Picasso, visionario interprete dell’antico

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La mostra Picasso. Metamorfosi, visitabile fino al 17 febbraio Palazzo Reale di Milano, è davvero da non perdere; e lo è sia per gli appassionati di antichità classiche, sia per quelli di arte contemporanea, poiché le opere del grande artista di Malaga (dipinti, disegni, grafica, sculture, ceramiche…) sono accompagnate da reperti archeologici che – direttamente o indirettamente – le hanno ispirate.

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Pablo Picasso, Le Baiser [Il bacio], 26 ottobre 1969, olio su tela, Paris, Musée National Picasso. Credito fotografico: © RMN-Grand Palais (Musée national Picasso-Paris) /Jean-Gilles Berizzi/ dist. Alinari. Copyright: © Succession Picasso, by SIAE 2018
Organizzata in coproduzione a cura di Comune di Milano-Cultura e MondoMostre Skira, curata da Pascale Picard, direttrice dei Musei Civici di Avignone, l’esposizione è parte di una più vasta rassegna europea di respiro triennale, promossa dal Musée Picasso di Parigi, denominata Picasso-Méditerranée. E infatti il Picasso in mostra a Milano ci appare come visionario epigono di una millenaria cultura “mediterranea”, fatta di miti di ispirazione artistico-letteraria (tra gli altri: Arianna e il Minotauro, i Fauni e le Ninfe…), di suggestioni archeologiche (derivanti dalla frequentazioni del Louvre, dai viaggi a Roma, dal contatto con le antichità iberiche), di implicazioni antropologiche (legate all’invenzione di oggetti ceramici prodotti ad emulazione dei reperti pompeiani, la maggior parte dei quali prodotti a Vallauris).

Il dialogo tra passato e presente nella mostra milanese

  • xLe “due Arianne” dialogano: il Nudo disteso e l’Arianna addormentata
  • xPablo Picasso, Nu couché [Nudo disteso], 4 aprile 1932 olio su tela, Paris, Musée National Picasso, Credito fotografico:© RMN-Grand Palais (Musée national Picasso-Paris) /Adrien Didierjean/ dist. Alinari. Copyright: © Succession Picasso, by SIAE 2018
  • xArianna addormentata (III sec. d.C.), Parigi, Museo del Louvre
  • xLa “stanza del Minotauro” (foto d’insieme): il Torso di Minotauro e la Testa uomo barbuto
  • x Pablo Picasso, Plat espagnol décoré d’un oeil et de taureaux; au dos: tête de taureau [Piatto spagnolo decorato con occhio e tori; sul retro: testa di toro], 20 maggio 1957; argilla rossa, pezzo tornito; Paris, Musée National Picasso. Credito fotografico: Photo © RMN-Grand Palais (Musée national Picasso-Paris) / Béatrice Hatala. Copyright © Succession Picasso – Gestion droits d’auteur
  • x Pablo Picasso, Faune, cheval et oiseau [Fauno, cavallo e uccello], 5 agosto 1936, gouache, penna e inchiostro di china su carta spessa per acquerello, Paris, Musée National Picasso. Credito fotografico: © RMN-Grand Palais (Musée national Picasso-Paris) /Adrien Didierjean/ dist. Alinari. Copyright: © Succession Picasso, by SIAE 2018

Il valore aggiunto di questa mostra è lo sforzo – davvero riuscito – di fare “dialogare” tra loro gli oltre duecento pezzi esposti, tra i quali è difficile scegliere quali segnalare. Dunque, ancora una volta, abbandonerò i panni del recensore oculato per esprimere quelle che sono semplici impressioni – emozioni, dovrei dire – personali. Segnalo allora il sublime “dialogo” tra un’Arianna addormentata (III sec. d.C.) dal Louvre e un Nudo disteso (1932) dal Musée Picasso di Parigi; come pure quello tra un torso tardo-antico del Minotauro dai Musei Vaticani, e le numerose raffigurazioni picassiane di questo essere ambivalente – aggressivo e aggredito, feroce e dolente – nel quale l’artista amava identificarsi. Come non ricordare poi la “triangolazione” tra alcuni Baci di Picasso, Rodin, Ingres con la quale la mostra si apre e la loro comune dipendenza da modelli antichi? Oppure le incredibili e filiformi sculture quasi “giacomettiane” che l’artista spagnolo creò ispirandosi a prodotti di arte iberica pre-romana, o le figure che egli disegnò ad imitazione degli idoli cicladici? Come si può capire c’è davvero da perdersi, e non volere più uscire, anche perché la sezione finale – della quale parlerò ora – è davvero straordinaria.

