L’Intelligenza Artificiale sta rivoluzionando molti settori, tra cui il mondo dell’istruzione. Come si legge in un articolo pubblicato sul Post il 31 marzo, il 2024 ha segnato una svolta nell’uso dell’IA tra gli studenti italiani. Molti di loro hanno imparato autonomamente a utilizzare ChatGPT per fare versioni di greco e latino, scrivere temi o riassumere testi, spesso ancora prima dei docenti. In realtà questo accade dal 2022, ossia da quando ChatGPT è stata lanciata, come rilevato da Mauro Reali in un articolo dell’anno successivo.
L’IA nella scuola italiana: a che punto siamo?
A partire dall’anno scolastico 2024/2025, il MIM ha avviato una sperimentazione sull’uso dell’IA nelle Scuole Secondarie di primo e secondo grado. Il progetto, della durata di due anni, coinvolge 15 Istituti distribuiti tra Lazio, Toscana, Lombardia e Calabria, con l’obiettivo di personalizzare la didattica, valorizzare i talenti e supportare gli studenti con difficoltà di apprendimento. Nella sperimentazione, assistenti virtuali affiancano i docenti nell’assegnazione di compiti personalizzati, individuano le difficoltà degli studenti e suggeriscono strategie per migliorare l’apprendimento.
Tuttavia, un primo esperimento dal basso era già stato realizzato nel 2023/2024 in 55 istituti del Friuli-Venezia Giulia. In un’intervista di Sara Urbani al Dirigente scolastico della scuola capofila, riportata su La ricerca online, se ne leggono gli esiti. Questa rete di scuole ha elaborato delle linee guida per l’utilizzo dell’IA, puntando su un approccio consapevole e regolamentato. Gli studenti, ad esempio, devono dichiarare se hanno utilizzato strumenti di IA per svolgere un compito. L’IA viene proposta come supporto, non come sostituto dello studio. La rete di scuole ha, infatti, elaborato linee guida per l’utilizzo dell’IA, ponendo l’accento su un uso consapevole e regolamentato, per cui gli studenti devono dichiarare se hanno utilizzato strumenti di IA per svolgere un compito, e l’IA viene utilizzata come aiuto e non come sostituto dello studio.
Nel report di questo progetto si apprende che gli studenti e gli insegnanti hanno fatto uso dell’assistente digitale Mind in class, un assistente AI in aula, pensato per aiutare l’insegnante a concentrarsi sull’insegnamento mentre gestisce tecnologia e contenuti, diverso da altri assistenti virtuali, come Khanmigo, utilizzato negli USA (di cui dava notizia Eleonora Pantò nell’articolo dal titolo In principio era il Bot), il quale è più come un tutor AI per lo studente, che spiega, fa domande socratiche, corregge esercizi e guida il ragionamento.
Anche il mondo accademico si sta muovendo per includere l’IA nella didattica: l’Università di Torino ha recentemente siglato un accordo con OpenAI e Microsoft per distribuire 600 licenze di IA ai docenti, con l’intento di integrare questi strumenti nelle lezioni, negli esami e nelle tesi: se ne parla in un articolo pubblicato sul «Corriere dell sera» del 25 marzo.
Nel gennaio 2025, a Milano, si è svolto il NextGen AI, il primo summit nazionale sull’IA nella scuola. L’evento ha coinvolto docenti, dirigenti scolastici e studenti per esplorare le potenzialità e le implicazioni dell’IA nell’educazione, cercando di delineare strategie per un’integrazione efficace e responsabile.
Vantaggi dell’IA nella scuola
L’uso dell’Intelligenza Artificiale nell’istruzione potrebbe offrire diversi benefici:
- Personalizzazione dell’apprendimento: l’IA permette di adattare i contenuti alle esigenze di ogni studente, offrendo percorsi su misura.
- Tutor virtuali: strumenti di IA possono affiancare gli studenti nello studio, rispondere a domande e proporre esercizi interattivi; possono anche coadiuvare i docenti.
- Supporto alla creatività: gli studenti possono utilizzare l’IA generativa per affiancare testi a immagini o sviluppare nuove idee di scrittura.
- Ottimizzazione del lavoro docente: l’IA può ridurre il carico burocratico degli insegnanti, permettendo loro di concentrarsi sulla didattica.
Criticità e rischi dell’IA a scuola
Non mancano, tuttavia, preoccupazioni legate a questi strumenti:
- Privacy e sicurezza: Uno dei problemi più rilevanti riguarda la privacy: i dati immessi nei sistemi di IA potrebbero essere utilizzati in modi poco trasparenti. Esiste il rischio che informazioni sensibili degli studenti vengano memorizzate su server esteri, con la possibilità di profilazione degli utenti a fini commerciali o di altro tipo. Ad oggi, non abbiamo garanzie su come questi dati vengano effettivamente trattati, ed è necessario un intervento normativo chiaro.
- Etica e correttezza: è giusto delegare all’IA compiti come la scrittura di temi o le traduzioni? Come distinguere tra uso lecito e scorciatoia?
- Bias e allucinazioni: gli algoritmi di IA possono generare contenuti errati o distorti, influenzando negativamente l’ Quando i miei alunni mi hanno detto che per loro l’IA non sbaglia mai, ho capito quanto sia essenziale educarli allo spirito critico. Sta a noi adulti, con doppia cittadinanza analogica e digitale, guidarli.
- Perdita di interazione: è un rischio collegato in parte al precedente e ventilato da Sharkey, che ha affermato: «Un robot troppo bravo a emulare l’uomo potrebbe suscitare eccessive aspettative (ad esempio un’autorità pari a un insegnante) o essere usato per scopi educativi per i quali non è adatto». Una mia alunna, recentemente, mi ha detto che utilizza ChatGPT per avere consigli su come comportarsi nei conflitti con i coetanei.
