Iniziamo da una delle mie preferite, il «Fanfulla della Domenica», il primo settimanale culturale a diffusione nazionale. Pubblicato a Roma dal 27 luglio 1879, era il supplemento domenicale del quotidiano «Il Fanfulla», fondato nel 1870 e pubblicato prima a Firenze (allora capitale del Regno) e poi a Roma. Il titolo si richiamava a Fanfulla da Lodi, condottiero dal nome e dalle origini incerte, che partecipò alla disfida di Barletta.
Fondato da Ferdinando Martini che lo diresse fino al 1880, il «Fanfulla della Domenica» riscosse subito un notevole successo. Il primo numero si apriva con una lettera di Francesco de Sanctis, a cui era stato chiesto di inviare, di tanto in tanto, qualche articolo:
Caro Martini,
accetto subito. […] Il tuo è pensiero fecondo, al quale si associeranno tutti quelli che sperano ancora nel nostro avvenire. […] Fu la coltura che creò l’unità della patria, ed è la coltura che dee rinsaguarla e redimerla da una decadenza di più secoli. Tu che vuoi chiuder l’uscio di casa alla politica, fai benissimo, perché quello che vuo’ tu fare è la vera politica. Il “Fanfulla della Domenica” sarà come una serie di letture settimanali, e il vero giorno del riposo, un refrigerio a’ cuori agitati dalle piccole e grandi miserie della vita quotidiana.
Così come «Il Fanfulla» non era legato a un particolare partito politico, il «Fanfulla della Domenica» rivendicava, nelle parole del direttore, la sua piena libertà:
Caldi amatori di libertà, la vogliamo intera anche per l’arte; e ci scappa da ridere al vedere certuni i quali si vantano propugnatori di novità negli ordinamenti politici, pretendere di tracciare cervelloticamente un limite agli ardimenti degli scrittori e degli artisti, e gridar loro il nec plus ultra. Libertà piena, ma badiamo, che l’arte rimanga arte; e che la libertà non sia una scusa per far a meno del gusto, della logica, della sintassi, del senso comune. Anche una sciocchezza non mai detta è una novità; ma noi non siamo disposti, sol perché è nuova, a farle buon viso.
Il «Fanfulla della Domenica» uscì fino al 1919 e vide fra le sue firme quelle di Giovanni Verga, Giosuè Carducci, Matilde Serao, Grazia Deledda e il giovane Gabriele D’Annunzio, che vi pubblicò i primi scritti. Possiamo trovare le copie digitalizzate nella Digiteca della Biblioteca di storia moderna e contemporanea di Roma.
Un’altra rivista che mi è sempre piaciuta molto è «Il Marzocco», settimanale di letteratura e arte fondato a Firenze da Adolfo e Angiolo Orvieto nel 1896 e uscito fino al 1932. Il nome, scelto da Gabriele D’Annunzio, si richiamava al marzocco, leone araldico che simboleggiava la città di Firenze. Molto elegante e curata dal punto di vista grafico, arricchita da incisioni e fotografie di opere d’arte, la rivista assunse ben presto un’importanza nazionale. Fra i collaboratori, oltre a D’Annunzio, anche Giovanni Pascoli ed Enrico Corradini, che pochi anni dopo, nel 1903, avrebbe fondato «Il Regno».
Se il «Fanfulla della Domenica» era molto vicino al verismo, «Il Marzocco» si schierava decisamente dalla parte dell’estetismo antipositivista. Il Prologo con cui si apre il primo numero, è il manifesto programmatico della rivista:
Noi abbiamo lungo tempo meditato se valesse la pensa di accingerci ad un’opera come questa che intraprendiamo: opporci con tutte le nostre forze a quella produzione di opere letterarie ed artistiche in generale che hanno le loro origini fuori della pura bellezza. […] Se non che l’impazienza ci vinse, e volemmo concedere a noi stessi la gioia di essere fra i primi in Italia ad annunziare che forse un ravvedimento non è lontano e che già si fa strada nella coscienza di molti l’ideale d’un’arte più pura e più alta.
È possibile consultare la rivista digitalizzata nel sito del Gabinetto G.P. Vieusseux di Firenze.
Una rivista molto interessante è sicuramente «Emporium: rivista mensile illustrata d’arte, letteratura, scienze e varietà», lanciata a Bergamo da Paolo Gaffuri, fondatore dell’Istituto Italiano d’Arti Grafiche, e da Angelo Ghisleri. La rivista, punto di riferimento fondamentale, dal 1895, per l’arte italiana e per le sue aperture all’arte europea, si occupava di argomenti diversi, dalle scoperte scientifiche alle conquiste tecnologiche, dalla storia alla moda.
Il manifesto programmatico del 1894 ne evidenziava gli scopi:
Popolarizzare l’alta coltura, i risultati della scienza, il fior fiore delle arti, non solamente dell’Italia, ma di tutto il mondo civile; con notizie e monografie precise, brevi, succose, dovute a specialisti, e accompagnate sempre da illustrazioni, che siano documenti, presi dal vero e sui luoghi, riprodotti con sistemi ultimi dell’arte grafica più progredita; tale l’intento della nuova Rivista.
«Emporium», che uscì fino al 1964, doveva rivolgersi a tutti, essere allo stesso tempo di lusso e popolare. La possiamo sfogliare sul sito della Scuola Normale Superiore di Pisa.
Un’altra famosissima rivista illustrata di cui possiamo trovare molte annate online è «L’illustrazione italiana».
Nata nel 1875 dalla fusione di due riviste romane, rilevate dalla casa editrice Fratelli Treves di Milano – nota per aver pubblicato i maggiori autori dell’epoca e le traduzioni di grandi scrittori stranieri – la rivista, pubblicata fino al 1962, fu uno dei settimanali illustrati più letti in Italia fino all’avvento della televisione. Il grande successo fu dovuto non solo alla collaborazione dei più noti autori italiani (e al lavoro dei redattori, fra cui troviamo Eugenio Torelli Viollier, che nel 1876 avrebbe fondato il «Corriere della Sera»), ma anche alla scelta degli illustratori, come Achille Beltrame e Luigi Bompard, e alla grande qualità della stampa delle immagini.
La rivista si mantenne al passo con i tempi affidando le proprie immagini ad alcuni noti fotogiornalisti e adottando la carta patinata. A seguito delle leggi razziali, nel 1939 «L’illustrazione italiana» fu ceduta dai Fratelli Treves alla Garzanti. Nel corso degli anni venne ciclicamente chiusa e ripresa, senza particolare successo. Possiamo trovare la digitalizzazione delle annate dal 1874 al 1946 nella Digiteca della Biblioteca di storia moderna e contemporanea di Roma.
In un prossimo articolo scopriremo altri interessanti archivi di periodici online.