Intelligenza artificiale a scuola: riflessioni a nordest

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Educare all’IA e con l’IA è possibile? Una rete di 55 scuole del Friuli Venezia Giulia pensa di sì. E dal 21 maggio ha reso disponibile l’ebook “Costruire il futuro – Linee guida sull’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale a scuola”, frutto del lavoro collaborativo di dirigenti, docenti, studenti e studentesse… forse il futuro è già qui.

«Nella vita non c’è niente da temere, ma tutto da capire»: si apre con questa frase di Margherita Hack l’ebook Costruire il futuro appena pubblicato da una rete di scuole del Friuli Venezia Giulia. Gli istituti scolastici hanno collaborato nella formazione del personale e nella creazione di linee guida sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale generativa (IAg) a fini didattici, con l’obiettivo di sviluppare risorse facilmente accessibili e comprensibili per tutte le scuole partecipanti.

L’ebook affronta temi diversi, come l’etica dell’utilizzo dell’IAg, le modalità di una sua integrazione nei programmi scolastici, le migliori pratiche per coinvolgere chi studia nell’uso dell’IAg e le considerazioni sulla privacy e la protezione dei dati sensibili. Per capire meglio come hanno lavorato e quali risultati hanno ottenuto, abbiamo fatto qualche domanda a Luca Gervasutti, Dirigente Scolastico del Liceo classico “Jacopo Stellini” di Udine (e Scuola Amica de La ricerca), coordinatore del progetto.

D: Come è nato questo progetto sull’intelligenza artificiale generativa che ha messo in rete così tante scuole? E come avete creato i vari gruppi di lavoro?

R: L’idea di realizzare questo progetto risale agli inizi del 2023. ChatGPT era stato reso disponibile da poco e, spinti dalla curiosità, abbiamo cominciato a utilizzare questo strumento e ad approfondirne la conoscenza. Ci è parso subito evidente che si trattasse di uno strumento destinato a porre le scuole di fronte a nuove opportunità, ma anche a sfide inedite rispetto alle quali si può reagire con i divieti – comunque facilmente aggirabili – oppure cercando di capire se e come ChatGPT e altri “assistenti cognitivi” possono migliorare l’istruzione. Ne ho parlato con alcuni colleghi dirigenti scolastici, proponendo loro una formazione di eccellenza per approfondire le opportunità e i rischi connessi all’utilizzo dell’intelligenza artificiale. L’adesione all’iniziativa è stata sorprendente: in poco meno di un mese abbiamo raccolto le adesioni di 55 scuole, circa un terzo delle istituzioni scolastiche del Friuli Venezia Giulia, che hanno seguito per un anno scolastico un percorso di ricerca-azione partecipativa, che ha coinvolto dirigenti scolastici, docenti e studenti. Riteniamo, infatti, che l’approccio collaborativo sia la modalità più efficace per riuscire a formulare raccomandazioni su come incorporare responsabilmente questi potentissimi strumenti nell’insegnamento e nell’apprendimento.

D: Nel progetto, oltre a personale docente e figure esperte, avete coinvolto anche studenti e studentesse: come avete fatto e quali contributi hanno portato alle riflessioni?

R: Abbiamo costituito sei gruppi di lavoro, composti da docenti e studenti individuati dalle Consulte provinciali, che hanno operato su altrettanti macrotemi (personalizzazione, valutazione, comunicazione, skills, privacy, etica) caratterizzati da una serie di parole chiave. Nel percorso di ricerca/azione i corsisti sono stati guidati da altrettanti coordinatori d’area, individuati tra dirigenti scolastici e docenti che hanno maturato in questo ultimi anni conoscenze e competenze in tema di didattica digitale. Il contributo di studenti e studentesse è stato importante perché hanno portato il punto di vista di chi cerca di capire come utilizzare gli strumenti dell’intelligenza artificiale generativa non solo per scopi ludici o per imbrogliare i docenti, ma per apprendere in modo più efficace. A ciò si aggiunga il fatto che le illustrazioni contenute nelle linee guida sono state realizzate proprio da loro, ovviamente con l’ausilio di sistemi di IA.

L’immagine di copertina dell’ebook è stata creata con l’IA dalle studentesse Debora Ejiofor (ISIS Zanussi) e Lara Malnis (Liceo Leopardi Majorana).

D: A partire dal lancio di ChatGPT, si parla sempre più spesso della portata rivoluzionaria dell’IA in tutti i campi. Quali possono essere le sue applicazioni “virtuose” a scuola?

R: Durante il nostro percorso, condotto da docenti universitari ed esperti nel campo dell’IA, abbiamo inteso innanzitutto preparare chi studia per il futuro, perché l’IA sta diventando sempre più presente nella nostra società e nel mondo del lavoro. Crediamo sia compito della scuola allenare studenti e studentesse ad affrontare le sfide e le opportunità legate a questa tecnologia emergente, fornendo loro le necessarie competenze e conoscenze. Abbiamo sperimentato che questi sistemi possono promuovere la creatività e l’innovazione, attraverso la generazione di illustrazioni, di composizioni musicali o la scrittura di testi. Sono stati poi evidenti le ricadute positive sull’insegnamento: l’IA può essere utilizzata per sviluppare strumenti didattici avanzati, come tutor virtuali o sistemi di valutazione automatica.

D: Oltre alle applicazioni positive, i vari gruppi di lavoro del vostro progetto hanno evidenziato anche dei possibili rischi? E nel caso, ci sono delle buone pratiche da adottare per evitarli?

R: L’utilizzo dell’IA in ambito scolastico solleva importanti questioni etiche e sociali. Per questo motivo, con l’ausilio di esperti nel settore, abbiamo discusso con studenti e studentesse il tema della responsabilità etica nell’uso dell’IA, promuovendo una riflessione critica sui suoi impatti. Tra i rischi più evidenti ne segnalo due: gli algoritmi di IA possono riflettere i pregiudizi presenti nei dati su cui sono addestrati, e questo può portare a decisioni discriminatorie, ad esempio nel processo di selezione degli studenti o nell’assegnazione dei voti; inoltre l’IA richiede l’accesso a grandi quantità di dati personali degli studenti: la gestione inadeguata di questi dati può portare a violazioni della privacy e a potenziali abusi, con rischi di hacking e utilizzo improprio delle informazioni sensibili. Come evitare questi pericoli? L’unico modo efficace è promuovere una formazione finalizzata a una fruizione consapevole dei sistemi di IA.

Le parole chiave per usare l’IA a scuola (tratto dall’ebook Costruire il futuro).

D: Dopo la pubblicazione dell’ebook Costruire il futuro, quali saranno i prossimi passi del vostro progetto?

R: Il primo passo è stato la condivisione in Rete, attraverso il sito della scuola che dirigo (il Liceo classico Stellini di Udine), di tutto ciò che abbiamo prodotto: non solo le Linee guida sull’utilizzo dell’IA a scuola, ma anche i video e le slide dei formatori e tutto il materiale che abbiamo realizzato. Ora vogliamo sperimentare all’interno delle classi di ogni ordine e grado quanto abbiamo imparato nel corso di questo progetto, che ha aperto una finestra su un territorio che abbiamo appena iniziato a esplorare.

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Sara Urbani

Laureata in scienze naturali con un master in comunicazione della scienza, ha lavorato per la casa editrice Zanichelli. Scrive anche per Odòs – libreria editrice e per i magazine online La Falla e Meridiano 13.

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