#valetutto

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La storia riscritta dalla politica non nasce dal nulla, ma segue un metodo.

Ci risiamo, il Ministro della Cultura italiana è di nuovo al centro dell’attenzione per un’esternazione delle Sue.
Era già successo mesi fa, se ricordate.
Aveva detto, allora, il Ministro della Cultura, che Dante era né più né meno che il fondatore del pensiero politico di Destra.
E per Destra intendeva proprio la sua! Quella parte politica alla quale, orgoglioso, il Ministro della Cultura rivendica da sempre di appartenere.
Apriti cielo!
Tutti a dargli addosso, al Ministro della Cultura, rimproverandogli ora l’evidente incongruenza temporale, ora la grossolana caratura culturale.
Qualcuno, più motivato (o forse solo ingenuo), si spinse a chiederne le dimissioni, con la capziosa motivazione che tanta ignoranza non si addicesse a un Ministro della Cultura…
Pochissimi tentarono un’interpretazione autentica delle sue parole, spiegando ciò che Egli intendeva dire realmente, e cioè che i valori ispiratori della Destra cui il Ministro rivendica di appartenere sono gli stessi che animavano allora lo sdegno del Sommo Poeta.
La cosa equivaleva a sostenere che, rimesse le cose a posto, quella parte politica aveva fortissime connotazioni medioevali. Ma nessuno se ne adontò, e anzi…
Anzi, la buferà passò, il Ministro restò!

Il mappamondo attribuito al cartografo tedesco Martin Waldseemüller (1507): è la prima carta che descrive e chiama “America” una massa continentale distinta dall’Asia. Secondo gli studiosi fu influenzata dalla cartina di Martellus. Fonte: Focus.

E oggi (anzi, ieri) ne ha detta un’altra. Durante una manifestazione culturale a Taormina, “Taobuk 2024 – Identità italiana, identità culturale”, il Ministro della Cultura si è spinto a dichiarare che Cristoforo Colombo ha scoperto il Nuovo mondo per caso, mentre faceva il giro del globo ispirato dalle teorie di Galileo Galilei.
Apriti cielo, di nuovo! Tutti a contestare e ad accusare e a scandalizzare!
E per cosa? Per metter in imbarazzo il Ministro della Cultura e la sua parte politica? O, più probabilmente, per non accettare un metodo ermeneutico ed euristico tanto innovativo quanto dirompente? Un metodo che potremmo divulgare con l’hashtag #valetutto e che, praticato dalla saggezza popolare in quasi tutti i bar di paese (anzi, del bel paese là dove ‘l sì suona), consiste sostanzialmente nell’usare a caso alcune informazioni decontestualizzate per giustificare ciò si crede di sapere.
Avallato dal Ministro della Cultura, il metodo può dare ottimi risultati nelle dispute salottiere di chiunque. Immaginatevi a sostenere che i roghi delle streghe, pur deprecabili, acquistano nuove sfumature, alla luce delle intemperanze delle moderne “fattucchiere” (cit.)… o che, senza la tratta degli schiavi, non ci sarebbe stato il primo presidente nero… o che, visto quello cha stanno facendo a Gaza, in fondo gli ebrei…
E qui mi fermo, consapevole che non esistano ironie abbastanza smaccate, né sciocchezze sufficientemente evidenti da passare indenni al vaglio del metodo “vale tutto”, e non vorrei essere, mio malgrado, ascritto al partito del Ministro della Cultura…
Per tornare al quale, e approfittando della peculiarità del calendario scolastico, mi permetto di offrirlo quale ausilio agli studenti impegnati ora nell’esame di maturità.
Care ragazze e cari ragazzi: qualunque castroneria, scritta o orale, vi venga contestata in sede di colloquio, mettete su la miglior faccia da poker che vi riesce e dichiarate senza esitazione: “l’ha detto il Ministro della Cultura”. L’alta probabilità che ciò sia vero, combinata con la mancanza di tempo per le opportune verifiche, convinceranno i commissari a lasciar correre e questo molto probabilmente vi guadagnerà il meritato diploma.
In fondo, perfino al Ministro della Cultura qualcuno, a suo tempo, deve averlo dato!

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Sandro Invidia

Direttore editoriale Loescher.

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