Verso la Prima Prova di Maturità: consigli ai “naviganti”

Tempo di lettura stimato: 9 minuti
Qualche suggerimento mirato in previsione dell’Esame di Stato, al quale manca meno di un mese.

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Siamo al conto alla rovescia e tra un po’ sapremo – tra i pettegolezzi dei docenti e i patemi degli studenti – i nomi dei Commissari esterni dell’Esame di Stato 2012-13. Dovremo invece aspettare il fatidico 19 giugno per sapere le tracce della Prima Prova d’Esame; quelle tracce che – sole – per almeno un giorno faranno meritare alla scuola italiana la prima pagina dei quotidiani. Non mancano mai, infatti, i commenti sulla stampa di un Preside, di qualche docente universitario, ma – perché no? – anche di scrittori, attori, cantanti… E credo che un paziente lavoro filologico potrebbe recuperare alcune dichiarazioni che si ripetono come un mantra ogni anno: “lontani dalla realtà…”, oppure “specchio della società di oggi”, quando non addirittura “progressisti” o “conservatori” a seconda del Ministro di turno.  Inoltre tutti gli anni il Ministero sbaglia una citazione, una data, un apostrofo (io non me ne accorgo mai…), oppure – come accadde non molti anni fa (2008) – il pudibondo (o male informato…) Dicastero “dedicò” d’ufficio a una “donna angelicata” la bella poesia Ripenso il tuo sorriso che Eugenio Montale scrisse per esaltare la grazia di un ballerino russo…

Ma è il “toto-tema” il vero tormentone, poiché alcuni colleghi ricordano con precisione il numero di anni di assenza dalla Prima Prova di Pascoli o D’Annunzio (quest’anno grandi favoriti, si dice…), o giurano che non potrà passare inosservato l’anniversario di turno (ma non penso proprio che ci sarà un tema sull’Editto di Costantino, 313 d.C.!) o qualche problema sociale emergente (sul web spopolano: femminicidio, omofobia, giovani e politica etc…).

Oggi però non voglio profetizzare cosa stiano decidendo i funzionari ministeriali (uomini in carne e ossa o entità metafisiche?) negli “antri” di Viale Trastevere; vorrei invece provare a indicare ai colleghi che si apprestano a congedare i loro allievi (per poi – in molti casi – ritrovarli all’Esame come candidati e dunque correggerne le prove…) qualche suggerimento da ribadire ai ragazzi. Suggerimento basato più sul buon senso e sull’esperienza che non su articolate teorie pedagogico-didattiche; e – soprattutto – sulla fresca correzione di una “Simulazione” fatta in una mia classe Terza Liceo Classico, che – nel bene e nel male – mi ha fatto catapultare con qualche settimana di anticipo nel clima di Maturità.

Distinguerei pertanto questo mio breve intervento in due parti: una con consigli di ordine generale, un’altra con indicazioni più legate alle singole tipologie di prova. E scriverò – da prof. quale sono – come se già mi rivolgessi agli studenti, che stanno “navigando” verso il porto finale della loro carriera scolastica…

Consigli generali

1. Da oggi in poi qualunque sito web per studenti suggerirà le tracce dei temi più probabili, qualche volta lasciando pure intendere di avere la “soffiata”; ma già ai tempi miei (senza internet) c’era chi millantava di avere ricevuto telefonate “spia” sul titolo del tema addirittura dalla CIA (che penso avesse altro da fare durante la Guerra Fredda!). Certo è che, tra tutte le decine di ipotesi, qualcuna potrebbe anche essere realistica (anche solo per il calcolo delle possibilità): ma vale la pena inseguire ogni battito di ciglia?
2. Dunque, tranquilli!, che ci sono in tutta Italia migliaia di studenti nelle vostre condizioni, e tra le tante (troppe? forse…) tracce che vi saranno proposte, troverete senz’altro qualcosa che fa per voi. A questo proposito: non leggete tutte le 8-10 pagine di documenti che il Ministero vi (ci…) propina, perché 6 ore sono tante ma finiscono anche in fretta. Pertanto se il “Saggio breve” sugli UFO e alieni (sì, sì, c’è stato qualche anno fa!) vi sembra una barzelletta, i gustosi documenti che lo compongono li leggerete poi, a casa, e concentratevi invece sull’Ungaretti (si fa per dire) o sui totalitarismi (altro evergreen…) che avete scelto. Insomma, dopo una lettura generale “a volo d’uccello”, focalizzate la vostra attenzione su un paio di tracce, e poi sceglietene una con decisione, se necessario con una tecnica simile a quella del “gioco della torre”: l’altra la dovete buttare giù…
3. Tenetevi il giusto tempo per copiare, rileggere e controllare il lavoro (direi almeno un paio d’ore, se possibile). Copiare infatti significa emendare, limare o aggiungere: non lo si può fare di corsa, col fiato sul collo dei professori che, stremati dal caldo e dalla noia della lunga vigilanza, già sognano di fuggire verso l’aria condizionata dall’automobile! Per dubbi ortografici, morfologici, sintattici etc., ricordate che il dizionario l’avete portato non solo per scaramanzia, ma anche per opportuna consultazione.
4. Scrivete con una grafia leggibile: inutile spiegare i motivi di questo suggerimento.

