Risorse digitali per la scrittura

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Quali sono le risorse su cui può contare chi vuole scrivere su supporto e con strumenti digitali? Conoscerle è il presupposto per riflettere in profondità sull’ampiezza delle implicazioni cognitive e culturali di una scelta in direzione del “digitale”, che non è soltanto operativa, ma anche e soprattutto professionale e intellettuale, oltre a proporre significativi spunti per la didattica della scrittura di testi.

Usare gli strumenti elettronici di scrittura a scuola fa bene o fa male? Questa la domanda più frequente, soprattutto sui media. Il dibattito è spesso ridotto alla bruta contrapposizione tra penna da una parte e tastiera dall’altra; i neo-apocalittici si schierano compatti per la prima tecnologia, mentre i neo-integrati sostengono unanimi la seconda.
Impostata in questo modo, la discussione dimentica il fatto che l’Italia è molto lontana da una diffusione massiccia dei dispositivi digitali a scuola, dal momento che le politiche istituzionali degli ultimi anni hanno preferito orientarsi nella direzione dei bandi di finanziamento, percorsi concorrenziali da cui alcune unità scolastiche escono vincitrici, ma molte altre perdenti.
Soprattutto, è estremamente superficiale, perché prescinde da un’analisi attenta e compiuta di ciò su cui esprime un sommario giudizio didattico e formativo, non importa se positivo o negativo.
Lo scopo di questo contributo è perciò fornire ampi elementi di conoscenza sulla dotazione di risorse su cui può contare chi vuole scrivere su supporto e con strumenti digitali, per permettere una valutazione più precisa e circostanziata della questione e ragionare sulle conseguenze cognitive e culturali di una scelta in direzione del “digitale”, che non è soltanto operativa, ma anche e soprattutto professionale e intellettuale, oltre a proporre significativi spunti per la didattica della scrittura di testi.

Ideazione, progettazione, strutturazione del testo

Qualsiasi buon word processor1 permette all’utente di assumere consapevolmente diversi punti di vista sul testo: per esempio, è sempre possibile visualizzare quanto si va scrivendo sotto forma di struttura, bozza o layout di stampa. Queste forme di presentazione sullo schermo corrispondono con ogni evidenza a diverse e cruciali fasi del processo di scrittura di un testo, rispettivamente definizione della scaletta, stesura e rifinitura grafico-formale (non va dimenticato infatti che un software di videoscrittura è una tecnologia orientata alla stampa, che utilizza un foglio di carta virtuale, in genere di formato A4). Tali fasi del processo, inoltre, sono proposte dall’ambiente di scrittura non in sequenza rigida, ma come situazioni ricorsive, che possono richiedere più passaggi dall’una all’altra, a seconda delle esigenze operative e cognitive dell’utente: è evidente come tutti questi aspetti possano avere una significativa risonanza didattica.

Vi sono poi numerosi altri strumenti destinati alla strutturazione logico-visiva del testo: attraverso la gestione delle titolazioni e delle numerazioni degli item, infatti, si possono assegnare diversi livelli gerarchici a capoversi e paragrafi e generare in modo automatico i sommari. Alcuni programmi sono addirittura in grado di importare e rielaborare file contenenti mappe mentali, la forma di schematizzazione più adatta al brainstorming, alla raccolta delle idee, grazie all’impostazione a raggiera2. Anche in questo caso è chiaro come tutte queste modalità possano essere impiegate in percorsi di acquisizione di tecniche per l’ideazione e la strutturazione di testi.

Stesura e revisione immediata

Chi, tra coloro che scrivono con frequenza, non ha apprezzato la funzione taglia-e-
incolla? Applicabile a singole parole, ma anche a interi capitoli di un libro in corso di stesura mediante un word processor, questa procedura valorizza la plasticità assunta dal testo sul supporto digitale. È davvero un sollievo poter scrivere di getto, con la consapevolezza di poter variare in qualsiasi momento la disposizione del testo senza dover pagare pegno, come invece avveniva in precedenza sul supporto rigido, quando cambiare l’ordine della propria esposizione significava dover riscrivere tutto. Lo stesso vale per la cancellazione e per l’inserimento di nuove parti: il testo si stringe e si allarga senza colpo ferire.

