Perché a questo serviva il nome, pronunciabile e scrivibile: a esistere attraverso gli altri, a chiamarsi e a essere chiamati, a fissarsi per sé e per chi sa e vuole leggere.
Come ha avuto modo di ripetermi più volte Renato Zaccaria, che considero uno dei miei maestri: “l’orientamento inizia con l’ascolto e l’ascolto non è una cosa semplice”.