Tre poesie di Massimo Gezzi

Tempo di lettura stimato: 3 minuti
“Sempre mondo” (Marcos y Marcos, Milano 2022) è il titolo dell’ultima raccolta di poesie di Massimo Gezzi, scritte tra il 2015 e oggi. Nella nota a “Scuola a distanza” si legge: «come tutti gli studenti e gli insegnanti, dal marzo 2020 ho sperimentato la didattica a distanza, durante la quale la maggioranza dei partecipanti teneva la telecamera spenta. La parte II “ruba” agli studenti e alle studentesse di alcune classi, rielaborandoli, pensieri nati da un esercizio che chiedeva di scrivere una lettera al sé stesso o alla sé stessa del 2030 (“cara me del futuro” ecc.), parlandogli/le di ciò che stava accadendo durante la pandemia».
Il parco Robinson visto dalla finestra del Liceo cantonale di Locarno

 

Tema di S.

“Cosa vuole che s’impari,
con dieci ore al giorno?
Certe volte la scuola
mi somiglia allo zapping:
premi un tasto, cambia l’ora,
e via con una roba che non c’entra
un’emerita con quella precedente.
E poi immagazzinare, registrare
a memoria… Conta questo, per voi.
Ma imparare è un’altra cosa, professore:
c’è bisogno di tempo, fallimenti,
dormite sotto a un albero per potere
imparare davvero. Me lo dà, lei,
il permesso di sbagliare,
di perdermi in un sogno?”

 

***

 

Confessione di A.

“Come si sentirebbe, lei,
di fronte a delle statue parlanti,
gente che non ricorda nemmeno
il tuo nome, che ti ignora
nei corridoi ma poi decide
di te, di quanto vali?
È come se la mia vita si fermasse
la domenica sera e riprendesse
il venerdì. È più scuola
o galera, secondo lei, questa qui?”

 

***

 

Scuola a distanza

I.

Certo, parliamo di Boccaccio:
qualcuno se la ride, i non-oscuri,
quando sente Ciappelletto spergiurare
sulla sua verginità – però non è la lontananza
il vuoto più penoso di questa scuola,
di questi giorni: il male immedicabile
è che parlandoci così, da lucina
a lucina, da schermo a videocamera,
è impossibile guardarsi negli occhi.

 

II.

“Se posso dire una cosa anch’io”,
e alza la mano con pudore,
sperando quasi di non essere notata
“è che va bene, la scuola a distanza
ha fatto schifo a tutti, ma la scuola
che c’era prima, invece,
quella a voi piaceva?”

*

“A un certo punto ho staccato la spina,
in tutti i sensi: quella del computer
e anche quella del cervello.
Non mi alzavo più dal letto,
sprofondavo in me stessa.
Mi sono accorta improvvisamente
di essere al mondo, di essere io”.

*

“Per me è arrivato solo
l’inizio della fine. La famiglia
sgretolata. Le sorelle quasi ostili,
presenze da schivare.
Così ti scrivo questo,
cara me del futuro: ricorda
che sei forte, se ti sembra di non esserlo.
Ricorda che hai saputo
sopravvivere anche tu, ritrovare
nel buio della camera un conforto”.

*

“Quando qualcuno
gli parlerà del girotondo,
i bambini chiederanno alla maestra
che cos’era. Come la stufa,
la carta da lettere, la sveglia,
l’iPod… le cose che una volta c’erano
e adesso non ci sono più”.

*

“A te che sarai ventisettenne,
nel ’30, e che magari avrai pure
un figlio un lavoro una città
lontana da Lugano e con un nome
molto buffo, dico buona fortuna,
buon tutto. Pensami, quando puoi.
ma non troppo”.

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Massimo Gezzi

(1976) ha pubblicato i libri di poesia “Il mare a destra” (Edizioni Atelier, 2004), “L’attimo dopo” (Luca Sossella editore, 2009, premio Metauro), “Il numero dei vivi” (Donzelli Editore, 2015, premio Carducci, premio Tirinnanzi e Premio svizzero di letteratura), “Uno di nessuno. Storia di Giovanni Antonelli, poeta” (Edizioni Casagrande, 2016) e il libro di racconti “Le stelle vicine” (Bollati Boringhieri, 2021, finalista premio Mastercard Letteratura Esordienti). Ha curato l’edizione commentata del “Diario del ’71 e del ’72” di Eugenio Montale (Mondadori, 2010, 2020), l’Oscar “Poesie 1975-2012” di Franco Buffoni (Mondadori, 2012), le “Poesie scelte” di Luigi Di Ruscio (Marcos y Marcos, 2019) e “La città lontana. Poesie 1993-2009” di Adelelmo Ruggieri (Marcos y Marcos, 2021). In “Tra le pagine e il mondo” (Italic Pequod, 2015) ha raccolto dieci anni di interviste ai poeti e recensioni a libri di poesia. Ha fondato e coordina con Italo Testa il sito letterario “Le parole e le cose²”. Vive a Lugano, dove insegna italiano in un liceo.

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