Consigli legati alle diverse tipologie

Per la redazione dell’Analisi del testo (Tipologia A)

Le consegne di solito richiedono risposte puntuali e documentate ai quesiti di comprensione e analisi testuale (Punti 1 e 2), e considerazioni di maggiore ampiezza e respiro ai quesiti di contestualizzazione (Punto 3). Dovete pertanto – come prima cosa – evitare di “aggirare” le domande cercando di dire solo quello che vi ricordate di un determinato autore o movimento letterario: le domande sono domande, e necessitano sempre una risposta adeguata!
Mi spiego meglio: se vi si chiede di trovare le anafore in una poesia di Pascoli, non scrivete in quel “punto” di risposta che il padre del poeta fu assassinato in circostanze misteriose… Oppure, se vi si chiede in quali frasi di quel tale brano Pirandello esprima sarcasmo, evitate di parlare della pazzia della moglie etc…
Dico così perché talora – anche per colpa (o merito?) di noi docenti – voi avete una certa idea di un autore, che non sempre emerge con chiarezza dalla traccia che il Ministero – scegliendo un determinato testo – vi propone. Soprattutto certi letterati del Novecento, non ancora del tutto “canonizzati” dalla Scuola, hanno prodotto opere che hanno tematiche, scelte formali, suggestioni ideologiche molto diverse. Ad esempio, l’analisi testuale 2010 ci proponeva una riflessione di Primo Levi sul valore formativo della lettura: un Levi piuttosto distante da quello di Se questo è un uomo che – più o meno – tutti i docenti presentano ai loro allievi. E dunque avrebbe sbagliato lo studente che avesse inteso quella prova come la possibilità di parlare soprattutto di quel determinato romanzo, della Guerra Mondiale, dell’esperienza dei lager, etc…

(N.d.R. per esercitarsi alla prova di Analisi del testo letterario Loescher mette a disposizione il tutor Eugenio: lo puoi provare qua.)

Per la redazione del Saggio breve (Tipologia B1)

Solitamente (se non cambiano ancora le “consegne) si richiede in questo caso l’esplicitazione del titolo (fino a qualche anno fa anche della possibile destinazione editoriale): dovete dunque ricordarvi di “inventarlo” e – soprattutto – di scrivere chiaramente se si tratti di “Saggio” o “Articolo”.
Dovete utilizzare buona parte dei documenti proposti, ma – qualora questi siano molto numerosi – è inutile il tentativo forzoso di utilizzarli tutti (non dimenticate però le immagini, mi raccomando!); dovete citare in modo letterale o compendiato i documenti come i vostri insegnanti vi hanno insegnato a fare (qui le “scuole” sono molto diverse…); dovete inoltre sforzarvi di dare al lavoro una struttura organica, e fare emergere il vostro punto di vista, anche se in forma di dubbio o incertezza. Insomma: su temi di arte, filosofia, bioetica, macro-politica, non vi si chiedono le risposte che i “grandi” del mondo non sanno dare; però vi si chiede – almeno – una modesta riflessione su cose che altri hanno già detto o scritto…

Per la redazione dell’Articolo di giornale (Tipologia B2)

