Scriveva Meuccio Ruini, presidente della “Commissione dei 75” incaricata di redigere il testo costituzionale, nella Relazione al progetto di Costituzione presentata alla Presidenza dell’Assemblea Costituente il 6 febbraio 1947:
Preliminare ad ogni altra esigenza è il rispetto della personalità umana; qui è la radice delle libertà, anzi della libertà, cui fanno capo tutti i diritti che ne prendono il nome. […] Nel nostro progetto si delineano in rapida rassegna le libertà essenziali, dalle tre “inviolabilità” della persona, del domicilio e della corrispondenza, e dalle libertà di circolazione, di soggiorno, di emigrazione, ai diritti di riunione, di associazione, di credenza e di confessione religiosa, di stampa.
Possiamo leggere la relazione nel sito della Camera dei Deputati, che offre una ricca sezione con le riproduzioni dei documenti che hanno portato alla nascita della Costituzione.
Libertà e rispetto della persona: i due principi che mi colpiscono di più. Libertà che doveva essere difesa anche nei confronti dell’autorità:
Al principio di fedeltà ed obbedienza alla pubblica autorità fa riscontro quello di resistenza, quando l’autorità viola le libertà fondamentali. […] la resistenza all’oppressione, rivendicata da teorie e carte antichissime, è un diritto e un dovere, del quale non può tacersi, anche e proprio in un ordinamento che fa capo alla sovranità popolare.
Libertà e dignità umana che ritornano nel discorso che Piero Calamandrei, uno dei membri della Commissione, tenne nel 1955 agli studenti di Milano:
È compito [della Repubblica] di rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana: quindi dare lavoro a tutti, dare una giusta retribuzione a tutti, dare la scuola a tutti, dare a tutti gli uomini dignità di uomo. […] Però la libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare […] e vi auguro di non trovarvi mai a sentire questo senso di angoscia […] ricordandovi ogni giorno che sulla libertà bisogna vigilare, dando il proprio contributo alla vita politica.
Perché la Costituzione «è la carta della propria libertà, la carta per ciascuno di noi della propria dignità d’uomo».