Parini e l’Educazione civica: un percorso nelle Odi

Tempo di lettura stimato: 20 minuti
Parini sembra destinato a una parabola discendente: eppure la sua opera, ricca di spunti, può rappresentare davvero un’utile palestra di cittadinanza, pensando all’Agenda 2030.
Martino Knoller, Ritratto di Giuseppe Parini, poeta e letterato, 1800-1810 e l’edizione Barbera del 1947.

Tra gli autori della letteratura italiana moderna, Parini sta attraversando una parabola discendente molto simile a quella che ha visto protagonista Carducci: se fino alla riforma della scuola secondaria superiore, entrata in vigore nell’anno scolastico 2010-2011, si raccomandava infatti che la conoscenza dell’autore toscano fosse «la più ampia possibile, per il carattere educativo della sua patriottica ed umana poesia»[1], ora il suo nome non compare nelle Indicazioni nazionali e la sua trattazione nel quinto anno viene evitata per lasciar spazio al Novecento o, al massimo, limitata a qualche lettura come Pianto antico, Alla stazione in una mattina d’autunno o Traversando la Maremma toscana. Una medesima sorte sembra essere riservata all’autore del Giorno, anche lui neppure menzionato nelle Indicazioni, con un numero di pagine sempre più ridotto sui manuali del triennio e legato a immagini stereotipate quali quelle del «giovin signore», del «precettor d’amabil rito» e della «vergine cuccia».
In questo intervento cercherò di analizzare come l’opera pariana sia in realtà fruttuosa, accattivante e ricca di spunti per gli studenti, ma soprattutto per il docente di lettere di scuola superiore che voglia ancorarla alla trattazione dei nodi tematici della nuova disciplina trasversale di Educazione civica.

Varia fortuna di Parini

Se volessimo tracciare, riprendendo la felice espressione di Dante Isella, un “diagramma” della fortuna di Parini, potremmo identificare negli anni a cavallo del bicentenario della morte, caduto nel 1999, il momento di massima vivacità del dibattito sull’autore del Giorno. È vero che, a partire dal 2011, con l’uscita di Alcune poesie di Ripano Eupilino, primo volume dell’Edizione nazionale delle opere di Giuseppe Parini coordinata da Giorgio Baroni, si è restituita l’intera sua produzione in una veste filologicamente corretta, ma si tratta di volumi per specialisti e dai costi considerevoli; ben più probante è invece la consultazione del motore di ricerca www.italinemo.it, che censisce le riviste di italianistica del mondo: qui si può notare la riduzione degli studi sul poeta di Bosisio dopo il sussulto di inizio XXI secolo[2].

La riscoperta pariniana di fine XX secolo è però avvenuta in un’area circoscritta, quella lombarda, e l’impressione è che, col passare del tempo, l’autore abbia perso quel carattere “nazionale” che lo facevano vedere, agli occhi del Foscolo dell’Ortis, come un patriota democratico, sorta di eroe plutarchiano, mentre Leopardi, nell’operetta Giuseppe Parini, ovvero della Gloria, del 1827, lo considerava «uno dei pochissimi Italiani che all’eccellenza nelle lettere congiunsero la profondità dei pensieri e molta notizia ed uso della filosofia presente».

Il comitato scientifico dell’Edizione Nazionale annovera Parini fra le tre corone del Settecento, ma in realtà, nelle Indicazioni Nazionali per i licei e nelle Linee guida per gli Istituti tecnici e professionali per il secondo biennio e quinto anno, se i contemporanei Goldoni e Alfieri vengono considerati i fondatori della moderna tradizione teatrale italiana, nessun cenno viene fatto al nostro autore né si citano Il Giorno e le Odi. Ciò, probabilmente, è dovuto all’impossibilità di inserire l’opera maggiore di Parini nell’itinerario di letteratura italiana che il legislatore individua per generi, indicando gli autori imprescindibili da trattare nel secondo biennio e quinto anno.