La revisione – e questo è essenziale ai fini didattici – diventa parte costitutiva e sostenibile del processo di scrittura.Del resto, facilitare la rielaborazione del testo è la caratteristica operativa fondamentale dei software di videoscrittura, nati allo scopo di rendere possibile procedere per perfezionamenti successivi nella redazione di un documento, in origine la lista dei comandi dei programmi da inserire nei computer, che andava via via testata e corretta. Appartengono alla stessa categoria operativa la possibilità di separare o riunire parti di testo, così come quella di copiarne e incollarne segmenti. Oppure giostrare con i rientri di inizio capoverso, gestire elenchi puntati e numerati, ricercare e sostituire segmenti testuali, agire con le risorse tipografiche e con quelle di impaginazione. Anche queste funzioni prevedono interventi sul testo progressivi e ricorsivi, ovvero di correggerlo e riadattarlo via via in funzione delle esigenze individuate e delle scelte fatte.

La revisione – e questo è essenziale ai fini didattici – diventa così parte costitutiva e sostenibile del processo di scrittura: è una fase operativa e cognitiva intenzionale, a cui ricorrere in qualsiasi momento del lavoro di elaborazione del testo.

Vanno considerati in questa prospettiva anche la segnalazione automatica di possibili errori grammaticali e ortografici e l’accesso a Thesaurus di sinonimi e contrari e a dizionari di altre lingue.

Supervisione, perfezionamento, integrazione

Tutti gli ambienti destinati alla scrittura professionale presentano procedure per l’implementazione e la semplificazione di eventuali esigenze di supervisione: è possibile infatti effettuare interventi di revisione su testi altrui, che l’autore originale potrà successivamente accettare o rifiutare.
Particolarmente interessanti sono i commenti, che possono contenere annotazioni, suggerimenti, indicazioni, correzioni e così via, che vengono introdotti a fianco del testo vero e proprio, senza incidere direttamente sulla stesura. Si tratta di una funzionalità particolarmente promettente sul piano della mediazione didattica – l’insegnante come supervisore del testo – perché mediante i commenti l’allievo può essere guidato e nel percorso di elaborazione del testo possono essere introdotti elementi di valutazione formativa.
Se necessario, inoltre, si può procedere in modo automatico al confronto tra due versioni dello stesso testo, così come alla combinazione tra le revisioni di diversi supervisori in merito al medesimo documento.
Quando si scrive si dovrebbe essere consapevoli di tutte le opportunità a disposizione.Né va dimenticata la possibilità che più autori condividano ed elaborino a distanza in modo cooperativo il medesimo testo utilizzando spazi cloud3 riservati, così come consentito da diversi fornitori di servizi sulla rete Internet. La didattica della scrittura può sfruttare in particolare il fatto che questa modalità di scrittura collaborativa prevede, oltre ai già citati commenti da parte del supervisore/insegnante, anche la conservazione di tutte le progressive versioni del medesimo testo e l’evidenziazione di volta in volta delle modifiche: questo modo di operare crea una sorta di ambiente di incubazione e perfezionamento del prodotto. Funzioni specifiche aiutano poi nella gestione di fonti, citazioni e bibliografia, piè di pagina, intestazioni, numerazione delle pagine.

Repertori testuali di riferimento

Vi sono molti testi che hanno strutture logico-visive, formali o grafiche in larga misura fisse, riconosciute e ripetibili. Pensiamo non solo alle copertine dei fax o agli inviti, ma anche al Curriculum Vitae, alla relazione tecnica, così come a vari tipi di comunicazioni ufficiali, per esempio le lettere commerciali. I word processor offrono pertanto collezioni di modelli (templates), file pre-organizzati sul piano formale secondo criteri strutturali e visivi predefiniti, agendo sui quali si ottiene un documento di testo automaticamente conformato alle loro caratteristiche specifiche.
Non solo: se l’utente realizza un proprio documento a cui assegna la valenza di modello ripetibile, lo può salvare con una procedura ad hoc ed esso andrà ad arricchire la sua collezione di template.

La didattica della scrittura di testi può quindi alimentarsi di archivi di riferimento collettivo, che aiutano e sostengono l’elaborazione di ciascuno e che possono essere alimentati dai contributi di tutti, trasformando il gruppo-classe in una sorta di laboratorio; l’insegnante che abbia prodotto esercitazioni efficaci può trasformarle in modelli, risolvendo una volta per tutte il problema della conservazione degli originali.

