La famiglia Weasley è composta da ben nove persone: i genitori, Molly Prewett e Arthur Weasley, e sette figli, tra cui spiccano Ron, il miglior amico di Harry Potter, e Ginny, la futura moglie di Harry.
È una famiglia molto tradizionale e accogliente, per quanto non benestante. La casa di famiglia, un ex porcile, è chiamata la Tana: una stamberga traballante tenuta insieme dalla magia. Secondo lo stesso Harry Potter, è la casa per eccellenza: strampalata, ricca di ricordi, calda e confortevole. I suoi abitanti, coraggiosi e piuttosto spericolati, sono tutti autorevoli esponenti della casa dei Grifondoro. Inoltre, sono tra i più attivi nemici di Lord Voldemort e dei suoi Mangiamorte, per i quali rappresentano un vero oltraggio alla razza dei maghi, soprattutto per la nota passione di Arthur per il mondo degli odiati Babbani. Non è un caso che egli lavori per il Ministero della Magia all’Ufficio per l’Uso Improprio dei Manufatti dei Babbani.
Infine, è importante ricordare che tutti i Weasley hanno i cappelli rossi e le lentiggini, compresi i gemelli Fred e George, i due monelli di famiglia, incuranti delle regole e animati da un grande spirito imprenditoriale. Tanto da lasciare la scuola prima di sostenere gli esami per occuparsi esclusivamente dei loro affari, che consistono nella produzione e nella vendita di scherzi magici.
Sono loro i responsabili del ritrovamento della Mappa del Malandrino (Marauder’s Map), un manufatto magico utilissimo a chi voglia muoversi indisturbato tra i meandri della scuola di Hogwarths. La Mappa, infatti, era stata creata da un gruppo di sedicenti malandrini, composto dal padre di Harry e dai suoi amici Sirius Black, Remus Lupin e Peter Minus, i quali avevano lo scopo di conoscere i movimenti esatti di tutti coloro che si trovano dentro i confini della scuola. La pergamena, dunque, che all’apparenza è bianca ma che si attiva alla pronuncia della formula “Giuro solennemente di non avere buone intenzioni”, rappresenta tutta Hogwarths e i suoi abitanti, i cui movimenti sono dunque tracciati in tempo reale. Utilissima per muoversi senza essere visti e per conoscere gli spostamenti dei nemici o dei professori, la Mappa viene regalata dai gemelli Weasley a Harry, che saprà farne buon uso durante le sue avventure.
Adesso, tu insegnante, tu alunno, prova a immaginare la Mappa: è un disegno stilizzato che rappresenta le diverse stanze del palazzo, i corridoi e perfino i passaggi segreti. Ci sono anche dei piccoli segni, alcuni fissi e altri in movimento. Sono come dei puntini contrassegnati da un nome.
Prova a farlo con la tua abitazione: ricostruisci la mappa, vista dall’alto, come se tu scoperchiassi il soffitto della casa. Poi disponi al suo interno gli abitanti, ciascuno nella sua posizione. Ecco, se riesci a fare questo, a immaginare la mappa nella tua mente, significa che hai una buona capacità di visualizzazione.
È una capacità utilizzata nello sport, per focalizzare gli obiettivi ma anche per gestire gli schemi d’azione senza aver bisogno di guardare continuamente tutti gli altri giocatori. È fondamentale anche nel gioco degli scacchi, per riuscire a immaginare gli sviluppi del gioco e a elaborare strategie. E pensa, infine, agli attori e alle attrici sul palcoscenico di un teatro, che devono avere consapevolezza della posizione delle scene e dei vari personaggi anche ad occhi chiusi. Qualcosa di analogo succede nei lavori che comportano una forte interazione con gli altri: il manager che gestisce le riunioni del consiglio di amministrazione e gli incontri col personale, l’insegnante e il formatore in aula, e poi il mediatore culturale, l’animatore, ma anche il personale impegnato nella gestione di una sala ristorante (lo chef de rang, il commis di sala…).
Vedere la situazione dall’alto, conoscendo gli ambienti e la posizione delle persone, aiuta a avere il controllo dei propri movimenti e delle proprie azioni, a prendere decisioni, a muoversi con sicurezza, a interagire con gli altri in modo efficace.
Avanti, dunque, con l’allenamento. A partire da ambienti familiari, prova a imparare a memoria lo spazio percorrendolo con lo sguardo e poi ricostruendolo in pianta, visto dall’alto. Puoi aiutarti con un foglio e una matita: disegna il perimetro e poi i muri, i mobili più ingombranti e poi via via fino ai più piccoli oggetti. E poi comincia a situare negli ambienti te stesso e gli altri: quali sono i movimenti più frequenti? Ci sono dei percorsi obbligati? In questo preciso momento, dove ti trovi? C’è qualcuno intorno a te? Se sei solo o sola, guarda verso l’alto e saluta con la mano. Riesci a vederti?