Il sogno di Francesco

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In occasione del 4 ottobre, giorno dedicato alla memoria di San Francesco d’Assisi, è uscito nelle sale italiane un nuovo film dedicato a una delle figure più amate e forse anche più scomode della storia della Chiesa cattolica.

Non è la prima volta che il cinema si confronta con la figura del santo: ricordiamo, tra le altre, la versione del maestro del neorealismo Roberto Rossellini Francesco giullare di Dio (1950), la biografia in stile hollywoodiano Francesco d’Assisi (1961) di Michael Curtiz, la libera interpretazione di Franco Zeffirelli in Fratello Sole, sorella Luna (1972), il ritratto duro e vitale del Francesco (1989) di Liliana Cavani.

Il film di Renaud Fely e Arnaud Louvet non ha la pretesa di raccontare in modo dettagliato ed esaustivo la parabola di vita del santo, dalla sua gioventù agiata alla conversione, alla sua predicazione, fino alla morte, ma si concentra soprattutto sul momento in cui nasce il testo della regola dell’ordine francescano e sui rapporti di amicizia e i conflitti all’interno della nascente comunità, proprio in relazione alla stesura del testo della confraternita. L’attenzione dei due registi si sofferma in particolare sulla relazione tra Francesco ed Elia da Cortona, suo grande amico, ma non sempre in sintonia per quanto riguarda le questioni di dottrina religiosa.
Mentre Francesco crede con assoluta intransigenza nei principi di uguaglianza e fratellanza tra gli uomini, compresi ladri e assassini, e di assoluta solidarietà con i poveri, a cui unisce un senso istintivo e quasi anarchico della libertà che rifiuta ogni autorità gerarchica e ogni forma ed esercizio del potere, Elia da Cortona sembra avere una visione meno rivoluzionaria e radicale del ruolo della nuova confraternita nell’ambito della Chiesa e della società del tempo. A fronte del rifiuto da parte del papa Innocenzo III di accogliere la prima stesura della regola, Francesco la riscrive praticamente uguale, senza concessioni alla visione autoritaria di Roma.
Sarà Elia da Cortona, durante un lungo periodo di malattia di Francesco, a riscrivere il testo definitivo, poi approvato, eliminando le frasi più intransigenti e mediando con le richieste del papa e tradendone così però lo spirito originario. Una mediazione tuttavia necessaria per sopravvivere e ottenere il riconoscimento ufficiale.

Il film si avvicina all’uomo Francesco e ai suoi fratelli con sincero realismo, fedele all’estrazione documentaristica dei due registi. La narrazione segue la vita dei primi fratelli, nelle vicissitudini della quotidianità, con tutte le difficoltà di un’esistenza marginale, lontana dalla società dell’epoca e ancora non riconosciuta dalla Chiesa. La scansione del film in capitoli tende ancor più a raffreddare il coinvolgimento nella trama del film e a mettere sempre lo spettatore in una posizione d’osservatore esterno delle vicende.
La messa in scena volutamente austera e minimalista non concede nulla alla superficie delle immagini, cercando sempre di concentrare l’attenzione sui personaggi e sui loro dialoghi.
Rispetto ai precedenti, la novità del film risiede sicuramente nella scelta di un punto di vista insolito, quasi più spostato sulla figura di Elia da Cortona che su Francesco. Il santo, pur rimanendo l’imprescindibile centro narrativo del film, non sempre è il protagonista centrale della storia, che procede spesso lasciandolo sullo sfondo. La presenza di Francesco tende pian piano a farsi sempre più rarefatta, come a voler anticipare la sua morte e la necessità che la confraternita viva oltre la sua vita terrena. È il ritratto di un uomo che trova un senso alla vita solo nella condivisione, rifuggendo ogni personalismo, che vive quasi per sottrazione, attento solo all’essenziale e ai valori più alti del suo spirito.

Il sogno di Francesco
Regia: Renaud Fely, Arnaud Louvet
Con: Elio Germano, Jérémie Renier, Alba Rohrwacher, Stefano Cassetti, Thomas Doret, Yannick Renier, Eric Caravaca
Durata: 88 min.
Produzione: Italia, Francia, Belgio, 2015

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Alessio Turazza

Consulente nel settore cinema e home entertainment, collabora con diverse aziende del settore. Ha lavorato come marketing manager editoriale per Arnoldo Mondadori Editore, Medusa Film e Warner Bros.

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