Salina DocFest 2023

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Inizia oggi a Salina, fino al 17 settembre, la XVII edizione del Festival Internazionale del Documentario Narrativo. Il festival è nato da un’idea di Giovanna Taviani, legata fin dall’infanzia all’isola di Salina dove il padre Vittorio e lo zio Paolo avevano una seconda casa.

 

 

Il progetto ha preso forma nel 2007, grazie alla collaborazione della Sicilia Film Commission, del Mibact Direzione Cinema, dell’associazione Salina Isola Verde e dei comuni di Santa Marina Salina e Malfa.

Le isole Eolie sono un luogo da sempre legato al mondo del cinema. Sono state il set di grandi film come: Stromboli Terra di Dio (1950) di Roberto Rossellini, Vulcano (1950) di William Dieterle, Isole di Fuoco (1954) Vittorio De Seta, L’avventura (1960) di Michelangelo Antonioni, Kaos (1984) dei fratelli Taviani, Caro Diario (1993) di Nanni Moretti, Il postino (1994) di Massimo Troisi.

L’avventura

Il Festival ha trovato ben presto una sua identità, focalizzando l’attenzione soprattutto sulle storie di culture e popoli del Mediterraneo e promuovendo i valori della salvaguardia dell’ambiente, dell’impegno sociale e dell’integrazione dei migranti. Le opere hanno in comune la capacità di far riflettere sulla realtà contemporanea attraverso la coinvolgente struttura narrativa del racconto.

Quest’anno il volto arcano dell’isola, da sempre legato al femmineo, si salda con il tema della rassegna. Salina, infatti, era conosciuta in antichità con il nome greco di didyme (gemella) per il rilievo della costa che ricorda il profilo del corpo di una donna emersa dal mare.

L’edizione 2023 del Festival propone una riflessione sui temi della donna, della vita e della libertà, con particolare attenzione alla rivoluzione iraniana. All’interno del programma è prevista una sezione dedicata proprio alla cinematografia femminile iraniana e alle sue protagoniste.

Firouzeh Khosrovani

Il Salina FilmFest ospiterà la regista iraniana Firouzeh Khosrovani, da sempre impegnata nella lotta per l’emancipazione e la libertà delle donne del suo Paese. Con i suoi documentari, l’autrice ha raccontato la condizione femminile nella fase di passaggio tra il vecchio regime e la Repubblica islamica instaurata dopo la rivoluzione.

Nel corso della rassegna saranno proiettate le sue opere più famose: Rough Cut (2007), Profession: Documentarist (2014), Fest of Duty (2014) e Radiografia di una famiglia (2020). La regista parteciperà anche a un incontro pubblico, moderato da Anna Maria Pasetti, sulla sua esperienza cinematografica e sul suo impegno politico. Un’occasione imperdibile per conoscere una delle voci più originali del panorama del cinema contemporaneo.

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Alessio Turazza

Consulente nel settore cinema e home entertainment, collabora con diverse aziende del settore. Ha lavorato come marketing manager editoriale per Arnoldo Mondadori Editore, Medusa Film e Warner Bros.

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