Nuove Indicazioni 2025 – Infanzia e Primo ciclo #2

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Sono state pubblicate sul sito del Ministero le Nuove indicazioni per la scuola dell’infanzia e primo ciclo di istruzione 2025. La bozza di documento è in questi giorni oggetto di analisi da parte di organizzazioni professionali, associazioni, docenti, cittadine e cittadini. Su La ricerca pubblichiamo alcune riflessioni di carattere generale, didattico e disciplinare, con l’intento di contribuire costruttivamente ai lavori di consultazione. Ecco la seconda.

– Per quanto riguarda la parte generale di introduzione: quali sono le tue prime impressioni, le principali differenze rispetto alle precedenti ancora in vigore?

Il primo punto da sottolineare mi pare individuabile già nel titolo dell’introduzione, che nelle Indicazioni ancora in vigore recita Cultura scuola persona, mentre nella bozza delle nuove il sostantivo persona passa al primo posto, seguito poi da scuola e famiglia. L’insistenza sin dall’esordio sui concetti di persona e di identità denuncia una evidente ispirazione individualistica e sostanzialmente conservatrice. Le Indicazioni del 2012 si aprono con una riflessione molto ampia sul ruolo della scuola e sulla sua funzione sociale, quelle nuove iniziano invece con un discorso sull’individuo.

Inoltre mi sembra rilevante, e riduttivo, il fatto che la bozza delle nuove indicazioni veda soltanto nella scuola e nella famiglia i “luoghi” di sviluppo della persona, mentre le Indicazioni del 2012 avevano un respiro più ampio, perché ispirate da una nozione maggiormente complessa di società e di cultura.

Il dato peggiore è tuttavia il tono generale, dominato da una visione negativa della società e dei tempi che corrono. Si parla di «crisi» senza esplicitare alcuna spiegazione, oppure di «segni preoccupanti di un cedimento valoriale». C’è poi un passaggio tanto contraddittorio quanto assurdo: «Le scuole del primo ciclo di istruzione permettono inoltre, grazie all’educazione alla libertà, lo sviluppo del senso morale e la comprensione del principio di autorità, conquiste interiori dell’uomo libero». L’autorità si comprende attraverso la libertà? La prospettiva di classe – per me evidentissima – che innerva questa bozza trova la sua massima espressione in questo passaggio, nel quale ritorna peraltro il giudizio negativo sui tempi che corrono ma soprattutto sulle giovani generazioni: «Peraltro interiorizzare il senso del limite aiuta a evitare la deriva della hybris, della tracotanza, spesso diffusa in bambini e adolescenti figli di famiglie con gravi povertà educative, messi al centro di dinamiche affettive iper/ipoprotettive che li rendono ‘piccoli tiranni’ o, all’inverso, fragili prede di dinamismi bullistici».

– Nella tua disciplina o nell’area di tuo interesse, cosa ti colpisce maggiormente?

Poiché insegno italiano, storia e geografia nella secondaria di prima grado, distinguerò le tre discipline.

Italiano. In un documento che mette al primo punto l’ortografia e la competenza alfabetica funzionale ricorre per 42 volte la grafia perchè, con l’accento grave, indice di incapacità, da parte di chi ha redatto il documento, di utilizzare le funzioni minime di un programma per l’elaborazione dei testi. Per quanto riguarda la letteratura, i suggerimenti sono tanto generici quanto inutili e danno la sensazione che non si conosca bene la materia di cui si parla. Un solo un esempio: «un po’ di buona fantascienza e di buon horror». Che cosa vuol dire? Chi stabilisce qual è la fantascienza buona?

Storia. È la parte più terribile: il solo incipit è inaccettabile, frutto di una concezione identitaria della storia, volta a stabilire la superiorità dell’Occidente sulle altre culture. E anche le indicazioni didattiche sono semplici asserzioni prive di argomentazione scientifica: «Per quanto si voglia rendere interessante il racconto storico esso deve essere anzitutto conosciuto attraverso la spiegazione dell’insegnante o le pagine scritte di un libro. Al contrario di quanto comunemente si pensa l’interazione con contenuti multimediali non è in grado di promuovere il pensiero critico e l’analisi storica». Trovo inoltre fuori luogo la scansione dei contenuti, che in qualche modo tenta di reintrodurre i programmi, peraltro senza avere alcuna nozione dei tempi di apprendimento della disciplina.

Geografia. Forse perché non rientra negli interessi principali di chi ha redatto il documento, la geografia esce quasi illesa dalle nuove indicazioni.

Per quanto riguarda il latino per l’educazione linguistica, ho trovato sin da subito la proposta inutile, se non dannosa. Le Indicazioni del 2012 guardavano al futuro, questa bozza è tutta concentrata sul passato. Un passato ombelicale, per di più.

– Visto che sono aperte le consultazioni, quali sarebbero i tuoi suggerimenti?

Non c’era nessuna necessità di rivedere le Indicazioni del 2012, perciò questa bozza è per me inutile. L’unica azione da intraprendere sarebbe stata quella di fare in modo che fossero applicate per davvero in tutte le scuole d’Italia. Queste nuove indicazioni non fanno che confermare il peggio dell’esistente.

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Massimiliano Manganelli

dottore di ricerca in Italianistica, è insegnante e traduttore.

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