Impostare percorsi di formazione di insegnanti sull’assistenza artificiale alla mediazione didattica

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Il documento – scheda di lavoro in progress – sintetizza le riflessioni del gruppo di lavoro del Laboratorio di Nuove Tecnologie per l’Apprendimento che si è svolto nell’estate del 2023 presso l’Università degli Studi di Torino nell’ambito del Corso di aggiornamento e formazione professionale in Esperto nei processi di inclusione scolastica. È il frutto di una piena collaborazione orizzontale e dialogica tra docenti e corsisti e si propone come punto di partenza per la formazione di insegnanti sull’utilizzo dell’assistenza artificiale in campo didattico.

Ipotesi di fondo: le intelligenze artificiali attuali emulano i risultati di un processo cognitivo umano in termini prestazionali; il ruolo del dispositivo artificiale nell’accomodamento di materiale didattico multimediale è pertanto esecutivo: esso compare nel processo di mediazione come assistente, senza alcuna sottrazione di significatività all’agire professionale degli insegnanti.

Prime raccomandazioni

    1. Non bisogna ridurre gli assistenti artificiali a ChatGPT (o qualsiasi altro brand mainstream), ma rendersi conto di numerosità degli applicativi e varietà delle funzioni.
    2. La base culturale e operativa non è essere “esperti di AI”, ma “esperti di obiettivi e percorsi didattici”, ovvero sapere quale materiale didattico multimediale si vuole ottenere prima di vagliare le potenzialità di impiego degli assistenti artificiali.
    3. È fondamentale saper valutare di volta in volta la coerenza degli incarichi assegnati agli assistenti artificiali con gli obiettivi e con i paradigmi didattici di riferimento.
    4. Allo stesso modo, bisogna saper verificare/validare le restituzioni di materiale didattico multimediale da parte degli assistenti ed eventualmente ricorrere a interazioni ri-modellanti, capaci di raffinare i risultati.
    5. Chiedere a un assistente artificiale un’elaborazione che non si è in grado di valutare in termini professionali (o di far valutare da colleghi esperti di un certo dominio di conoscenza) può avere solo esiti controproducenti.
    6. Mobilitare in modo competente un assistente artificiale consiste in:
      – selezione dell’assistente adatto all’obiettivo;
      – elaborazione di un prompt giudicato efficace in rapporto a obiettivi e contesto;
      – verifica della qualità dell’output;
      – revisione dell’output (o del prompt).
      Questo modo di procedere consente di mantenere consapevole la componente umana, conferendole la dignità, l’autorialità e, pertanto, la responsabilità dell’operazione e del prodotto, di cui ha la supervisione.
    7. Va tenuta sempre presente la problematicità della verifica di autorevolezza quando gli assistenti artificiali siano utilizzati come fonti.
    8. In nessuna occasione vanno impiegati assistenti artificiali con scopo dispensativo, o auto-dispensativo dell’insegnante, in compiti significativi sul piano dell’apprendimento e su quello dello sviluppo professionale, per esempio le “mappe”.
    9. Gli assistenti artificiali lavorano con modelli dinamici e in progress, ragion per cui le medesime indicazioni possono avere esiti diversi in tempi diversi.
    10. È necessaria una policy di istituto su scelta degli assistenti artificiali, tipologie e costi di licenze d’uso e abbonamenti.

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Andrea Atzei, Luca Ballestra Caffaratti, Carlotta Borghetti, Luca Bozzetto, Andrea Forno, Marco Secchia, Alessandro Zanzo

gruppo di lavoro del Laboratorio di Nuove Tecnologie per l’Apprendimento del Corso di aggiornamento e formazione professionale in Esperto nei processi di inclusione scolastica dell’Università degli Studi di Torino.

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