Vita da cloud

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“Perché sei così scettico nei confronti del registro elettronico?”, mi ha apostrofato qualche giorno fa una collega. “Ormai tutto è informatizzato, ovunque. Non possiamo essere fuori”. E infatti a scuola sono informatizzate anche redazione e archiviazione del nostro lavoro di progettazione e rendicontazione didattica.

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Qualche giorno fa una delle ultime circolari – la cui quantità è già il doppio dei giorni di scuola – recapitateci all’indirizzo di posta elettronica a suo tempo da noi indicato nella nostra scheda personale ci informava pertanto della raggiungibilità dei modelli da utilizzare per la nostra programmazione.

Come ci illustra la loro intestazione, siamo di fronte alla terza edizione di questi schemi preconfezionati, con tanto di codice attestante la loro genesi corretta, ovvero il loro essere stati perfezionati secondo il Sistema Gestione Qualità; apprendo anche che il mio agire rientrerà nella procedura di riferimento “Realizzazione del Servizio”.

Per raggiungere quanto a noi destinato per – nelle intenzioni – facilitare, omogeneizzare e rendere più trasparenti le nostre attività professionali dobbiamo accedere alla rete LAN della scuola: essa contiene i file in formato DOC che ciascuno di noi dovrà utilizzare come riferimento, anche coloro che eventualmente preferissero scrivere in formato aperto.

Sempre la circolare ci ricorda che “Sarà cura dei docenti salvare con nome il modulo e inserirlo nella cartella della propria classe (…)”. Considerato che il tutto avviene su un modernissimo disco NAS, mi sono interrogato perché il processo di informatizzazione non sia stato completamente ottimizzato, ovvero perché non disponiamo di file in formato DOT (DOcument Template, modelli di documento, il cui scopo dichiarato è proprio standardizzare i documenti): ciascuno di noi potrebbe produrre un file con le caratteristiche desiderate con un semplice doppio click sulla matrice digitale, senza per questo alterarla, accelerando la procedura e riducendo al minimo le possibilità di sovrascrittura accidentale dei preziosissimi.

Il mio interrogativo non ha trovato risposta, ma nell’occasione ho dovuto e potuto sfogliare le decine e decine di cartelle che affiancano quelle utili per la realizzazione del servizio “Piano di Lavoro”.  Pensavo ottimisticamente che fosse l’occasione per farsi rapidamente un’idea della vita professionale della scuola. E invece quelle cartelle si sono rivelate l’accumulo del lavoro digitale di anni privo di un vero criterio ordinatore condiviso. Come etichetta prevale l’uso del proprio nome e cognome (o viceversa), anche più di una volta, mentre sono rare le indicazioni di contenuto e/o temporali.

Anche in questo caso mi sono domandato perché nessuno di coloro che decidono la ratio dell’informatizzazione collettiva abbia mai pensato negli anni di installare sui PC Google Desktop, o uno dei software equivalenti, che indicizzano il contenuto dei file, rendendo quindi possibile effettuare ricerche in locale con gli stessi meccanismi e vantaggi delle parole-chiave e delle occorrenze tipiche dei web search-engine e di Spotlight, straordinaria funzione tuttora implementata da MacOSX per la gioia dei suoi utenti. Così come nel caso precedente, non ho avuto risposta; analogamente ignoro perché sui computer più vecchi, correttamente ancora attivi per ragioni di risparmio, ma penalizzati e penalizzanti per la presenza delle versioni meno recenti di Office, non sia stato installata la “patch” di compatibilità – gratuita – che Microsoft ha rilasciato quando si è resa conto che la scelta di cambiare formato con la versione 2007 metteva in difficoltà gli utenti, che avevano necessità di aprire i nuovi file senza cambiare programma.

Una qualche illuminazione sulla logica complessiva e sulla consapevolezza diffusa me l’ha però fornita quanto segue; mentre lasciavo la sala insegnanti una collega chiedeva a voce così alta da essere perfettamente udibile in corridoio: “La password per accedere ai computer è sempre ********, vero?”, ottenendo una confortante – per lei – risposta positiva dai presenti.

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Marco Guastavigna

Insegnante nella scuola secondaria di secondo grado e formatore. Tiene traccia della sua attività intellettuale in www.noiosito.it.

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