La Notte nazionale del Liceo Classico
Anzitutto dobbiamo davvero ringraziare il collega Rocco Schembra, del Liceo “Gulli e Pennisi” di Acireale , per avere – ormai tre anni fa – ideato l’iniziativa, e per l’entusiasmo e la generosità con la quale l’ha portata avanti e trasformata da attività di nicchia in un vero e proprio evento a forte impatto mediatico. Dunque de l’un dirò, però che d’amendue si dice (Dante, Par., XI, 40-41), cioè parleremo di noi del “Banfi” per parlare dell’azione comune e simultanea di tutti noi “classicisti”.
Ciascun Liceo aderente, dopo avere proiettato un filmato comune, ha aperto la serata con la lettura di un celeberrimo passo dell’Antigone di Sofocle, e chiuso con il commovente Lamento di Danae di Simonide di Ceo, offrendo così un esempio della meditazione classica sulla grandezza, ma anche sulla fragilità dell’uomo.
Poi si è dato libero spazio alla creatività di ciascuna scuola, e nel nostro Liceo abbiamo puntato su due “nuclei” forti, oltre che sulla meravigliosa esecuzione fatta al violino dalla nostra alunna Cecilia Sala del Preludio del Concerto n.1 di Max Bruch in sol minore. E cioè abbiamo puntato su una tavola rotonda dal titolo Palmira, tra storia, archeologia e attualità, moderata da Mauro Reali, e su una riduzione teatrale del Miles gloriosus di Plauto, ad opera del collega Luca Tedoldi e dei bravissimi studenti del suo laboratorio teatrale.
Questa seconda iniziativa – molto divertente – è stata un grande successo. In questo breve resoconto è però soprattutto della tavola rotonda “palmirena” che vogliamo parlare, anche perché da anni il nostro Liceo, nella sua sezione classica, ha sviluppato una forte curvatura archeologica della quale già si è scritto su queste colonne. Tra l’altro l’immane tragedia della guerra in Siria ha fatto conoscere in questi anni Palmira al mondo intero, e ormai tutti sanno che è stata una delle più importanti città dell’Oriente antico ed è ora (era? speriamo proprio di no…) uno dei maggiori siti archeologici del mondo classico.
- Il sito archeologico di Palmira.
- Lo scavo dell’Università di Milano a Palmira.
- Il Tempio di Bel a Palmira.
- Ciò che resta del tempio di Bel dopo le distruzioni.
- Lilia Palmieri al Liceo Banfi.
- Antonio Sartori e Lilia Palmieri con Mauro Reali.
- L’auditorium del Banfi di Vimercate.
- L’archeologo Khaled al As’ad.
- La targa commemorativa per Khaled al As’ad.
La “Notte” al Liceo “Banfi”
Di Palmira hanno parlato dunque una giovane ma già molto esperta archeologa, e cioè la dott.ssa Lilia Palmieri (Università degli Studi di Milano), che lì ha scavato più volte nell’ambito della missione archeologica italo-siriana (2007-2010) coordinata dalla prof.ssa Maria Teresa Grassi (Università degli Studi di Milano) e dal prof. Waleed al As’ad (Museo di Palmira); ma anche uno storico del calibro del prof. Antonio Sartori (Università degli Studi di Milano), che è stato a lungo docente di Epigrafia Latina e Storia Romana: proprio con lui Mauro Reali si è laureato (sic!) trent’anni fa…
Il folto pubblico di studenti, colleghi, genitori, cittadini interessati, ha così imparato che Palmira era un crocevia geografico, commerciale, ma soprattutto culturale fra Eufrate e Mediterraneo, fra Oriente e Occidente; prima città d’Oriente per chi arrivasse da Roma, prima città d’Occidente, con la sua lunghissima via colonnata, per chi dall’Oriente fosse venuto. E ha visto – illustrate da Lilia Palmieri – le immagini dei templi di Bel e Baalshamin, come pure dell’arco severiano prima e dopo le devastazioni iconoclaste dell’Isis. Devastazioni non casuali, ma mirate a distruggere i segni concreti dell’antica simbiosi tra fra mondi culturali diversi, che non solo non si elidevano a vicenda, ma volevano e potevano convivere, integrarsi, arricchirsi.