Come ben sapete, i documenti da analizzare sono gli stessi del “Saggio”, e dunque dovete (lo ribadisco!) scrivere chiaramente se il vostro lavoro è “Saggio” o “Articolo”.
Solitamente si chiede – per l’articolo – l’esplicitazione del titolo e della destinazione editoriale; per quest’ultima, non vergognatevi di scrivere “Giornalino scolastico”: ciò indica dignitosa consapevolezza della vostra condizione di studenti. Dovete usare alcuni dei documenti proposti, o comunque sfruttare gli spunti che questi offrono, e pertanto citarli adeguatamente (v. sopra) pur senza appesantire la fluidità dell’eleborato; la struttura del “pezzo” deve – ovviamente – essere organica, e particolare cura si dovrà dare alla ricerca di una forma “brillante” e accattivante; il vostro punto di vista e le vostre opinioni in merito alla questione affrontata dovranno emergere perspicuamente, se possibile in forma meno dubitosa e riflessiva che non nel “Saggio”. Insomma, in questa prova dovete “buttarvi” un po’ di più, pur se con il paracadute dei documenti proposti.

Ma attenzione: l’articolo non è un “tema libero”, dove parlare di ciò che volete usando solo le vostre altre conoscenze, le vostre letture passate etc… Non potete, lo ripeto, non potete, fare a meno di utilizzare i testi forniti: se no si scivola (neanche tanto subdolamente) nella Tipologia D.

protocolloPer la redazione delle Tipologie C (Tema di argomento storico) e D (Tema di ordine generale)

Scriverò pochissimo a questo proposito, anche perché la parola “Tema” evoca tempi lontani, quelli della mia “Maturità” (1980), quando la scelta era tra il commento di una frase di Francesco De Sanctis e una di Pietro Calamandrei… Molte delle cose già scritte sopra, ovviamente, anche qui funzionano (ad es.: lettura della consegna e suo rispetto, organicità del lavoro, espressione di un proprio parere…), ma in questo caso, cari ragazzi, dovete farvi – prima di scegliere la traccia – una domanda essenziale: “Ho qualcosa da dire su questo argomento?”.  Spesso questi titoli piacciono di primo acchito, anche perché talvolta (specialmente per la tipologia D), ammiccano al mondo dei giovani e si prestano a riflessioni in grande libertà. Ma poi, il bianco del foglio protocollo va riempito d’idee e di parole, non di slogan. Dunque pensateci bene, perché – in assenza d’idee e di parole adeguate – vi troverete a rimpiangere i noiosi testi e documenti da analizzare o commentare delle altre tipologie.

Per concludere

Voglio concludere cambiando destinatario, e formulando un appello ai miei colleghi; appello che rivolgo pertanto anche a me stesso. La valutazione in quindicesimi (a mio avviso complicata, perché relegata all’Esame e a qualche simulazione e dunque poco “praticata” dagli insegnanti) non è l’assegnazione di un voto, ma di un punteggio che deriva da una griglia valutativa approvata dalla Commissione. Se dunque durante l’anno non abbiamo troppa consuetudine con il 10 nella prova scritta di italiano (rarissimo, ammettiamolo…), perché tale voto sembra contenere in sé un qualcosa di esagerato, che invita lo studente più alla vanagloria che alla legittima soddisfazione, premiamo invece senza troppe paure, anche con un 15/15, un prodotto d’Esame che soddisfi appieno le consegne proposte. Infatti 15 non è 10 tout-court, ma è un punteggio che – come gli altri – concorre a un voto finale dato in centesimi. Non priviamo dunque – se lo meritano, intendiamo – gli studenti da noi esaminati di un bel voto finale perché “il tema perfetto non esiste” (come diceva qualche collega d’antan): se è per quello non esiste neppure il “professore perfetto”, e chi scrive è di certo tra i più imperfetti di tutti!

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Mauro Reali

Docente di Liceo, Dottore di Ricerca in Storia Antica, è autore di testi Loescher di Letteratura Latina e di Storia. Le sue ricerche scientifiche, realizzate presso l’Università degli Studi di Milano, riguardano l’Epigrafia latina e la Storia romana. È giornalista pubblicista e Direttore responsabile de «La ricerca».

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