Surfing #4: Lend

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«La lingua non è patrimonio di una singola disciplina ma è un elemento trasversale, – dice Silvia Minardi, presidente di Lend, – Lend infatti sta per “Lingua E Nuova Didattica”: “lingua”, al singolare, non “lingue”». Che sia L1, L2 o che si declini nei vari registri linguistici, la lingua è il valore centrale su cui Lend fonda la sua attività associativa, fin dalle origini.

Lend nacque nel 1971 su iniziativa di un gruppo insegnanti desideroso di innovare la didattica delle lingue, sulla base dei principi dell’educazione e della diversificazione linguistica. Erano anni di grande fermento, gli anni Settanta. La Legge n. 1859 del 31 dicembre 1962 aveva innalzato l’obbligo scolastico a 14 anni, immettendo per la prima volta nell’istruzione superiore i figli della classe operaia, per lo più dialettofoni: uno stravolgimento che mise profondamente in discussione la didattica linguistica tradizionale. 
Don Lorenzo Milani, Tullio De Mauro – per citarne alcuni – diedero voce alla necessità di cambiamento e agirono per indirizzarlo. Molti giovani insegnanti risposero alla chiamata con coraggio e passione, scegliendo la dimensione collaborativa dell’associazionismo per tradurre in buone pratiche i principi di educazione linguistica: è proprio in questo clima che si colloca la nascita di Lend.
L’aver imposto l’inglese per 13 anni, con risultati non sempre incoraggianti, ha finito per far morire le seconde lingue.Sono trascorsi quarant’anni da allora: nell’attuale contesto globalizzato, gli studenti sono sempre più proiettati verso esperienze lavorative all’estero. Non basta più conoscere le lingue, occorrono competenze linguistico-culturali finalizzate a scopi pratici ben precisi. Esigenza che in qualche modo ha trovato risposta in una sistematizzazione dell’educazione linguistica in percorsi universitari specialistici, sempre più orientati verso la diversificazione linguistica, nell’ottica interculturale tanto invocata dalle più alte istituzioni dell’Unione Europea.

Nella scuola italiana, però, c’è ancora tanto da fare. «Non ci si rende conto che la lingua italiana è una risorsa da valorizzare – dice Silvia Minardi – e che l’aver imposto l’inglese per 13 anni, con risultati non sempre incoraggianti, ha finito per far morire le seconde lingue, in un momento in cui sono proprio le seconde lingue a fare la differenza sui mercati mondiali».

Ma come si traduce operativamente lo slancio di Lend verso l’educazione e la diversificazione linguistica? In un’offerta formativa libera, diversificata e sempre all’avanguardia. 
In quanto ente formativo accreditato dal MIUR, Lend organizza periodicamente seminari, convegni e corsi. Da 5 anni l’associazione si occupa anche di formazione online, con un corso sulla metodologia CLIL che già alla sua prima edizione ha vinto il premio Label Europeo delle lingue. Rivolto a docenti non di lingua straniera, da quest’anno il corso è stato aperto anche a insegnanti della scuola primaria. Gli eventi formativi sono animati da formatori volontari Lend, spesso affiancati da relatori di fama internazionale che l’associazione riesce a coinvolgere grazie alla collaborazione con i principali enti culturali europei: dal British Council all’Institut Français fino al Goethe-Institut.

La crescita della portata internazionale di Lend, presente peraltro come associazione nell’ ECML – European Centre for Modern Languages of the Council of Europe, affianca il progressivo consolidamento della sua dimensione locale: «nei gruppi locali c’è tanta voglia di ricerca, di cambiamento, – dice Silvia Minardi, – come negli anni Settanta, ancora oggi, Lend si regge sulla presenza capillare di piccoli gruppi sparsi per tutto il territorio nazionale». 
Fatti di persone che quotidianamente vivono la Come negli anni Settanta, ancora oggi, Lend si regge sulla presenza capillare di piccoli gruppi sparsi per tutto il territorio nazionale.scuola, i gruppi locali contribuiscono a preservare l’originario spirito movimentista dell’associazione, consentendole di rispondere all’esigenza di cambiamento in maniera efficace. Il cambiamento, quindi, come accadeva negli anni Settanta, continua a essere agito a partire dal basso: «in questo momento il terreno di vera sperimentazione è la scuola, – continua, con entusiasmo, la presidente – contrariamente a quello che si può pensare, le scuole sono luoghi dove davvero stanno accadendo delle cose: avere dentro soci e socie Lend significa guidare il cambiamento».

