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Scienza & Tech

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Qualche sera fa ho visto più o meno per caso Code Name Geronimo, film uscito in Italia nel 2012; diretto da John Stockwell, ricostruisce l’operazione che si concluse con l’uccisione di Osama Bin Laden. La vicenda è nota e la trama è di conseguenza abbastanza noiosa – ad un certo punto credo di essermi addirittura addormentato –, ma quel che colpisce è l’uso intensivo delle tecnologie.
Pochi giorni fa, al convegno nazionale “L’innovazione tecnologica nella scuola italiana e i capi d’istituto. Quali orientamenti per una politica sostenibile ed efficace?”, un’ineffabile relatrice ci informava che, secondo recenti e attendibili ricerche scientifiche, è proprio Facebook la fonte di informazione privilegiata da parte di moltissimi tra i nostri adolescenti.
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“Perché sei così scettico nei confronti del registro elettronico?", mi ha apostrofato qualche giorno fa una collega. "Ormai tutto è informatizzato, ovunque. Non possiamo essere fuori”. E infatti a scuola sono informatizzate anche redazione e archiviazione del nostro lavoro di progettazione e rendicontazione didattica.
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La saggezza degli antichi e il recupero di alcune vecchie abitudini contro il logorìo della vita moderna (leggi: registro elettronico).
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Una delle due signore mi ha rivolto la classica domanda: “Ma non le manca il fatto di toccare le pagine, di sfogliarle?”. Ed è rimasta colpita dalla risposta, ammantata di un nuovo materialismo: “Pesa meno di un tascabile e contiene un sacco di volumi. Non c'è niente di meglio di stare a letto sapendo che abbiamo un altro libro subito a disposizione, senza nemmeno doverci sporgere verso il comodino".
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Sono rari i progetti didattici centrati sull’uso delle tecnologie digitali che non siano fondati su slogan a effetto, destinati da una parte a rappresentare l’entusiasmo di coloro che li realizzano e dall’altra ad attirare l’attenzione mediale, col solo risultato di approssimare allo zero la credibilità scientifica del percorso e di procedere a inaccettabili semplificazioni dei risultati ottenuti.
È di pochi mesi fa la notizia dell’UAV (drone), equipaggiato con una termocamera e un GPS, utilizzato da un archeologo francese per esplorare la zona di Sancergues. L’UAV ha permesso di individuare siti ancora da scavare e ricchi di reperti. Per mezzo di una termocamera è infatti possibile rilevare strutture non ancora portate alla luce, opere idrauliche, gallerie sotterranee.
“Vorrei poter ogni tanto fornire ai miei allievi materiali via Internet e indicare loro qualche pagina utile. E che i ragazzi potessero effettuare il collegamento usando la rete della scuola e i dispositivi di cui molti sono in possesso”: quest'idea si sta facendo strada nella consapevolezza di molti colleghi.
Mentre che vi siano nativi digitali è alquanto controverso, è stato invece di recente pubblicato un interessante lavoro che getta una prima luce sull’impatto che possono avere le nuove tecnologie sui nonni digitali.
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La zia sono io. Il protagonista è Leonardo, quasi dodici anni. Il MuSe è il nuovissimo Museo della Scienza di Trento, decisamente da visitare.

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