Green Border

Tempo di lettura stimato: 3 minuti
Con la sua ultima opera, Agnieszka Holland affronta con spietato realismo l’attualissimo tema dei flussi migratori che dal Medioriente cercano di raggiungere l’Europa attraverso la rotta balcanica.
Green Border.

 

Green Border ha ricevuto il Premio Speciale della Giuria all’ultima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, e si annuncia tra le opere più interessanti della stagione cinematografica, anche per le sue implicazioni politiche.

La regista polacca ha iniziato la sua carriera nel mondo del cinema collaborando con due maestri del calibro di Krzysztof Zanussi e Andrzej Wajda, prima di debuttare sul grande schermo con il suo primo lungometraggio Attori di provincia (1979). Lasciata la sua terra natale, ha continuato a lavorare dedicandosi sia al cinema sia alla televisione, dimostrando una particolare attenzione alle problematiche sociali.

La storia è ambientata nel 2021 e racconta la tragica odissea di una famiglia di rifugiati siriani decisa a raggiungere alcuni parenti che abitano in Svezia. Arrivata a Minsk con un volo aereo, la famiglia cerca di attraversare il confine polacco. Già provati da un lungo viaggio, i migranti devono affrontare anche le conseguenze delle tensioni politiche locali. La Bielorussia favorisce i flussi migratori per mettere sotto pressione e creare problemi ai Paesi europei, mentre la polizia di frontiera polacca, seguendo i rigidi protocolli del governo Duda, è decisa a respingere i migranti con ogni mezzo.

Green Border.

Agnieszka Holland utilizza un registro narrativo di taglio documentaristico, rafforzando il realismo delle immagini con l’utilizzo di un bianco e nero che ricorda i reportage giornalistici. La narrazione essenziale, dura e incisiva, ci restituisce un quadro drammatico e disumano di ciò che avviene ai confini dell’Europa. I boschi tra la Bielorussia e la Polonia diventano una terra di nessuno dove vige la legge spietata della violenza, senza alcun senso di pietà e di solidarietà umana. Alle sofferenze già sopportate nei paesi d’origine, si somma un atteggiamento ostile e violento, che sembra aver rimosso ogni traccia di empatia e compassione. La vicenda personale di un piccolo gruppo di migranti diventa metafora di una situazione geopolitica internazionale sempre più condizionata da una propaganda xenofoba e razzista. I migranti che fuggono da aree del mondo colpite da guerre, carestie e miseria sono considerati una minaccia al benessere economico e alla stabilità sociale dei Paesi occidentali. Una visione egoista e fuorviante, alla base del successo di forze politiche reazionarie che hanno costruito il loro consenso sulla paura e sullo spettro di un presunto quanto inesistente pericolo d’invasione o addirittura di sostituzione etnica. I continui richiami a politiche protezionistiche, a respingimenti e rimpatri, alimentano l’odio nei confronti di chi è in cerca di un’esistenza dignitosa, scatenando un’inutile guerra tra gli ultimi.

Il film non lascia scampo, e mette lo spettatore, l’Unione Europea e tutta la comunità internazionale, di fronte a un dramma che non può essere ignorato o colpevolmente dimenticato.


Green Border

Un film di Agnieszka Holland
Con: Behi Djanati Atai, Agata Kulesza, Maja Ostaszewska, Tomasz Wlosok, Piotr Stramowski
Produzione: Polonia, Germania, Francia, Belgio, 2023
Durata: 147 minuti

 

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Alessio Turazza

Consulente nel settore cinema e home entertainment, collabora con diverse aziende del settore. Ha lavorato come marketing manager editoriale per Arnoldo Mondadori Editore, Medusa Film e Warner Bros.

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