Revisione “sociale” del testo e scrittura controllata

Certamente molti lettori conosceranno le funzioni di conteggio, che riportano il numero di parole, quello delle battute, delle righe e dei paragrafi, utili soprattutto in presenza di committenze di scrittura con vincoli di questo genere. Sono certamente di meno coloro che sono al corrente della possibilità di attivare in Microsoft Word le statistiche di leggibilità del testo, corollario operativo del controllo ortografico e grammaticale: questa procedura scansiona il testo e calcola gli indici Gulpease e Gunning Fog.

Ampliando il campo delle risorse si può però fare molto di più, soprattutto quando l’obiettivo sia scrivere per farsi capire: ci sono strumenti aggiuntivi – ovvero non compresi nella struttura funzionale standard di un word processor – che consentono una valutazione qualitativa del testo e una sua revisione secondo una prospettiva inclusiva. Stiamo parlando di semplificazione del testo e di scrittura controllata, esempi della quale sono consultabili in www.dueparole.it.

Chi voglia rivolgersi in modo esplicito e intenzionale a una base molto larga di lettori, compresi coloro che posseggono competenze linguistico-cognitive limitate, dispone di varie opportunità. Una ventina di anni fa, allegato al volume Guida all’uso delle parole – autore Tullio De Mauro – usciva per i tipi degli Editori Riuniti il software Vocabolario di base, che conteneva una descrizione del vocabolario di base e analizzava secondo queste categorie lessicali un qualsiasi testo in formato digitale riversato nell’ambiente. Questo prodotto è scomparso dal mercato e in ogni caso funzionava solo con le versioni di Windows fino a XP compreso. Al suo posto è possibile utilizzare aciltesto4, software opensource5 multipiattaforma6 finalizzato all’adattamento dei testi scolastici secondo tre protocolli scientificamente definiti, che propongono interventi non solo di tipo lessicale, ma anche sulla strutturazione complessiva del testo e su vari parametri qualitativi7. Si tratta di risorse destinate soprattutto a sollecitare gli insegnanti sul piano professionale: ne parliamo altrove, sempre in questo numero de La ricerca.

Conservazione, distribuzione, pubblicazione del testo

Salvare un file: operazione che tutti compiamo con grande frequenza. Così come in tutti gli altri casi, in quello della scrittura vuol dire in primo luogo archiviare il nostro testo, conservarlo. Ma vuol dire anche poterlo riprendere in un momento successivo per continuare il lavoro, rivederlo, integrarlo, correggerlo. Anche in questo caso è evidente il vantaggio didattico di questo modo di operare, che facilita l’aspetto processuale della scrittura di testi.

Il “salvataggio” sul supporto digitale (qualcuno lo chiama giustamente la “memoria”) è una funzione complementare della plasticità assunta dai prodotti intellettuali di tipo digitale, conseguenza della loro dematerializzazione. Essere pienamente consapevoli delle potenzialità legate a questo passaggio – per altro brutalmente necessario se non si vuol perdere il frutto della propria fatica – è fondamentale per comprenderne fino in fondo la potenza. Possiamo infatti salvare infinite copie o versioni dello stesso testo sul medesimo supporto fisico; e anche riprodurre lo stesso file su differenti dispositivi. Oppure inviarlo come allegato a un messaggio di posta elettronica, a sua volta forma particolare di comunicazione di tipo testuale asincrona tipica dell’universo digitale arricchito dalle funzionalità telematiche.

Tutte quelle fino a qui elencate sono forme di distribuzione del nostro lavoro, a cui va aggiunta quella più tradizionale, la stampa su carta, che toglierà al nostro prodotto la connotazione di plasticità. In modo molto semplice possiamo trasformare il nostro testo scritto in un file audio, rendendolo così ascoltabile oltre/invece che leggibile, con evidenti implicazioni inclusive, utili anche a scuola. La medesima valenza ha la capacità di alcuni dispositivi e applicazioni di leggere un documento mediante le proprie risorse di sintesi vocale. La filiera multimodale8 tipica della scelta operativa digitale è ulteriormente incrementata dalla disponibilità di stampanti braille e di altri strumenti destinati a consentire la fruizione del testo anche in particolari condizioni personali.

