Die Hard

Tempo di lettura stimato: 2 minuti
Riflessioni scrollando notizie, immagini, ultim’ora su quello che sta succedendo in Ucraina.

Seguo la crisi ucraina con l’apprensione di tutti. Ho le mie idee in merito, che sto mettendo alla prova cercando di leggere quanto mi passa sotto gli occhi. Con fatica, devo ammettere.

Perché se all’inizio i distinguo e gli scenari da risiko, la saccenza di molti e la protervia di alcuni mi spingevano a dubitare perfino delle emozioni che provavo, lo spettacolo (mediatico, certo, e mediato!) di un popolo intero che si oppone all’invasore ha certamente stimolato la parte più antica e profonda del mio cervello, innescando meccanismi primigeni di attacco e fuga, difesa e aggressione.

E di semplificazione del quadro: da un lato ci sono i buoni, dall’altro i cattivi.

(Con buona pace di chi oggi sembra voler subordinare la volontà espressa in forma di Resistenza al proprio personalissimo processo alle intenzioni).

Da giorni compulso con ritmo cadenzato le ultim’ora dell’Ansa, quindi, e le testate di vari giornali, i resoconti internazionali (di Internazionale, obviously) e gli approfondimenti di Domani (sempre illuminanti, anche quando discordano dalla mia visione delle cose).

È un’attenzione che a volte accresce la mia ansia, altre volte la mia indignazione, qualche volta il mio stupore.

Come stamattina, quando ho letto la dichiarazione di Zelensky che chiedeva all’esercito russo di arrendersi!

Ho scorso tutto lo scorribile senza trovare uno straccio di commento che provasse a spiegarmi cosa stesse succedendo, e come potesse un uomo sano di mente fare una dichiarazione del genere. Niente!

Finché non ne ho parlato con Chiara, intenta a preparare la colazione di nostro figlio.

“Troppi film con Bruce Willis!” ha commentato.

“Eh?!?”

“Ne ha visti un po’ troppi, dico!”

E lì mi si è squarciato un velo.

Ma certo: palazzi distrutti, maglietta della salute, occhi spiritati e barba incolta: è la trama di Trappola di Cristallo con Bruce Willis nei panni di John McClane intento a sgominare da solo una crudelissima masnada di terroristi.

Accidenti, mi sono detto, perché no? Ho letto commenti talmente strampalati su questa guerra che questa interpretazione al confronto mi sembra un saggio di alta psicologia politica.

Certo, non aiuta a chiarire il quadro geopolitico, né a prevedere l’esito della catastrofe, ma a suggerire l’ultima battuta di Zelensky a Putin forse sì:

Yippie ya ye, pezzo di m…!”

Condividi:

Sandro Invidia

Direttore editoriale Loescher.

Contatti

Loescher Editore
Via Vittorio Amedeo II, 18 – 10121 Torino

laricerca@loescher.it
info.laricerca@loescher.it