Parini a scuola e nelle storie della letteratura del triennio

Tale esclusione dalle Indicazioni Nazionali sembrerebbe aver avuto poi una conseguenza anche nelle letture antologizzate sui manuali scolastici, specie in quelli successivi alla riforma nota come “Gelmini” e realizzata a partire dalle classi prime dell’a.s. 2010-2011. Prendiamo, a titolo di esempio, le tre più diffuse antologie della scuola secondaria di II grado, ovvero i manuali di Baldi-Giusso-Razzetti-Zaccaria, Luperini-Cataldi-Marchiani-Marchese e Bologna-Rocchi, nelle loro ultime versioni.

I volumi I classici nostri contemporanei di Baldi e Liberi di interpretare di Luperini compiono delle scelte quasi “fotocopia”: aprono il profilo dell’autore con l’ode proto-ecologista La salubrità dell’aria, mentre le letture dal Giorno (siano esse sul manuale cartaceo o nell’espansione online) si attestano a testi “classici”, quali il lunghissimo brano dal titolo Il risveglio del «giovin signore», seguito dalla cosiddetta Favola del Piacere, dal celeberrimo episodio della «vergine cuccia» e da brano intitolato Il «giovin signore» legge gli illuministi, tutti tratti dal Mezzogiorno (o dal Meriggio, se i curatori dei manuali mettono a testo la seconda redazione del poemetto). La Notte è affidata in entrambi i manuali alla “sfilata degli imbecilli” (La Notte 351-464). Sia Baldi sia Luperini scelgono La caduta per rappresentare il secondo momento delle Odi.

Bologna, invece, nell’antologia del 2020 dal titolo Letteratura visione del mondo, presenta, oltre ai brani già inseriti negli altri due manuali, testi poco frequentati come Il dialogo sopra la nobiltà e il Discorso sopra la poesia, ma funzionali per mostrare la “visione del mondo” del poeta di Bosisio. L’ode Il bisogno, invece, viene inserita, forse in ragione della sua brevità, per un’esercitazione sull’analisi del testo.

Insomma, da questo breve confronto si evince come la visione di Parini a scuola risulti quasi cristallizzata, fissata a pochi testi e canonici, che rimandano un’immagine dell’autore poco accattivante; al docente di lettere che voglia sperimentare incursioni attualizzanti nell’ostica, ma affascinante, poesia pariniana, i manuali in uso nella scuola italiana forniscono pochi spunti di interesse oltre il consolidato percorso di brani canonici.

Parini e l’Educazione civica

Forse uno spunto per affrontare anzitutto l’autore e, sicuramente, in una chiave nuova, tanto da farlo apparire nostro “concittadino”, ci viene dalla dall’insegnamento trasversale di Educazione civica, reso obbligatorio, a partire dall’anno scolastico 2020-2021, dal decreto n. 35 del 22 giugno 2020, che contiene come allegato A le fondamentali Linee guida[3]. Nell’articolo 1 della legge n. 92 del 20 agosto 2019 si scrive infatti che l’educazione civica «contribuisce a formare cittadini responsabili e attivi e a promuovere la partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale e sociale delle comunità, nel rispetto delle regole, dei diritti e dei doveri». Sarà la passione per l’autore su cui mi sono laureato, ma queste righe hanno molto in comune con la targa apposta a Milano, a Piazza Mercanti, in corrispondenza del bicentenario della sua morte, qui sotto riportata.

Targa apposta in Piazza Mercanti n. 11 a Milano per le celebrazioni del bicentenario della morte.

Nella scritta si sottolinea l’attività di Parini come insegnante di Eloquenza e di Belle Lettere alle Scuole Palatine e poi di Brera e la sua opera meritoria verso i giovani, mescolando, secondo la lezione dell’Ars poetica di Orazio, il vero e bello, e promuovendo «la fondazione morale e civile di una libera società italiana»; insomma, parole che risuonano anche nel testo del legislatore a venti anni di distanza.