Quando si scrive si dovrebbe essere consapevoli di tutte le opportunità a disposizione, a cui vanno aggiunte altre opzioni, per esempio quella di travasare con un semplice copia-e-incolla il proprio documento nello spazio di un blog, rendendolo così immediatamente pubblico e disponibile alla fruizione di un numero infinito di soggetti. È probabile che qualche lettore abbia esperito questa pratica in modo non del tutto consapevole riversando qualche proprio pensiero scritto su Facebook.

Qualcun altro avrà già fatto l’esperienza di trasformare il proprio testo in un libro digitale, caratterizzato dalla capacità dinamica del formato utilizzato in questi casi – per esempio ePub – di adattare le dimensioni del testo e l’impaginazione alle caratteristiche impostate sul dispositivo di lettura, altra opzione con valenza inclusiva, in particolare per persone con difficoltà visive. Per ottenere questo risultato è sufficiente trasferire il proprio lavoro su una piattaforma Internet dedicata alla produzione di e-book. In questo caso, con ogni probabilità, si otterrà non solo un nuovo file conformato secondo le specifiche necessarie al tipo di fruizione appena descritto, ma – di nuovo – l’immediata pubblicazione in rete del proprio prodotto.

La dematerializzazione del testo, insomma, ne rende molto facile la condivisione secondo diversi formati e tipologie; in precedenza abbiamo parlato di quella privata, riservata a pochi utenti; in questo paragrafo abbiamo invece accennato alle forme che prevedono la pubblicazione dei materiali, la loro raccolta in depositi destinati a qualsiasi utente della rete, come nel caso di Slideshare9 e Scribd10.

Merita la nostra attenzione anche la procedura di esportazione dei documenti in formati diversi da quello originario: questa procedura – a cui in molti casi si accede mediante l’opzione salva con nome – consente di riprodurre il nostro testo in formati diversi, fruibili ed elaborabili da software diversi dall’ambiente di elaborazione originale. È questo un esempio di interoperabilità – la capacità dei dispositivi e delle applicazioni digitali di interagire sul piano operativo in modo completo, privo di vincoli di marchio e di limitazioni pratiche – e va sottolineato che comprende in particolare la possibilità di ricorrere al formato HTML, quello utile per rendere leggibile e fruibile un testo direttamente sulla rete internet, e PDF, la forma più semplice di realizzazione di un prodotto a impaginazione fissa e garantita.

Tutte queste funzionalità possono contribuire alla già accennata trasformazione del gruppo classe in un laboratorio di scrittura aperto a ciò che è esterno all’aula e che quindi deve fare i conti con il fatto che le proprie attività possono avere varie tipologie di destinatari, a seconda della forma di pubblicazione e distribuzione utilizzata.

Incrementi e supporti cognitivi e culturali

Da sempre il testo è accompagnato da immagini statiche. E questa funzione è sopravvissuta anche nel caso del testo digitale, che prevede l’inserimento di immagini da collezioni fornite insieme al software di scrittura o da qualsiasi altra fonte, ovviamente a patto che l’autore abbia risolto il problema del copyright. Analogamente, i migliori programmi di videoscrittura offrono repertori standardizzati di rappresentazioni grafiche – per lo più di matrice culturale politecnica, ma impiegabili anche in altri contesti – utili per arricchire il documento di schematizzazioni e integrazioni visive, così come rendono molto semplice e intuitiva la realizzazione di tabelle.
La dematerializzazione tipica del supporto digitale rende però possibile inserire e fruire direttamente dal documento anche filmati e contributi audio, forme di espansione del testo impensabili con i supporti precedenti, fatta salva la possibilità di citare un materiale delegando al lettore l’onere di procurarselo.

