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I ragazzi e le ragazze delle medie – ora impegnati nella scelta della scuola di secondo grado – possono contare su un repertorio di storie televisive e cinematografiche che privilegiano la messa in scena di alcuni lavori, che potremmo definire super-rappresentati: cominciamo dalla figura del medico.

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Fare scuola nella classe digitale - Tecnologie e didattica attiva fra teoria e pratiche d’uso innovative, a cura di Valeria Zagami.
David Chalmers, filosofo australiano noto soprattutto per i suoi lavori in filosofia della mente, ha raccolto una serie di link divertenti nella sua pagina “Philosophical humor”. E noi ci siamo divertiti.
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Arte antica e neoclassica alla Ny Carsberg Glyptotek e al Thorvaldsen Museum
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Luoghi magici o ambienti ricchi di insidie, i nuovi media sono un mondo in cui i giovani rischiano di smarrirsi. La comunicazione cambia e le tecnologie digitali riconfigurano le relazioni fra insegnanti e studenti. Il ruolo della media education tra nuove forme di inconsapevolezza e disagio.

Da qualche giorno continua a fare sensazione in rete la lettera aperta scritta al proprio nipotino dal più noto semiologo italiano. L’illustrissimo nonno è preoccupato dal fatto che il nipote possa aver contratto una grave "malattia", a suo insindacabile giudizio diffusissima tra i giovani: la "perdita della memoria". 

Il termine thâuma vuol dire ben più che meraviglia. Si tratta di una parola che, dice Severino, nel suo significato originario significa «terrore», «paura». Secondo lui si tratterebbe di paura del dolore, della morte, dell'infelicità.
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La questione è se la musica abbia o meno una funzione positiva nel render intellettualmente più agili e vivaci coloro che la praticano come esecutori o ascoltatori, e se questa sia una ragione forte per inserirla degnamente e ampiamente nella formazione complessiva dei nostri ragazzi e non solo nei licei musicali.
In una ricerca operativa del 2011 sulla scuola secondaria di primo grado, la Fondazione Giovanni Agnelli ha scattato una fotografia poco incoraggiante dello stato di salute di quello che viene definito da più parti “l’anello debole” del sistema educativo italiano.
Poco tempo fa circolava su Facebook un gioco che ha riempito centinaia di bacheche con immagini di opere d’arte, e non solo fra gli addetti ai lavori. È la classica catena di sant’Antonio, ma senza alcun messaggio intimidatorio, anzi.

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