L’offerta è vastissima: ci sono gruppi generalisti, altri con vocazione sindacale; ci sono gruppi dedicati a singole materie scolastiche o a tematiche trasversali come la didattica inclusiva o la didattica digitale. Una volta c’erano i forum: ci sono ancora, ma ormai le conversazioni tra insegnanti sembrano essere convogliate tutte su Facebook. L’apertura di un gruppo è facile e immediata, così come l’accesso. E se ben gestito, un gruppo può raggiungere migliaia di adesioni, con conseguenti ricadute sulla condivisione di materiali, idee, esperienze.
Gruppo Facebook: analisi dello strumento
In qualità di Facebook manager, sento l’esigenza di fare chiarezza sullo strumento in sé, per poterne evidenziare appieno caratteristiche e potenzialità.
Il gruppo, insieme alle pagine pubbliche e ai profili personali, è uno dei principali strumenti che Facebook offre ai suoi utenti: un luogo di aggregazione virtuale nel quale i membri interagiscono intorno a un interesse condiviso.
Le tipologie di gruppo variano tra diverse opzioni di privacy. Ad esempio può essere pubblico: questo significa che chiunque, anche chi non ne fa parte, può visualizzare i post
pubblicati al suo interno; l’iscrizione al gruppo avviene, come per tutti i gruppi, previa accettazione e aggiunta da parte di un componente del gruppo stesso.
Il gruppo chiuso garantisce un livello di privacy maggiore: solo gli appartenenti possono visualizzarne i contenuti e le risorse condivise; ciò non esclude la possibilità per chiunque di inviare una richiesta di iscrizione o di essere aggiunto da un suo componente.
Esistono anche i gruppi segreti, che sono totalmente invisibili (nemmeno il nome del gruppo è pubblico) se non a chi è parte del gruppo, perché aggiunto da un suo componente. Utili per la gestione di gruppi di lavoro, i gruppi segreti possono essere utilizzati in ambito scolastico per la gestione delle relazioni tra colleghi o con la classe.
Il gruppo prevede anche alcune forme di controllo sui contenuti pubblicati da parte di uno o più amministratori, spesso affiancati da uno o più moderatori.
Caratteristica significativa per gruppi nati attorno interessi didattici è la possibilità di condividere, oltre a link, immagini e video, anche altri tipi tipologie di documenti (word, pdf. ppt). Per approfondire le caratteristiche dello strumento, rimando direttamente alla fonte: il centro assistenza di Facebook.
Caso di studio: il gruppo “Insegnanti”
Per capire come si declinano queste caratteristiche nei gruppi dedicati all’insegnamento, mi sono rivolta a Paola Limone, docente di scuola primaria e esperta di didattica e nuove tecnologie. Amministratrice del gruppo Insegnanti, Paola Limone è utente attiva nei principali gruppi Facebook dedicati alla didattica, nonché attenta osservatrice di questo fenomeno, che ha sintetizzato nella “Mappa degli insegnanti in rete” consultabile sul suo blog Spicchi di limone.
Abbiamo parlato della sua esperienza, partendo dall’inizio.
Come è nato il gruppo il gruppo Insegnanti?
«Da un errore. Nel 2011 ero ancora inesperta, non conoscevo bene Facebook. Creando un gruppo pensavo di mettere insieme i miei colleghi, come in un’agenda. E invece Facebook ha diramato ai contatti inseriti la notifica contenente l’invito di iscrizione. C’è chi ha declinato l’invito e c’è chi, invece lo ha accettato: a partire da quel primo nucleo di colleghi già conosciuti, negli anni siamo diventati più di 19000, provenienti da scuole di ogni ordine e grado e da ognuno dei cinque continenti. Una bella ricchezza!».
Quali sono i contenuti o i temi che creano più coinvolgimento?
«Essendo un gruppo generalista, c’è davvero di tutto: ci sono colleghi che condividono esperienze didattiche fatte con le loro classi, altri condividono sfoghi professionali: vite lavorative non all’altezza delle aspettative, problemi nelle classi. In questo senso il gruppo può diventare anche luogo dove trovare sostegno, consigli.
Frequenti sono anche gli appelli legati a esigenze strettamente didattiche, come attività, tool online per realizzare presentazioni, mappe. Non mancano contenuti ridanciani: anche i migliori gruppi il sabato e la domenica si concedono vignette e battute, semplicemente per ritrovarsi e ridere insieme».
Quali sono i pro e i contro di questa modalità di condivisione?
«Il lato positivo è l’immediatezza: la possibilità di ritrovarsi in tanti in qualsiasi momento. L’altra faccia della medaglia è la velocità frenetica con cui questi contenuti si avvicendano all’interno del gruppo: il rischio di perdere contenuti interessanti è alto. Io tendo a organizzarli in mappe sul mio blog, anche per dare la possibilità di usufruirne a chi non è iscritto su Facebook: come me, anche altri amministratori hanno creato piattaforme, blog per fermare i contenuti migliori».
Come si è evoluta nel tempo la gestione del gruppo?