Sempre nella legge n. 92 del 20 agosto 2019 si delineano gli ambiti di pertinenza di questa disciplina trasversale; ai fini della presente proposta didattica su Parini sono importanti i seguenti snodi individuati nell’art. 3, dal titolo Sviluppo delle competenze e obiettivi di apprendimento: a) Costituzione, istituzioni dello Stato italiano, dell’Unione europea e degli organismi internazionali; storia della bandiera e dell’inno nazionale; b) Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 25 settembre 2015; e) educazione ambientale, sviluppo eco-sostenibile e tutela del patrimonio ambientale, delle identità, delle produzioni e delle eccellenze territoriali e agroalimentari; f) educazione alla legalità e al contrasto delle mafie; g) educazione al rispetto e alla valorizzazione del patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni.

Le Odi e l’Educazione civica: una tabella per iniziare

Un itinerario di Educazione civica nell’opera di Parini si può creare non a partire dal più conosciuto Giorno, ma cercando di recuperare quelle Odi[4] che, come visto in precedenza, popolavano poco le antologie scolastiche del secondo biennio, spesso confinate ad approfondimenti online. Nella proposta ci si concentrerà sulle Odi solitamente designate con l’aggettivo di “civili”; il rischio potrebbe essere quello di trasmettere un’immagine parziale dell’autore, in linea col ritratto che ne fece Reina nella sua Vita, ma sarà cura del docente introdurre, in parallelo, anche l’equilibrio neoclassico e la malinconia delle ultime Odi e della seconda stesura del Giorno.

Per chiarezza didattica e per guidare i docenti nella personalizzazione del percorso didattico, si dà in seguito una tabella con una selezione di Odi significative, affiancate dai traguardi per lo sviluppo delle competenze e dagli obiettivi specifici di apprendimento[5] previsti nel decreto ministeriale del 2019; si escludono il punto c), Cittadinanza Digitale, per ovvi motivi e il punto d) elementi fondamentali di diritto, perché implicherebbe conoscenze e competenze non padroneggiate da insegnanti di lettere. Il punto g), educazione al rispetto e alla valorizzazione del patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni, non viene considerato in quanto marginale rispetto al percorso pariniano e per conferire maggiore organicità all’itinerario qui delineato.

L’itinerario di Educazione civica può essere svolto interamente, ma anche in verticale, approfondendo, ad esempio, solo gli aspetti di Costituzione e di Agenda 2030 rilevati nelle odi indicate nella prima colonna.

 

Ode Costituzione e Organismi dell’UE e internazionali Agenda 2030[6] Educazione ambientale e sviluppo eco-sostenibile Educazione alla legalità
L’innesto del vaiuolo art. 32 della Costituzione Obiettivo 3. Salute e benessere

Traguardo 3b

La salubrità dell’aria art. 9 della Costituzione Obiettivo 11. Città e comunità sostenibili

Traguardi 11a e 11b

Obiettivo 12. Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo

Traguardo 12.5

La corruzione dell’aria di Milano e la qualità dell’aria nelle moderne metropoli e megalopoli Mafia e commercio dei rifiuti
La vita rustica art. 9 della Costituzione Obiettivo 2. Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile L’importanza di mantenere la varietà nelle colture e di proteggere gli ecosistemi
Il bisogno art. 25 della Costituzione La prevenzione dei delitti e le caratteristiche di una buona legislazione
La laurea art. 34 della Costituzione Obiettivo 4. Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti

Obiettivo 5. Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze.

Traguardo 5.5

Itinerari e spunti di Educazione civica nelle Odi

Un itinerario di educazione civica può partire dalla prima ode dell’edizione Gambarelli del 1791, L’innesto del vaiuolo, una delle più lunghe e complesse fra quelle pariniane, stampata nel 1765, lo stesso anno del Mezzogiorno. L’ode è incentrata sulla figura del medico Giovanmaria Bicetti de’ Buttinoni, novello Colombo che, importando da Costantinopoli il vaccino contro il vaiolo, aveva dato, secondo Parini e il Verri, un grande beneficio per la società europea; le stanze di nove versi si chiudono con la poesia di Parini, invitata a spingere il lettore «verso il ver, verso il buono» (L’innesto del vaiuolo, v. 187), prendendo dunque posizione, in modo esplicito, nel dibattito che vedeva ancora molti oppositori alla vaccinazione.

