Tempo di pagelle

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Fine dell’anno scolastico, tempo di pagelle. Ma che cosa sappiamo della storia di questo documento scolastico?

Il termine “pagella”, diminutivo di pagina, nei dizionari dell’Ottocento aveva come unico significato quello dell’onorario dovuto al libero professionista. Per ritrovare “pagella” anche nel suo significato di documento scolastico, l’unico che oggi conosciamo, dobbiamo aspettare i dizionari dei primi decenni del Novecento.

La legge Casati del 1859, la prima legge scolastica applicata al Regno d’Italia, prevedeva che i genitori venissero informati relativamente all’attività scolastica e al comportamento dei figli. Non si parlava di documenti scritti, sia perché molte famiglie erano analfabete, e non sarebbero state in grado di leggerli, sia perché le scuole elementari rientravano sotto la competenza dei comuni, che non sempre avrebbero avuto i fondi per farli stampare
Fu una circolare di fine Ottocento, relativa alle scuole tecniche, a parlare per la prima volta di “pagella”: da quel momento il termine si diffuse, sostituendo tutte le varie denominazioni con cui erano stati indicati, fino a quel momento, i documenti di valutazione scolastica.

Fu una circolare di fine Ottocento, relativa alle scuole tecniche, a parlare per la prima volta di pagella.Molte pagelle presentavano, oltre alle norme per gli alunni, anche dei veri e propri regolamenti per i genitori. In un periodo di gravi carenze igieniche e diffusione di malattie, i genitori avrebbero dovuto far arrivare a scuola i figli puliti e pettinati, all’orario prestabilito, e tenere a casa i bambini ammalati. Alcuni comuni elencavano nella pagella le norme fondamentali che il bambino avrebbe dovuto seguire per una corretta igiene: fatti il bagno; prima di mangiare lavati le mani; dopo aver mangiato sciacquati la bocca e al mattino e alla sera usa lo spazzolino; preferisci i cibi cotti ai crudi, mastica adagio; non far uso di vino, caffè e tabacco; non sputare per terra: è contrario all’igiene e alla decenza.
Le pagelle della Riforma Gentile del 1923 prevedevano anche una voce per la pulizia personale, ed era prevista l’affissione in classe di una tabella con i nomi degli alunni più meritevoli dal punto di vista igienico.

Nel 1926 venne diffuso un modello ministeriale di pagella, per uniformare i vari documenti diffusi dai comuni. Per poter frequentare la scuola, ogni bambino avrebbe dovuto procurarsi la pagella scolastica, che veniva fornita dal Provveditorato generale dello Stato e posta in vendita (per alcuni anni) al prezzo di £ 5 presso le rivendite di privative, i generi del monopolio di Stato. Agli orfani di guerra e ai figli di mutilati e invalidi di guerra era previsto che la pagella fosse concessa gratuitamente.
Anche le copertine delle pagelle ci raccontano la storia della scuola. Particolarmente interessanti sono quelle degli anni Trenta, con immagini ispirate al dinamismo futurista.La pagella doveva attestare la frequenza, il profitto degli alunni durante l’anno scolastico e il risultato degli esami. All’atto dell’iscrizione dell’alunno, il maestro avrebbe dovuto ritirare la pagella e conservarla a disposizione delle famiglie, che avrebbero potuto chiederla in visione durante l’anno o in consegna in caso di trasferimento del figlio a un’altra scuola. Dopo gli esami, la pagella, debitamente compilata, veniva riconsegnata allo scolaro.

Anche le copertine delle pagelle ci raccontano la storia della scuola. Particolarmente interessanti sono quelle degli anni Trenta, che diedero spazio a tutto l’apparato iconografico del fascismo con immagini ispirate al dinamismo futurista, riferimenti all’Opera Nazionale Balilla (ONB), fondata nel 1926 e, dal 1937, alla Gioventù Italiana del Littorio (GIL).

  • xPagella 1907-1908 (CoDiSV – Corpus Digitale delle Scritture scolastiche d’ambito Valdostano, http://www.codisv.it/)
  • xPagella 1916-1917
  • xPagella 1927-1928
  • xPagella 1930-1931
  • xPagella 1931-1932
  • xPagella 1932-1933
  • xPagella 1936-1937
  • xPagella 1942-1943 (Collezione Dino Davanzo, http://www2.comune.venezia.it/tuttoscuola/archivio/album_pagelle/pagine/pagella_25_1942-43_copert.htm)

Durante la Seconda guerra mondiale, la necessità di risparmiare carta si ripercosse anche su quaderni, pagelle e registri. Nel 1941, il Ministero dell’Educazione Nazionale (denominazione assunta dal Ministero della Pubblica Istruzione dal 1929 al 1944) emanò una circolare rivolta alla scuola, “grande consumatrice di carta”, per invitare gli insegnanti a ridurre il numero e la mole dei quaderni e vigilare che, prima di passare a un quaderno nuovo, quello vecchio fosse stato completamente utilizzato. Una nuova circolare, nel 1942, diede ulteriori indicazioni in merito al consumo di carta nella scuola: i quaderni avrebbero dovuto essere ridotti al minimo, sia come numero che come quantità di pagine; gli insegnanti non avrebbero dovuto chiedere agli alunni di foderare libri e quaderni con carte pesanti o colorate, e anche Per l’anno scolastico 1942-1943 venne stampata una pagella formata da un solo cartoncino stampato su due lati, in verticale sulla prima pagina e in orizzontale sul retro, per le valutazioni.registri e documenti scolastici avrebbero dovuto limitarsi all’essenziale. Gli elaborati scolastici dovevano essere eseguiti su mezzi fogli di carta di quaderno o mezzi fogli protocollo.
Per adeguarsi alle direttive, per l’anno scolastico 1942-1943 venne stampata una pagella formata da un solo cartoncino stampato su due lati, in verticale sulla prima pagina e in orizzontale sul retro, per le valutazioni.
A seconda degli anni scolastici, la valutazione era in decimi o in giudizi: primo: lodevole (9-10); secondo: buono (7-8); terzo: sufficiente (6); quarto: mediocre (5); quinto, insufficiente (4 e meno).

Nel corso degli anni anche le pagelle sono cambiate, così com’è cambiato il sistema di valutazione. Quello che, probabilmente, non cambierà mai, è lo stato d’animo degli studenti (e dei genitori) di fronte alla “piccola pagina”.

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Elena Franchi

È storica dell’arte, giornalista e membro di commissioni dell’International Council of Museums (ICOM).
Candidata nel 2009 all’Emmy Award, sezione “Research”, per il documentario americano “The Rape of Europa” (2006), dal 2017 al 2019 ha partecipato al progetto europeo “Transfer of Cultural Objects in the Alpe Adria Region in the 20th Century”.
Fra le sue pubblicazioni: “I viaggi dell’Assunta. La protezione del patrimonio artistico veneziano durante i conflitti mondiali”, Pisa, 2010; “Arte in assetto di guerra. Protezione e distruzione del patrimonio artistico a Pisa durante la Seconda guerra mondiale”, Pisa, 2006; il manuale scolastico “Educazione civica per l’arte. Il patrimonio culturale come bene dell’umanità”, Loescher-D’Anna, Torino 2021.
Ambiti di ricerca principali: protezione del patrimonio culturale nei conflitti (dalle guerre mondiali alle aree di crisi contemporanee); tutela e educazione al patrimonio; storia della divulgazione e della didattica della storia dell’arte; musei della scuola.

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