«All’inizio trattavamo di tutto, non ci eravamo dotati di regole precise. Poi, il malcontento che negli ultimi anni si è diffuso tra gli insegnanti si è riversato anche su Facebook, causando problemi in quasi tutti i grandi gruppi. La democrazia è importante, ma a un certo punto la protesta è arrivata in gruppi che desideravano occuparsi d’altro. Senza contare lo spam: sempre in agguato. L’assenza di regole e filtri tende ad aprire i gruppi alla pubblicità, col rischio che in brevissimo tempo si trasformino in mere vetrine di prodotti editoriali o corsi. E così, il nostro gruppo, come la maggior parte, ha definito la propria identità e l’ha dichiarata in un regolamento pubblico.
Quanto è importante il regolamento per un gruppo Facebook?
«Il regolamento di un gruppo lo distingue dagli altri: è un po’ il suo spirito. Nel nostro regolamento abbiamo tracciato un percorso chiaro che può essere più o meno condiviso. D’altra parte, chi chiede di entrare in una comunità è perché ne condivide lo spirito, in caso contrario può decidere di non entrarci, di uscirne o cercare gruppi con regolamenti che prevedano regole diverse: la possibilità di aprire gruppi diversi, di darsi regolamenti diversi fa la ricchezza di questo strumento».
Leggiamo il regolamento del gruppo Insegnanti: dalle prime righe si evince subito la sua identità:
- Il gruppo INSEGNANTI si occupa di confronto sulla DIDATTICA, di scambio di informazioni giuridico-amministrative e di informazione su opportunità e risorse gratuite per l’aggiornamento professionale. È luogo di ascolto e condivisione di gioie e difficoltà professionali.
Trattandosi di un gruppo chiuso, con controllo in entrata, il regolamento dichiara chi può farne parte e chi no:
- Il gruppo è aperto SOLO A INSEGNANTI (futuri e aspiranti, di ruolo, precari, in pensione), STUDENTI DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE, EDUCATORI, RICERCATORI, DIRIGENTI SCOLASTICI.
Scopro da Paola che quasi tutti i grandi gruppi richiedono agli insegnanti che rendano pubblico sul profilo personale la propria professione: «serve per tutelare la privacy e la sicurezza di chi interagisce all’interno del gruppo». In questo modo, contenuti come sfoghi professionali, battute tra colleghi rimangono tutelati. «Dall’altro lato, però – continua Paola – invitiamo i componenti a condividere contenuti di carattere personale non troppo dettagliati».
I paragrafi finali del regolamento sono dedicati a regole di condivisione e di comportamento che giustificano l’eventuale moderazione di contenuti e commenti.
- Si accettano SOLTANTO SEGNALAZIONI DI RISORSE GRATUITE.
- Gli amministratori elimineranno i messaggi che non rispettano la natura del gruppo, quelli offensivi, le pubblicità e quelli che si ripetono troppe volte in un breve arco di tempo.
- Saranno eliminati i post che arrivano da http://it.blastingnews.com/
- Rispondete in modo aggressivo e piuttosto cafone a un collega? Se vi ritrovate fuori dal gruppo sapete il perchè. Segnalate agli amministratori commenti poco corretti.
Migliaia di componenti, ritmi serrati di condivisione e interazione: a queste condizioni, il buon funzionamento di un gruppo richiede responsabilità e gestione intensa. Ecco perché una ventina di moderatori volontari che affiancano Paola nelle operazioni di gestione.
Qual è il compito più delicato per chi amministra un gruppo?
«La moderazione delle discussioni che si generano sotto i post. Occorre fare in modo che nessuno si senta offeso, che nessun collega prevarichi l’altro. A volte basta una battuta, un po’ di savoir affaire, altre volte occorre fare semplicemente chiarezza; siamo in tanti e la comunicazione scritta troppo spesso si presta a fraintendimenti».
Il buon senso, l’educazione e il senso civico non smettono di valere sui social media: Facebook non è una zona franca, a maggior ragione non lo sono i gruppi. Pur trattandosi di luoghi digitali, i gruppi Facebook costituiscono comunità, comunità fatte di persone in carne e ossa. La buona gestione di un gruppo consente anche di valorizzare questa dimensione: «Il gruppo è comunque un gruppo vivo – dice Paola – è fatto di persone che si conoscono ormai da anni». Che sia durante i giorni feriali o festivi, i gruppi Facebook costituiscono per chi insegna un luogo di ritrovo 24 ore su 24: c’è chi partecipa attivamente, c’è chi semplicemente fa da pubblico, c’è chi al suo interno stringe relazioni professionali, amicizie che spesso trovano riscontro anche offline: convegni e corsi diventano occasioni per passare finalmente da uno spazio di conoscenza virtuale a uno fisico.
Declinato sull’interesse didattico, lo strumento gruppo Facebook sembra esprimere dinamiche interessanti che vale la pena conoscere per cogliere le opportunità che è in grado di offrire a chi, ogni giorno, cerca di vivere la professione di insegnante con passione, responsabilità e in un’ottica di formazione continua.
Vi do appuntamento al prossimo articolo, che conterrà una rassegna dei principali gruppi Facebook per insegnanti.