Una ripresa di quest’ode è, ovviamente, calzante nel periodo di pandemia da Covid-19 che stiamo vivendo da febbraio 2020 e con gli obiettivi di Agenda 2030, nello specifico il n. 3, «Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età», il cui traguardo 3b sottolinea la necessità di «Sostenere la ricerca e lo sviluppo di vaccini e farmaci per le malattie trasmissibili e non trasmissibili che colpiscono soprattutto i paesi in via di sviluppo». In questi ultimi mesi sulle pagine dei quotidiani, cartacei e online e in televisione i protagonisti del dibattito contemporaneo (virologi, politici, editorialisti e financo filosofi) stanno sostenendo posizioni forti sulla obbligatorietà o meno dell’inoculazione vaccinale. Dopo l’analisi, in lezione dialogata o a piccoli gruppi, sulla storia dell’eliminazione del vaiolo nel mondo e una catalogazione delle espressioni che nell’ode caratterizzano da una parte la «turba ignara» (v. 32) e dall’altra Bicetti, un’interessante espansione, in vista della scrittura argomentata, potrebbe essere la creazione di un diagramma, con il software MindMup Argument Visualization[7] in cui, spostando il focus dalla vaccinazione contro il vaiolo a quella anti Covid-19, si schematizzano gli argomenti dei favorevoli e di chi è contrario. Un’altra attività di sicuro interesse e di indubbia attualità, a partire dal testo pariniano, riguarda poi la storia dell’articolo 32 della Costituzione, in particolare la genesi del comma 2, all’interno del quale «le disposizioni di legge» farebbero riferimento ai trattamenti sanitari necessari per tutelare la salute pubblica e, nello specifico, alle vaccinazioni. Va da sé che la complessità della controversia necessita di una sinergia con l’insegnante di Scienze Naturali della classe, negli istituti in cui tale insegnamento sia previsto nel piano di studi del quarto anno.

L’ode più conosciuta di Parini è, d’altra parte, La salubrità dell’aria, presente, come abbiamo visto, in entrambe le antologie più adottate in Italia; qui il poeta presenta il progressivo deterioramento dell’aria di Milano come corollario di una corruzione morale che ha i suoi mandanti nel lucro (v. 29), nel lusso e nell’avarizia, ma anche nella stolta pigrizia (vv. 71-72) e nell’inerzia privata (v. 118), che ignora le leggi e segue esclusivamente il proprio immediato e miope profitto.[8] L’incremento della coltivazione del riso e l’allevamento del bestiame, con la creazione delle marcite, avevano infatti ammorbato l’aria della Lombardia, provocando la diffusione della malaria. L’avvelenamento dell’aria era provocato anche dallo spostamento dei cosiddetti rifiuti organici (letame, carogne di animali), che venivano trasportati da carri con i coperchi scoperchiati, senza rispetto per gli orari stabiliti dalla legislatura del tempo. Un itinerario di ricerca molto interessante, anche per aprire una finestra sulla contemporaneità (scelta adottata da diversi manuali scolastici negli ultimi anni) e intercettare il traguardo e), “Educazione alla legalità”, conduce al commercio illegale dei rifiuti, con la lettura d’obbligo di passi, a scelta dell’insegnante, tratti da Gomorra di Roberto Saviano[9]. Ritornando poi all’ode pariniana, è evidente come anticipi le istanze indicate nell’obiettivo 11 di Agenda 2030, volto a «Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili», specificando, nel traguardo 11.6 e 11.a la necessità di prestare «attenzione alla qualità dell’aria e alla gestione dei rifiuti urbani e di altri rifiuti», ma anche di «supportare i positivi legami economici, sociali e ambientali tra aree urbane, periurbane e rurali rafforzando la pianificazione dello sviluppo nazionale e regionale». Sembra di sentire risuonare nel XXI secolo i versi di Parini, quando contrappone il lucro alla salute civile, ovvero il benessere dei cittadini, messo in secondo piano per l’espansione delle acque fangose; anche Agenda 2030, infatti, di fronte all’espansione delle città, riferisce che, nonostante occupino «solamente il 3 per cento della superficie terrestre, tuttavia sono responsabili del 60-80% del consumo energetico e del 75% delle emissioni di carbonio»; l’obiettivo 12, traguardo 12.5, mette poi in evidenza la necessità di «ridurre in modo sostanziale la produzione di rifiuti attraverso la prevenzione, la riduzione, il riciclo e il riutilizzo».

