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La filosofia ha tante cose importanti e urgenti da dire.
Pochi giorni fa, al convegno nazionale “L’innovazione tecnologica nella scuola italiana e i capi d’istituto. Quali orientamenti per una politica sostenibile ed efficace?”, un’ineffabile relatrice ci informava che, secondo recenti e attendibili ricerche scientifiche, è proprio Facebook la fonte di informazione privilegiata da parte di moltissimi tra i nostri adolescenti.
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Un commento all'articolo di Gian Paolo Terravecchia "E se fosse la filosofia a causare la meraviglia?".
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I colori fanno parte della nostra vita quotidiana e del nostro linguaggio: diventiamo bianchi per lo spavento, vediamo rosso, siamo al verde. Il significato culturale dei colori, però, non è lo stesso nel tempo, né nelle varie aree geografiche.
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Sulla questione del racconto per immagini dello sterminio pesano come macigni questioni di tipo etico (è giusto mostrare immagini così crude?), epistemologico (cosa raccontano le immagini, fotografie o video, se non un punto di vista parziale, circoscritto, limitato?), storiografico (chi ha prodotto le immagini? perché? quanto è affidabile una fotografia come fonte?).
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Esistono la macrostoria, la microstoria, ma anche quella che si può chiamare la ministoria, cioè la riduzione della storia ad aneddotica comica e banale, il rovescio grottesco della storia.
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Presentato fuori concorso a Venezia, The Canyons è un’interessante riflessione metalinguistica sul fare cinema, o meglio sull’impossibilità di fare cinema. Le inquadrature iniziali descrivono aree urbane desertificate e fatiscenti. Cinematografi abbandonati e cadenti sembrano annunciare la morte del cinema - o forse solo dell’esperienza collettiva della visione, del luogo in cui si consuma un rito sociale, sacro.
Anche da noi attorno alle tesi di Prensky è nata una discussione vivace. Da una parte vi è l’entusiasmo degli innovatori, per i quali i cambiamenti sono urgenti e improcrastinabili; dall’altra vi sono le riserve di chi vede nella rivoluzione digitale una “bolla educativa” destinata a sgonfiarsi.
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Venditore Registri, registri nuovi; registri nuovi. Bisognano, professore, registri? 
Professore Registri per l’anno scolastico nuovo? 
Venditore Sì signore. 
Professore Credete che sarà felice quest'anno scolastico nuovo? 
Venditore Oh illustrissimo sì, certo.
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Il problema dei libri di testo e delle adozioni è diventato il fulcro di ogni decreto e di ogni legge sulla scuola approvata negli ultimi anni, nel nome di “verità” tutte da dimostrare, che pretendono però di imporsi con furore ideologico come “senso comune”. A vederli in sequenza, articoli, commi e modifiche relative, sembrano tutti ispirati dalla fissazione contro l’uso dei manuali nella scuola e la ragione stessa della loro esistenza.

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