- Perdita di abilità cognitive: l’eccessiva dipendenza dall’IA potrebbe ridurre la capacità di analisi e di pensiero critico degli studenti. Non svolgere più un determinato compito porterà inevitabilmente alla perdita di abilità intellettive ad esso collegate: gli adulti di domani potrebbero non sapere più analizzare e sintetizzare.
Come usare l’IA in modo consapevole?
Proprio per evitare queste criticità, è essenziale promuovere un uso consapevole e regolato dell’IA in classe. La sfida, quindi, è regolarne l’uso per trasformarla in un’alleata della didattica. Dall’articolo già citato del «Corriere della sera» apprendiamo che l’Università di Torino ha realizzato che non si può capire con certezza se un testo è stato generato dall’IA, e quindi ha deciso di integrarla: «Vietarla è impossibile, regolarla no: si userà per lezioni, esami e tesi». Parla Guido Boella, professore di Informatica e vicerettore per l’Intelligenza artificiale: «Non sappiamo ancora come procederemo dopo questa prima prova, magari potremmo pensare a sistemi automatici che trascrivono le riunioni. Oppure, se guardiamo all’intelligenza artificiale di Google, questa può entrare anche nelle mail. La vogliamo? Non la vogliamo? Sono tutte cose ancora da decidere e capire». E ancora: «Nei prossimi mesi sarà necessario capire come e se la nuova tecnologia permeerà le attività didattiche, amministrative o semplicemente la vita dei dipendenti di Unito».
Perché non farlo anche a scuola? L’IA come assistente: non fa il compito, ma aiuta a strutturarlo, sintetizzarlo e titolarlo. Enzo Ruffaldi a tal proposito suggerisce: «Lo studente con gli adeguati prompt può ottenere una corretta analisi del testo o la parafrasi di un brano difficile o l’analisi critica di una tesi sviluppata dal filosofo che si sta studiando». Per il latino e il greco, le discipline che insegno, potrebbe servire a confrontare traduzioni e guidare riflessioni linguistiche. La consegna in questo caso non sarebbe di tradurre il testo, ma di mostrare il ragionamento che ha portato l’IA a tradurre in un determinato modo. Dovremo dunque studiare il funzionamento dell’IA e integrarla nella didattica.
Alcuni docenti hanno già sperimentato approcci innovativi: un’insegnante di filosofia ha usato ChatGPT per simulare un dialogo con Platone in classe; una docente di italiano e storia ha istruito i suoi studenti a usarlo per fare delle parafrasi dei testi letterari e per impostare le scalette dei temi. Ci sono già guide pratiche all’uso dell’IA a disposizione dei docenti, come quella edite da Loescher o da Palumbo.
L’IA non deve sostituire lo studio, ma può aiutare lo studente a costruire il proprio pensiero. È fondamentale insegnare ai ragazzi a interrogarsi sui processi cognitivi dell’IA e a utilizzarla in modo critico e consapevole.
Conclusione
L’IA rappresenta una rivoluzione per la scuola, ma il suo impatto dipenderà da come verrà integrata nel percorso educativo. Non esiste ancora una linea unica: le sperimentazioni sono in corso e i risultati si vedranno nei prossimi anni. Anche gli umanisti devono essere coinvolti: senza una riflessione profonda sul linguaggio e sul pensiero, il rischio è che l’IA venga utilizzata senza consapevolezza.
La nostra sfida non è competere con le macchine, ma capire come conviverci e sfruttarle per arricchire il nostro apprendimento. Come afferma Nello Cristianini nel suo ultimo libro, Sovrumano, l’IA potrebbe superare l’uomo in diverse abilità, ma dobbiamo restare fermi sul fatto che rimanga priva di coscienza, emozioni, libero arbitrio e volontà.
La domanda, quindi, non è se usare l’IA nella scuola, perché è già nella scuola, ma come farlo nel modo più efficace e responsabile.
Bibliografia
E. Pantò, In principio era il bot, in Uomini e Bot, «La ricerca» #25, Loescher, Torino 2023, pp. 6-12.
M. Reali, ChatGPT tra Latino e Latinorum, in Uomini e Bot, «La ricerca» #25, Loescher, Torino 2023, pp. 35-38.
E. Ruffaldi, L’intelligenza artificiale
nella didattica della filosofia, in Uomini e Bot, «La ricerca» #25, Loescher, Torino 2023, pp. 60-64.
A.J.C. Sharkey, Insegnanti robot?, in Umano, postumano, artificiale, trad. di F. Nicola, «La ricerca» #18, Loescher, Torino 2020, pp. 34-40.
S. Urbani, Intelligenza artificiale a scuola: riflessioni a nordest, La ricerca online, 24 maggio 2024
N. Cristianini, Machina Sapiens. L’algoritmo che ci ha rubato il segreto della conoscenza, il Mulino, Bologna 2024.
N. Cristianini, Sovrumano: Oltre i limiti della nostra intelligenza, il Mulino, Bologna 2025.
F. Marchesani, Intelligenza artificiale a scuola. Guida semplice per docenti, I Quaderni della Ricerca #75, Loescher, Torino 2024.
T. Cipriani, Scuola e Intelligenza artificiale generativa: una guida pratica, Palumbo, Palermo 2024.
Link utili e approfondimenti online
https://www.ilpost.it/2025/03/31/chatgpt-intelligenza-artificiale-scuola/
https://stelliniudine.edu.it/costruire-il-futuro-lia-entra-a-scuola/
https://www.wired.it/article/lintelligenza-artificiale-scuola-italia-test-valditara/