Anche l’ode La vita rustica, sebbene a una prima lettura superficiale possa risolversi nella dicotomia di matrice arcadica tra otium campagnolo e negotium urbano, contiene elementi che mostrano l’aggiornamento di Parini sul settore dell’agricoltura;[10] al v. 89 il poeta si rivolge, infatti, al «villan sollecito» che «steril parte / Del tuo terren, di più / Render farai, con arte / Che ignora la padre fu» (La vita rustica, vv. 93-96). È noto che Parini fu chiamato nel 1776 a redigere Le costituzioni fondamentali della Reale Accademia d’Agricoltura in Milano che, attraverso il progresso delle tecniche agricole, perseguivano l’eliminazione della sottoalimentazione, una delle piaghe del tempo. Il grande interesse del poeta delle Odi verso l’agricoltura e la riduzione della malnutrizione presenta incredibili tangenze con vari snodi di Agenda 2030: il goal n. 2 mira infatti a «porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile». Il poeta di Bosisio si attesta sulle posizioni fisiocratiche del tempo, che si proponevano di far prevalere l’agricoltura rispetto al mercantilismo e all’industria, ma molti elementi sono ritrovabili anche nel XXI secolo nella necessità di incentivare un’agricoltura sostenibile e di promuovere uno sviluppo rurale centrato sulle persone.

In alcune antologie vengono proposti versi della breve ode Il bisogno, che si può inserire in un percorso di Educazione civica del quarto anno che includa ovviamente anche la trattazione del capolavoro dell’Illuminismo italiano, Dei delitti e delle pene di Cesare Beccaria, pubblicato nel 1764, due anni prima dell’ode che si intende presentare. Nel componimento in settenari Parini rappresenta nella prima parte i delitti commessi dagli indigenti attraverso la personificazione del Bisogno e nella seconda parte si sofferma sulle atroci pene comminate dalla crudele giustizia del tempo, tanto lontana dalla generosità del pretore svizzero Wirtz, in procinto però di lasciare il suo incarico in quell’anno. Gli snodi di Educazione civica, in questo caso, possono intercettare la tematica a) dei traguardi per lo sviluppo delle competenze, ovvero la Costituzione italiana e, nello specifico, l’articolo 25, nel quale si stabilisce il concetto di legalità penale e si introduce la necessità di un regolare processo. Un ulteriore interessante approfondimento, da svolgere in sinergia col docente di Storia o diritto, si lega invece all’analisi del rapporto nel tempo tra disuguaglianza nella redistribuzione dei redditi e criminalità; nell’ode pariniana questo si lega all’aumento demografico del secondo Settecento, con le conseguenze della mendacità e una spinta al micro-crimine, ma studi recenti, tra cui il volumetto Disuguaglianza, povertà e criminalità. Una ricognizione in ambito italiano dei ricercatori dell’Università di Macerata[11] forniscono spunti interessanti al docente di italiano che insegni in indirizzi liceali come le Scienze umane, caratterizzati da discipline quali psicologia, sociologia e diritto dove la connessione tra materie umanistiche e giuridiche risulta fruttuosa.