La potenzialità più ricca del digitale è infatti certamente il link, ovvero la possibilità di collegare in modo attivo a una porzione del documento un contenuto residente a sua volta su supporto digitale, anche molto “lontano” dal documento medesimo: spaziamo infatti dalla realizzazione di rimandi dinamici all’interno di un unico testo, alla connessione tra più documenti, al collegamento con strutture anche complesse di dati, informazioni e conoscenze residenti sulla rete Internet, che diventano raggiungibili e immediatamente fruibili con un semplice clic del mouse o con un tocco del dito. La potenzialità più ricca del digitale è certamente il link, la possibilità di collegare in modo attivo a una porzione del documento un contenuto residente a sua volta su supporto digitale.Scrivere con strumenti digitali non può prescindere da questa peculiare modalità di costruzione del tessuto testuale, che va oltre quanto è possibile fare sulla carta, dove i richiami sono possibili, ma inerti e a carico del lettore. Con il link digitale siamo invece di fronte a una sintassi operativa e cognitiva estremamente facile da realizzare (Inserisci collegamento ipertestuale è una funzione ormai standard di qualsiasi ambiente di scrittura) e molto potente sul piano culturale, forse la “novità” più promettente del trasferimento del testo (in tutte le sue articolazioni) su supporto digitale.

Con un collegamento attivo, infatti, possiamo rendere disponibile al lettore una nota, un riferimento bibliografico anche molto ampio, così come una spiegazione, un’esemplificazione, una definizione, un approfondimento, un confronto con una posizione o prospettiva diversa e così via, arricchendo ampiamente la capacità logica, concettuale ed espositiva della nostra scrittura; starà poi al lettore valutare la situazione e decidere se (e quando) seguire il collegamento proposto. Microsoft Word offre poi una particolare forma di collegamento attivo, ovvero la possibilità di selezionare una porzione di testo a nostra scelta e di accedere direttamente ai contenuti di Wikipedia che la contengono.

Un percorso didattico sulla scrittura non può non porsi l’obiettivo di rendere gli studenti capaci di usare in modo intenzionale queste risorse, che possono contribuire a estendere le potenzialità del testo in misura impensata sul supporto tradizionale e quindi a modificare in qualche modo la prospettiva generale, anche nella fase dell’ideazione e della strutturazione.

Ambienti particolari

Fino a qui abbiamo parlato di strumenti destinati a un pubblico standard. Vi sono però anche software con particolari caratteristiche e destinazioni d’uso. Balabolka, per esempio, è un ambiente ottimizzato per chi desidera scrivere un testo e averne contestualmente o successivamente la lettura mediante sintesi vocale; Araword e Clicker sono esempi di programmi finalizzati alla comunicazione aumentativa; OOo4Kids contiene un word processor destinato ai bambini, mentre Facilitoffice è pensato per semplificare OpenOffice, integrarlo con la sintesi vocale e facilitare l’uso nella scrittura di un dizionario visuale.

NOTE

1. Preferiamo questa dicitura a “videoscrittura”, perché rende in modo efficace la dimensione cognitiva dell’uso di un software per scrivere; un ampio elenco di word processor è disponibile in https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_word_processors.
2. Cfr. Marco Guastavigna, Non solo concettuali. Mappe, schemi, apprendimento, I Quaderni della Ricerca 23; Loescher Editore, Torino 2015, p. 15 [disponibile in https://laricerca.loescher.it/quaderni/i-quaderni-della-ricerca/i-quaderni-della-ricerca-23.html].
3. La metafora della “nuvola” indica la possibilità di utilizzare e condividere con altri utenti in modo dinamico e attivo risorse disponibili sulla rete Internet anziché sul proprio singolo dispositivo.
4. Maggiori informazioni sul software sono disponibili su http://www.sd2n.itd.cnr.it/index.php?r=site/scheda&id=5731.
5. Con questa espressione si definisce il software del quale gli autori – che ne detengono i diritti – rendono disponibile il codice sorgente; si tratta di programmi royalty free, per il cui utilizzo non è richiesto il pagamento di diritti d’autore.
7. I tre protocolli fanno riferimento a tre diversi livelli di difficoltà linguistico-cognitive (grave, medio, lieve) e sono descritti in http://handitecno.indire.it/content/index.php?action=readBancheDati&id=67&subact=buonePratiche&id_cnt=4756.
8. La multimodalità non va confusa con la multimedialità: l’espressione indica la possibilità di un documento elettronico di essere consultato in più modi, mediante diversi strumenti e canali comunicativi.
9. http://www.slideshare.net/.
10. http://www.scribd.com/.

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Marco Guastavigna

Insegnante nella scuola secondaria di secondo grado e formatore. Tiene traccia della sua attività intellettuale in www.noiosito.it.

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