Il cielo brucia

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Dopo essersi aggiudicato l’Orso d’Argento, Gran Premio della Giuria, alla 73ª edizione del Festival di Berlino, arriva sugli schermi italiani “Il cielo brucia” del regista tedesco Christian Petzold, uno degli autori più interessanti del panorama del cinema europeo contemporaneo.
Una scena del film.

Come ha dichiarato il regista, il progetto viene da lontano: 

Ho avuto l’idea di realizzare il film durante i sogni febbricitanti che hanno accompagnato il mio Covid nella primavera del 2020. Sono rimasto a letto per quattro settimane e, in questo periodo, ho sognato tante situazioni ambientate in una estate piene di luce. Ma va detto che anche i devastanti incendi boschivi in Turchia hanno giocato un ruolo nello sviluppo di questa storia, perché all’epoca aveva visitato le aree colpite insieme a mia moglie.

La luce estiva delle spiagge di un’insolita estate in Germania e i minacciosi bagliori delle fiamme sono gli elementi naturali che dominano lo scenario del film. Due giovani amici decidono di passare l’estate in una casa di famiglia in riva al mare. Leon è alla disperata ricerca di concentrazione per terminare il suo problematico secondo romanzo e Felix deve trovare l’ispirazione per realizzare un portfolio ispirato al tema dell’acqua per l’Accademia di Belle Arti. Il desiderio di solitudine viene subito infranto quando Felix scopre che la madre aveva dato in affitto la casa a una figlia di un’amica. La presenza di Nadja, una ragazza spontanea e indipendente, disorienta e turba il desiderio di concentrazione di Leon. Le esuberanti notti d’amore di Nadja e Devid, il bagnino della spiaggia, disturbano la quiete dell’isolamento e riempiono di fantasie le giornate. L’arrivo dell’editore di Leon contribuisce a complicare e a far precipitare l’instabile ménage, proprio nel momento in cui gli incendi minacciano tutta la costa.

Una scena del film.

La vicenda si svolge all’interno di un microcosmo che contribuisce a mettere a nudo la psicologia dei personaggi e a portarla all’estremo, liberandola da sovrastrutture sociali. La storia segue i canoni classici dell’unità di tempo, di luogo e d’azione, con un crescendo drammaturgico che approda ai toni della tragedia. I rapporti tra i protagonisti evolvono e mutano in modo inatteso e sorprendente, creando invidie, rancori e gelosie, che portano in luce questioni personali irrisolte e rimosse. La difficoltà di stabilire delle relazioni, l’attrazione fisica e il desiderio di solitudine trasformano le emozioni in tensioni e pulsioni, che corrodono l’anima creando una sensazione di distanza e profondo vuoto esistenziale.

Una scena del film.

Le atmosfere del film ricordano le sottili trame che percorrono il cinema di Éric Rohmer, costruito su delicate e instabili geometrie sentimentali. Christian Petzold mette in scena il ritratto di una gioventù spaesata e confusa, alla ricerca di punti di riferimento e di un futuro. In un universo maschile fragile e incerto spicca la figura di Nadja, che attraversa la vita con concreta consapevolezza e con la capacità di leggere in trasparenza i sentimenti più autentici dei suoi compagni d’avventura, senza farsi travolgere dagli eventi.


Il cielo brucia

Regia: Christian Petzold
Con: Thomas Schubert, Langston Uibel, Paula Beer, Enno Trebs, Matthias Brandt
Produzione: Germania, 2023
Durata: 107 minuti

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Alessio Turazza

Consulente nel settore cinema e home entertainment, collabora con diverse aziende del settore. Ha lavorato come marketing manager editoriale per Arnoldo Mondadori Editore, Medusa Film e Warner Bros.

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