Come Il bisogno, un componimento d’occasione è rappresentato anche dalla Laurea, lunga composta nel 1777, di cui, ai fini didattici, è fruttuoso analizzare le strofe dall’ottava alla dodicesima; qui Parini loda Maria Pellegrina Amoretti, terza donna in Italia a laurearsi in quell’anno in Ragion civile, all’Università di Pavia.

Maria Pellegrina Amoretti

Le prospettive di ricerca che si possono dipartire da quest’ode, nell’ambito dell’educazione civica, sono, a mio avviso, duplici: da una parte si può collegare questo componimento all’articolo 34 della Costituzione, nel quale uno degli elementi di novità del dettato costituzionale è la possibilità per «i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, […] di raggiungere i gradi più alti degli studi». Dall’altro lato la sottolineatura del sesso femminile (ripetuto, come sottolinea la Ebani nel suo commento, per ben tre volte nell’ode, a sottolineare l’eccezionalità della laurea) prepara a un altro filone di approfondimento, a mio avviso ancora più proficuo e stimolante, ossia quello individuato dall’obiettivo 5 di Agenda 2030, volto a «raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze». D’altra parte, se dopo più di 250 anni l’ONU deve indicare tra i suoi obiettivi quello di garantire alle donne e alle ragazze parità di accesso all’istruzione e una rappresentanza nei processi decisionali, politici ed economici, possiamo ribadire come nelle Odi di Parini siano presenti diversi germi, non certo positivi, della modernità. Ma la vicenda dell’Amoretti ha delle connessioni proficue anche con l’obiettivo 4 di Agenda 2030, che prevede di «fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti» e nel traguardo 4.3 di «garantire entro il 2030 ad ogni donna e uomo un accesso equo ad un’istruzione tecnica, professionale e terziaria -anche universitaria- che sia economicamente vantaggiosa e di qualità».

Un bilancio

Come spero di aver mostrato attraverso le attività sopra esposte, la poesia pariniana delle Odi, superato l’ostacolo della raffinata lingua letteraria e le inversioni che ne sono le caratteristiche più evidenti, può rappresentare, davvero, una “palestra” di Educazione civica.

Le proposte didattiche della sezione precedente costituiscono d’altra parte degli “spunti” che la creatività didattica dell’insegnante di lettere (dote, insieme alla flessibilità, indispensabile nei tempi che stiamo attraversando) potranno modellare, ampliare, modificare in base alla specificità della classe in cui si vorranno progettare e al monte-ore destinato; raccomandabili le attività di gruppo e collaborative, come pure di scrittura argomentativa, specie in quelle odi (come L’innesto del vaiuolo o Il bisogno) che richiedono di prendere posizioni su tematiche controverse come i vaccini o l’atteggiamento verso la criminalità. La forte spinta digitale dell’ultimo anno e mezzo, poi, ha consentito una maggiore familiarità con lo strumento informatico e guidare gli studenti a servirsi di materiali online, a navigare in siti autorevoli, a confrontare diverse risorse nella rete mira a raggiungere l’obiettivo c) definito “cittadinanza digitale” nelle stesse Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica più volte citate.

Solo così, a mio avviso, Parini potrà togliersi di dosso l’etichetta di cantore del «giovin signore», affidata a testiIn questo intervento cercherò di analizzare come l’opera pariana sia in realtà fruttuosa, accattivante e ricca di spunti per gli studenti, ma soprattutto per il docente di lettere di scuola superiore che voglia ancorarla alla trattazione dei nodi tematici della nuova disciplina trasversale di Educazione civica. cristallizzati nel canone scolastico, ma potrà diventare, per l’adolescente del XXI secolo posto davanti all’ostica lingua delle Odi, quasi un “cittadino” del suo mondo, perché tratterà degli stessi argomenti che gli stanno a cuore, forse in un’ottica a quel tempo regionale, ma che ora interessa la nazione e l’intero pianeta, con emergenze diventate globali.