Ha poi appreso da Antonio Sartori le vicende della regina palmirena Zenobia – bellissima e coraggiosa, secondo le fonti antiche – che per parecchi anni sottrasse a Roma il controllo del Medio Oriente, prima di essere sconfitta nel 272 d.C. dall’imperatore Aureliano. Ma chi se la dimenticherà più Zenobia, dopo la relazione di Sartori, che ha incrociato genialmente testimonianze lapidee dell’esistenza e delle gesta della regina di Palmira con fotogrammi di film di Oliver Hardy-Ollio ritratto accanto all’elefantessa Zenobia, monete antiche recanti l’iscrizione Zenobia Augusta con locandine di film con una Anita Eckberg in armatura metallica total-body che interpreta la regina-guerriera?
Ben poco da dire è toccato allora al moderatore, se non ricordare a tutti cosa capita ora in quel contesto geopolitico, ponendo l’accento su un dato numerico: dal 2011 gli abitanti della Siria da 22 milioni sono diventati poco più di 17 milioni, e 5 milioni mancanti o sono morti o sono profughi. Parlare di ecatombe, di sciagura, di disastro epocale è sempre poco. E, soprattutto – per favore – non parliamo più di guerra “civile”, perché questo conflitto fatto solo di nemici senza alleati è la più alta manifestazione attuale di inciviltà.
Una targa per Khaled al As’ad, archeologo e uomo giusto
Che dire? Una grande lezione di archeologia, storia, ma anche di etica, poiché la serata ha visto lo svelamento di una targa con la quale il Liceo “Banfi” ha inteso dedicare una sua aula alla memoria di Khaled al As’ad (1934-2015) archeologo siriano ucciso dai miliziani dell’Isis nel 2015: un uomo giusto, che ha pagato con la vita la difesa dalla barbarie terroristica del patrimonio monumentale che studiava da anni. Un uomo che Lilia Palmieri ha conosciuto bene e la cui figura è evocata anche in un breve racconto – letto pubblicamente – contenuto in un libro scritto da due colleghe: Franca Longo e Angela Villani, Donne migranti si raccontano, Schena Editore, Bari 2016.
Insomma, quando il Preside del “Banfi”, prof. Giancarlo Sala, insieme con Lilia Palmieri e Antonio Sartori ha scoperto quella targa, è apparso chiaro come la difesa della memoria – archeologica, ma anche storica, letteraria etc. – del passato non sia un semplice atto formale o intellettuale, ma un impegno di altissimo valore morale. Un impegno che non può non passare anche (scriviamo anche, non solo: anticipiamo così le critiche dei detrattori del Classico…) dalla lezione che il Liceo Classico ha dato negli anni, dà, e – si spera – continuerà a dare ai nostri giovani, ai quali simbolicamente affidiamo il compito di ricostruire tutte le Palmire fisiche o spirituali sparse nel mondo e distrutte dalla barbarie di un uomo che sarà anche, come ha scritto Sofocle (Antigone, 333), il più prodigioso degli esseri viventi, ma che spesso fa di tutto per sembrare il peggiore tra questi.
P.S.1 Tre segnalazioni bibliografiche su Palmira:
1) Il recentissimo, agile e intenso libro di Paul Veyne, Palmira. Storia di un tesoro in pericolo, Garzanti, Milano 2016.
2) Il sito web, a cura di Lilia Palmieri, che l’Università degli Studi di Milano dedica al “Progetto Palmira”. Alcune della foto qui pubblicate sono tratte da questo archivio.
3) Una serie di interessanti articoli della “nostra” Elena Franchi su La Ricerca.
P.S.2 In data 20 gennaio la stampa internazionale diffonde la notizia di nuove devastazioni dell’ISIS: il cosiddetto Tetrapylon, e la fronte del Teatro romano. Non ci pare il caso di aggiungere parole alla drammaticità dei fatti…