma siamo sicuri che il modello scolastico nel quale ci siamo formati e al quale siamo stati abituati funzioni ancora?

In questi mesi, una petizione per ripristinare nelle scuole le ore di storia dell’arte tagliate dalla Riforma Gelmini ha superato le 15.000 firme. Fra i sostenitori, Salvatore Settis, Cesare de Seta e Adriano La Regina. E pensare che siamo stati il primo Paese a inserirla nelle scuole secondarie, e che adesso molti altri Stati si sono resi conto dell’importanza di questo insegnamento.

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