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Attualità

La riflessione sull’equità fra generazioni dovrebbe essere particolarmente sviluppata in Italia: l’enormità del nostro debito pubblico, infatti, costringe i giovani a pagare i debiti contratti dai propri genitori. Ma questi rispondono d’averli mantenuti, in cambio, come “bamboccioni”. Abbiamo chiesto a un economista se è possibile stabilire chi ha dato e chi ha avuto di più.

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La filosofia politica ha affrontato solo negli ultimi decenni il problema della giustizia fra le generazioni. E non senza forti dubbi, come risulta dalla lettura di Una teoria della giustizia di John Rawls, il filosofo moderno che ha ridato vitalità alle teorie del contratto sociale.
Forse solo il linguaggio degli artisti può riuscire a comunicare con le future e lontane generazioni.

Le scorie radioattive rimarranno pericolose per i prossimi 10.000 anni. Come spiegarlo ai nostri lontani pronipoti così che non si avvicinino ai depositi? Quali segni usare per comunicare con loro? Non certo quelli linguistici, data la nostra difficoltà a capire le antiche lingue, che non hanno più di 5.000 anni. Il problema, ancora irrisolto, è stato affrontato da un celebre semiotico americano, Thomas Sebeok, con un’idea molto originale.

“Non fidarti di nessuno che abbia superato i trent’anni”, suggeriva uno slogan in voga durante le ribellioni giovanili degli anni Sessanta e Settanta. Il contrasto generazionale consisteva in questi decenni in una rivolta contro gli anziani e i genitori, espressione di un autoritarismo che si voleva allora combattere nella società, nella scuola e nella famiglia.

Il tema del contrasto fra le generazioni è prettamente moderno. Se ne discute da non più di una generazione e da allora ha assunto significati sempre diversi di decennio in decennio. Dalla dimensione culturale delle ribellioni giovanili degli anni Sessanta siamo passati oggi alle più concrete questioni dell’equità economica e sociale.

I giovani, si ripete ossessivamente, “non hanno più un futuro”, ma in realtà chi può averglielo sottratto se non gli adulti, i loro stessi genitori?

Durante la scuola elementare i bambini americani familiarizzano, seppur in maniera informale, con i simboli del Paese: il presidente, il poliziotto, lo zio Sam e la bandiera.

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Come qualsiasi altro disturbo specifico dell’apprendimento, anche la dislessia si può manifestare in molti modi e con diversi livelli di gravità.
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La distanza linguistica tra noi contemporanei e i classici della letteratura può essere fonte di sorprendenti scoperte e di avventure tragicomiche.

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