Tecnologie e disabilità

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Dalla macchina di Skinner alle LIM, la tecnologia in aiuto delle disabilità.

 

Nel 2001, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha elaborato uno strumento di classificazione della disabilità, l’ICF, che, a differenza del precedente ICDH, non consiste in una classificazione delle «conseguenze delle malattie» ma delle «componenti della salute». Nello studio della disabilità si passa, così, da un approccio individuale a uno socio-relazionale; ne deriva che ogni individuo, date le proprie condizioni di salute, può trovarsi in un ambiente con caratteristiche che possono «limitare o restringere le proprie capacità funzionali e di partecipazione sociale». Nel corso degli ultimi anni l’introduzione delle moderne tecnologie ha consentito agli studenti con disabilità di raggiungere un maggior grado di autonomia e ha favorito un mutamento nella didattica che è diventata sempre più “inclusiva”. Già durante gli anni Venti, Pressey aveva introdotto l’uso delle “macchine per insegnare”, per mezzo delle quali veniva presentata all’allievo una batteria di test a scelta multipla, assegnando automaticamente un punteggio e consentendogli di procedere nel compito solo dopo aver fornito la risposta esatta. A partire dal 1954, lo psicologo statunitense Burrhus Frederic Skinner riprese e sviluppò tali tecniche, raffinandole. Sosteneva che per un buon insegnamento fossero importanti tre comportamenti:
1) iniziare dal punto al quale l’allievo è arrivato senza dare nulla per scontato;
2) rispettare il ritmo normale di apprendimento di ogni alunno;
3) correggere le risposte sbagliate e gratificare invece quelle esatte.
Riteneva quindi che una “macchina per insegnare” potesse svolgere egregiamente questi compiti, forse meglio di quanto fosse in grado di fare un insegnante; essa non costituiva pertanto solo un’innovazione tecnica, ma rappresentava l’attuazione di nuovi princìpi nel campo dell’insegnamento. Permetteva di “accelerare l’apprendimento” attraverso l’applicazione delle tecniche dell’istruzione programmata, basate sul presupposto, sperimentalmente dimostrato, che l’apprendimento ha luogo quando il comportamento viene “rinforzato”. Skinner non si poneva, ancora, l’obiettivo di fornire allo studente con difficoltà uno strumento che gli consentisse di superarle oppure di affrontarle in modo adeguato; tuttavia si spinse a ipotizzare che, se gli elaboratori elettronici fossero stati meno complicati, meno costosi e meno ingombranti, sarebbero stati molto utili all’insegnamento.

Tecnologie per le difficoltà
Con l’approvazione della Legge-quadro 104 del 1992 sull’handicap, il discorso sull’utilizzo degli ausili tecnologici come aiuto a tutti i soggetti diversamente abili si è fatto più stringente e, di pari passo, si è iniziato a costruire strumenti tecnologici ed elaborare programmi adatti alle varie tipologie di difficoltà. Questi strumenti e i relativi programmi possono favorire la comunicazione, l’autonomia e in genere l’integrazione sociale dei soggetti diversamente abili. La possibilità di compensare, con un ausilio tecnologico, le funzioni compromesse in questi soggetti, con l’intento di rinforzarne l’autostima attraverso la facilitazione dell’apprendimento, riveste una notevole importanza educativo-didattica, oltre che psicologica sotto il profilo sia individuale sia sociale. Parlare di scuola inclusiva significa, pertanto, considerare sia l’accessibilità dello spazio fisico sia il setting di apprendimento: questi due ambiti sono alla base della riflessione sui disturbi dell’apprendimento. Per i suddetti motivi, l’utilizzo in classe del computer portatile come mezzo per l’apprendimento di contenuti disciplinari specifici, grazie a software didattici predisposti e ambienti informatici ove simulare qualsiasi situazione (reale o ipotetica), permette a tutti gli studenti che presentano deficit e difficoltà di interagire costruttivamente con i compagni di classe e con i docenti. La possibilità di autocorrezione, la velocità di elaborazione, l’immediatezza del feedback e la correzione tecnicamente “pulita” sono fattori che facilitano e stimolano l’apprendimento.I software per l’apprendimento, le sintesi vocali, le lavagne interattive multimediali (LIM), i netbook e i tablet creano una “rete integrata” che permette, grazie a linguaggi diversi e multimodali, di potenziare l’autostima dei soggetti con disabilità/difficoltà e favorire la loro autonomia. Nell’ambito degli ausili informatici è possibile distinguere tre categorie:
1) accessibilità al pc (dispositivi di input o output);
2) software didattici e riabilitativi;
3) sensori.
Inoltre esistono la sintesi vocale (l’applicativo che trasforma il testo digitale in audio) con il relativo software che la gestisce; Carlo Mobile II legge PDF e ha una sintesi di qualità (Loquendo); Clip Claxon gratuito che legge qualsiasi documento; PDF Xchange Viewer. Con la promulgazione della Legge 170 del 2010 Norme in materia di DSA in ambito scolastico e il successivo Decreto Ministeriale del 12 luglio 2011, Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento, gli insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado hanno dimostrato un forte interesse anche nei riguardi degli strumenti dispensativi e compensativi che permettono loro (e agli studenti) di affrontare positivamente i disturbi dell’apprendimento.