Picasso illustratore delle Metamorfosi

Credo già di avere altre volte confidato ai lettori della Ricerca una mia passione particolare per la grafica: come potevo, allora, non gustarmi fino all’ultima le acqueforti con le quali Picasso illustrò le Metamorfosi di Ovidio? Sono comprese in un’opera edita nel 1931 a Losanna, per i tipi dell’allora nascente casa editrice Skira, col titolo Ovide, Les Métamorphoses. Eaux-fortes originales de Picasso. Si trattava di un volume di 412 pagine in carta pregiata, non rilegato, nel quale il grande artista illustrava il poema ovidiano; lo aveva fatto su richiesta del giovane editore svizzero Albert Skira, che aveva persuaso Picasso anche attraverso la mediazione di Jacqueline Apollinaire (vedova del poeta Guillaume) e di Pierre Matisse (gallerista, figlio del pittore Henri).

Se è vero quel che si è detto sopra sulla passione di Picasso per l’antichità, i miti metamorfici di Ovidio, da secoli fonte inesauribile di suggestioni per la cultura figurativa europea, non potevano che esaltare l’istinto creativo dell’artista, che produsse quindici acqueforti ad apertura di ogni libro (proposto in traduzione francese) e quindici tavole fuori testo. Ne emerge un classicismo visionario (ho già usato prima questo aggettivo, ma qui lo ribadisco con forza), venato di surrealismo, la cui cifra costante è la nudità dei personaggi, con allusioni sia ai sensuali nudi neoclassici Ingres sia a quelli carichi di dinamismo di Matisse. Tra i miti illustrati nelle tavole fuori testo, spiccano – tra gli altri – quelli relativi alla morte di Euridice (libro decimo) e di Orfeo (libro undicesimo) o il fatale combattimento di Meleagro col cinghiale caledonio (libro ottavo); ma forse nessuno emoziona quanto la rovinosa caduta di Fetonte col carro del Sole (libro secondo), laddove un groviglio di corpi equini si mescola con quello dello stesso Fetonte: si tratta di una scena di potenza davvero “ovidiana”.

  • xOvide, Les Métamorphoses. Eaux-fortes originales de Picasso. Edizione originale
  • xOvide, Les Métamorphoses. Eaux-fortes originales de Picasso, La caduta di Fetonte
  • xL’anastatica delle Metamorfosi, Skira editore

Ultima nota: le edizioni Skira – ancora oggi un punto di riferimento nell’arte – oltre ad avere pubblicato il bel catalogo della mostra milanese, hanno appena approntato una raffinatissima ristampa anastatica in mille esemplari numerati del libro illustrato da Picasso nel 1931. Non è certo un’edizione economica, come si può ben immaginare, ma si tratta di un volume di tale suggestione che sotto Natale qualcuno potrebbe anche farsi regalare o (perché no?) regalarsi da solo: tanto sciarpe, guanti e cravatte ce li forniranno già (come al solito) sorelle e suocere…

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Mauro Reali

Docente di Liceo, Dottore di Ricerca in Storia Antica, è autore di testi Loescher di Letteratura Latina e di Storia. Le sue ricerche scientifiche, realizzate presso l’Università degli Studi di Milano, riguardano l’Epigrafia latina e la Storia romana. È giornalista pubblicista e Direttore responsabile de «La ricerca».

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