Moonlight

Tempo di lettura stimato: 4 minuti
Vincitore del Golden Globe 2017 come miglior film drammatico e candidato a ben 8 premi Oscar, arriva in sala l’atteso film del regista americano Barry Jenkins. Dopo l’esordio del 2008 con il promettente «Medicine for Melancholy» (2008), l’autore afro-americano di Miami è rimasto molti anni lontano dal grande cinema, dedicandosi a dei cortometraggi e a una serie televisiva.

Quando però è arrivato tra le sue mani il soggetto del drammaturgo Tarell Alvin McCraney, che racconta una storia ambientata nel quartiere di Liberty City di Miami, dove anche il regista aveva trascorso la sua infanzia, è sembrato un segno del destino.
Racconta lo stesso Jenkins: «Tarell era stato bravissimo a descrivere cosa significhi essere un ragazzino di colore povero che cresce in un quartiere di case popolari di Miami. Avevo la sensazione che potesse aiutare anche me a tirar fuori alcuni dei miei ricordi di infanzia e a portarli sullo schermo, filtrati dalla voce meravigliosa di Tarell. Le basi della sua esperienza di vita erano le stesse della mia: mi è sembrata perciò una combinazione perfetta».

Il film, diviso in tre capitoli, racconta l’infanzia, l’adolescenza e l’età adulta di Chiron, un ragazzino di colore che cerca di trovare la sua identità e la sua strada in un quartiere violento e degradato, in cui gli spacciatori controllano il territorio e la tossicodipendenza consuma le vite. Difficile crescere in quest’ambiente per un bambino timido e sensibile come Chiron. Sua madre si droga, il padre non l’ha mai conosciuto e l’unica persona adulta che si occupa di lui è un boss dello spaccio. Moonlight è un film di straordinaria sensibilità e intensità emotiva, che scava profondamente nel rapporto tra un individuo e l’ambiente che lo circonda.
La piccola comunità in cui vive sembra segnare il destino di Chiron, senza via di scampo. Fin da bambino viene etichettato come gay dai ragazzi più grandi, prima ancora di sapere cosa sia la sessualità e senza conoscere il significato di quella parola. Vittima di bullismo, attraversa la difficile stagione dell’adolescenza tra le umiliazioni dei compagni di classe e una straniante sensazione di sentirsi sempre fuori posto. Il desiderio di riscatto lo porterà ad abbracciare l’unico modello di vita che conosce, quello dello spacciatore. I soldi e un ruolo da duro appaiono agli occhi di Chiron un buon mezzo per esorcizzare i fantasmi della sua infanzia, le accuse di omosessualità e di fragilità. Il modo più semplice per ritagliarsi un posto in quel mondo.

Il film è un’attenta riflessione sull’influenza sociale e culturale dell’ambiente nel processo di formazione della personalità individuale. La famiglia, la scuola, gli amici, i modelli di riferimento, creano una sorta di perimetro di valori, che condiziona senza alternative la vita di Chiron. Jenkins non sceglie la strada dell’indagine sociologica, ma riporta il tema del film all’interno della psicologia del protagonista. Chiron sembra catalizzare e interiorizzare il mondo che lo circonda, restandone irreversibilmente imprigionato. Continuerà a vivere in una solitudine esistenziale fatta di silenzi e sofferenza interiore. E a nulla varrà mettersi al collo pesanti catene d’oro o guidare macchine potenti. Saranno solo simboli esteriori di un’illusoria corazza, creata per difendere la sua intatta fragilità. Nonostante tutto, il suo cuore continuerà a essere abitato dalla strana sensazione di sentirsi diverso dagli altri, estraneo al mondo, incapace di tessere relazioni umane intime e autentiche. La sua parte più preziosa, quella delle emozioni, sembra persa in fondo all’abisso delle rimozioni, sacrificata per cercare di sopravvivere alla dura realtà.
Barry Jenkins è bravissimo a restituirci con le immagini gli stati d’animo del protagonista, che attraversa la vita chiuso nella sua incomunicabile solitudine. I silenzi, gli sguardi persi, gli spazi vuoti, le parole non dette, diventano una scelta stilistica ed espressiva, che ci avvicina al dramma del protagonista, al buio della sua fredda e arida esistenza. Intimo, profondo e raggelante: un film da non perdere.

Moonlight
Regia: Barry Jenkins
Con: Alex R. Hibbert, Ashton Sanders, Trevante Rhodes, Mahershala Ali, Naomie Harris, Janelle Monáe, Andre Holland, Jharrel Jerome, Edson Jean, Jaden Piner
Durata: 110 min.
Produzione: USA, 2016

Condividi:

Alessio Turazza

Consulente nel settore cinema e home entertainment, collabora con diverse aziende del settore. Ha lavorato come marketing manager editoriale per Arnoldo Mondadori Editore, Medusa Film e Warner Bros.

Contatti

Loescher Editore
Via Vittorio Amedeo II, 18 – 10121 Torino

laricerca@loescher.it
info.laricerca@loescher.it