Guida che, peraltro, trova la sua espressione non solo in termini strettamente didattici, ma anche di relazione tra insegnanti. Oggi la classe docente vive una situazione di alta competizione che porta all’isolamento e mette in secondo piano la massima priorità di qualsiasi insegnante: gli studenti. In questo contesto, diventa prezioso contaminare le scuole con metodi di lavoro collaborativo, come quelli esercitati dai soci e dalle socie Lend.

«All’interno dell’associazione, c’è l’abitudine a lavorare in gruppo, a affrontare insieme i problemi, lo studio dei documenti, l’approfondimento delle normative», dice Silvia La rivista Lend esce ininterrottamente dagli anni Settanta.Minardi. Attitudine determinante, per lo sviluppo di un’altra importante area operativa di Lend: la ricerca, i cui risultati vengono periodicamente raccolti in una rivista specializzata. «La rivista LEND è l’organo più importante dell’associazione, – dice Silvia Minardi, – esce ininterrottamente dagli anni Settanta». Inizialmente pubblicata su carta, da quest’anno la rivista Lend è passata interamente online ed è riservata agli iscritti. Online sono disponibili anche i Quaderni storici del Lend, volumi dedicati ad argomenti specifici sulla didattica delle lingue: «abbiamo estrapolato dai Quaderni contributi che ci sembravano essere ancora utili», dice Silvia Minardi. Gli estratti dai Quaderni possono essere scaricati da chiunque, anche dai non iscritti all’associazione: «ci sembrava un’operazione giusta da fare. Siamo un’associazione: a noi interessa che la didattica delle lingue possa reggersi su basi anche scientificamente valide».

In quest’ottica inclusiva si muove anche il gruppo Facebook: un grande gruppo Lend aperto a tutti. Con più di 2.000 aderenti da tutto il mondo, il gruppo costituisce un enorme spazio digitale per la condivisione diffusa di materiali, informazioni e documenti, e permette anche di entrare in contatto diretto e immediato con Lend, per richiedere interventi formativi ad hoc a esperti di un certo argomento, o informazioni su questioni specifiche. 
L’attitudine alla condivisione di Lend trova, quindi, espressione anche nei social media: l’associazione, infatti, oltre che su Facebook, è attiva su Twitter ed è in procinto di sbarcare su Linkedin.

Lend si profila, quindi, come una realtà in continua evoluzione, capace di ascoltare le esigenze del momento, preservando lo slancio ideale originario; una realtà fluida, capace di valorizzare e incanalare le energie innovative che partono dal basso, per guidare le istituzioni ai più alti livelli, verso la realizzazione di una nuova didattica della lingua.

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Annachiara Scalera

Facebook Manager per Loescher Editore, blogger di Vitadafemmina.it, giornalista freelance. Dovevo dare senso al mondo. L’ho studiato sui libri. Non è stato sufficiente. Allora, nel mondo ci sono entrata, da segretaria, educatrice, operaia, promoter, bidella, organizzatrice eventi. Ma visto dall’interno, il mondo è ancora più incomprensibile. Allora, ho iniziato a tradurlo, scrivendo. Articoli, post, racconti: parola dopo parola, tutto aveva più senso. Non ho più smesso. È stato così che, a quasi tre decadi di esistenza, mi sono ricordata che da grande avrei fatto questo: scrivere.

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