[1] Così si scrive, infatti, nel Regio Decreto 1° ottobre 1923, n. 2185, più noto come Riforma Gentile.

[2] In corrispondenza dell’anniversario l’Università degli Studi di Milano e l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia avevano organizzato sessioni di studio e convegni, confluiti nei ponderosi volumi dal titolo Interpretazioni e letture del «Giorno» e L’amabil rito. Società e cultura nella Milano di Parini, entrambi editi da Cisalpino e a cura dei docenti della Statale; interessanti approfondimenti sulla figura del poeta di Bosisio sono presenti nella più snella raccolta di saggi a cura di Bortolo Martinelli, Carlo Annoni e Giuseppe Langella, Le buone dottrine e le buone lettere. Brescia per il bicentenario della morte di Giuseppe Parini pubblicata nel 2001 dall’editore Vita e Pensiero.

[3] Il Decreto è consultabile online all’url https://www.miur.gov.it/-/decreto-ministeriale-n-35-del-22-giugno-2020.

[4] Per comprendere appieno le Odi, specie le più complesse e ricche di riferimenti extra testuali, è imprescindibile l’edizione commentata a cura di Nadia Ebani, per Guanda, di cui si danno le coordinate bibliografiche: G. Parini, Le Odi, a cura di N. Ebani, Fondazione Pietro Bembo / Ugo Guanda Editore, Varese 2010.

[5] Si preferisce indicare i più dettagliati “traguardi per lo sviluppo delle competenze e gli obiettivi specifici di apprendimento” rispetto agli “aspetti contenutisti e metodologici” contenuti nelle Linee guida dell’Allegato A.

[6] La Risoluzione adottata dall’Assemblea Generale il 25 settembre 2015, nota come Agenda 2030, è fruibile al link https://unric.org/it/wp-content/uploads/sites/3/2019/11/Agenda-2030-Onu-italia.pdf. Tutte le citazioni si intendono prese da questa fonte legislativa.

[7] Sull’uso di MindMup Argument Visualization si legga il mio articolo Costruire argomentazioni online nell’età della frammentazione, reperibile sulla rivista «Radici digitali» all’url https://radicidigitali.eu/2021/03/05/costruire-argomentazioni-online-nelleta-della-frammentazione, 05.03.2021.

[8] Cfr. G. Parini, Le Odi, a cura di N. Ebani, op. cit., p. 23.

[9] Sull’argomento dei rifiuti in letteratura ha scritto pagine interessanti Niccolò Scaffai nel capitolo Entropia dei rifiuti: contenere l’incontenibile all’interno del suo Letteratura e ecologia. Forme e temi di una relazione narrativa, Carocci, Roma 2017, pp. 139-166. Nello stesso volume si consiglia la lettura del cap. 6, Ecologia e modernità, nel quale Scaffai individua nel 1759, data di composizione dell’ode, «il vero e proprio ingresso di un tema (proto) ecologico nella letteratura italiana» (op. cit., p. 175).

[10] Per approfondire questo rapporto, si legga M. Malavasi, Industria, paesaggio e natura in Parini, in R. Rea (a cura di), Dal paesaggio all’ambiente. Sentimento della natura nella tradizione poetica italiana, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 2020, pp. 67-89.

[11] Cfr. F. Clementi et al., Disuguaglianza, povertà e criminalità. Una ricognizione in ambito italiano in P. Ramazzotti (a cura di), Disuguaglianze, giustizia, legalità. Tendenze in atto e azioni possibili, Aracne, Roma 2018.

Condividi:

Matteo Zenoni

Insegna materie letterarie e latino al Liceo Linguistico “Cesare Battisti” di Lovere e si occupa principalmente del rapporto tra didattica dell’italiano e nuove tecnologie (promuovendo iniziative di formazione per l’ADI della Lombardia), e dell’applicazione del metodo valenziale alla didattica del latino.

Contatti

Loescher Editore
Via Vittorio Amedeo II, 18 – 10121 Torino

laricerca@loescher.it
info.laricerca@loescher.it