La lavagna interattiva
In questo ambito ha assunto un rilievo importante sotto il profilo metodologico-didattico un nuovo learning object noto con l’acronimo LIM, ossia Lavagna Interattiva Multimediale. La quale è, come noto, uno strumento composto da un sistema hardware supportato da adeguato software; essa si integra bene con il materiale tipico del docente: file in PDF, Power Point, Word e applicazioni in campo scientifico come matLab ed Excel: in questo modo la lavagna può essere utilizzata sia dal docente di materie letterarie o umanistiche, sia da quello di materie scientifiche.L’insegnante può usare le dita per compiere le solite azioni che si fanno sulle lavagne tradizionali: sottolineare, ingrandire e cancellare, grazie alla digitalizzazione di tutte le informazioni che vengono registrate e inserite in un apposito data base. La LIM, con i relativi software e devices collegati (iPad, iPhone, monitor e così via), costituisce uno strumento tecnologicamente più avanzato del proiettore per lucidi, del proiettore per diapositive e infine della videoproiezione di presentazioni in Power Point. L’utilizzo della LIM consente il perseguimento dei seguenti obiettivi:
1) migliorare la didattica in termini di ricaduta sull’apprendimento degli studenti con disabilità e con DSA;
2) integrare nella didattica le persone con bisogni educativi speciali (BES) che necessitino di un supporto informatizzato delle lezioni;
3) realizzare più facilmente uno scambio di materiali anche fra docenti diversi nel caso di corsi integrati;
4) facilitare il processo di studio e di apprendimento, in cui l’interazione tra docente e “lavagna” diventa sicuramente l’elemento chiave per la buona comprensione dei concetti trattati

Con la Circolare Ministeriale 18 del 9 febbraio 2012 (in relazione alla disposizione contenuta nell’articolo 15 del decreto legge 112 del 2008, convertito con modificazioni dalla legge 133 del 2008) «a partire dall’anno scolastico 2011-2012, il collegio dei docenti adotta esclusivamente libri utilizzabili nelle versioni on-line scaricabili da Internet o miste».Il testo on-line deve rispondere ai requisiti della Legge Stanca in materia di accessibilità, a prescindere dal fatto che possa/debba o meno venire utilizzato da uno studente con disabilità, esattamente come il sito di qualsiasi scuola/amministrazione pubblica. La fornitura della copia del libro di testo alle biblioteche scolastiche «accessibili agli alunni disabili e agli insegnanti di sostegno, nell’ambito delle disponibilità di bilancio» (secondo comma dell’articolo 5 della legge 4 del 2004), dev’essere reinterpretata alla luce del dettato della Legge 170 del 2010 (Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico), nonché delle Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e studenti con disturbi specifici di apprendimento. Tutti gli studenti che hanno bisogno di fruire di libri di testo adeguati alle loro esigenze di apprendimento o di fruirne attraverso diversi canali sensoriali, hanno diritto ad avere a disposizione il libro di testo subito; i disturbi dell’apprendimento richiedono materiali che offrano la possibilità d’essere adeguatamente fruiti dalle tecnologie assistive e informatiche in genere, senza dover richiedere la versione digitale di un testo a stampa e senza dover faticare per poterlo ricopiare o per creare una mappa o uno schema. Una cultura accessibile non può fare a meno di materiali tecnicamente accessibili, i cui contenuti devono essere adeguati alle esigenze di chi studia.

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Ugo Avalle

Pedagogista-formatore e docente a contratto presso l’Università degli studi di Torino.

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