È sicuramente un omaggio all’arte della poesia e alla sua profonda influenza sulla canzone contemporanea, ma è anche un omaggio alla Liguria, poiché Sbarbaro, che ha trascorso l’intera vita tra Spotorno, Savona e Genova, è, insieme a Eugenio Montale e a Italo Calvino – uno degli inventori della Liguria e del suo paesaggio.
SPOTORNO,
terra senza risorse.
Vi alligna fortemente l’ulivo, il sorbo vi si carica di mazzetti duri.
Litorale dalla vegetazione bizzarra:
si siede e si tace
in faccia al mare senza illusioni
con qualche volta appena una manciata di zecchini tremolanti
freddo e infinito.
Passa al largo il guscio rossastro della petroliera.
l’estate le bagnanti spumeggianti sfacciate
scacciano le indigene, topi terragnoli.
Camillo Sbarbaro, poeta per poeti, è anche simbolo di un’idea alta della poesia, considerata come un’attività di ricerca da condurre ad ogni costo, investendovi risorse proprie e sapendo di poter contare solo sul supporto di pochi, autentici lettori e di editori illuminati. È grazie a un tale atteggiamento e stile di vita, che Sbarbaro ha testimoniato durante tutto l’arco della sua esistenza, che oggi possiamo contare su un patrimonio letterario novecentesco di qualità straordinaria, sul quale, a partire dagli anni Settanta in avanti, si è fondata anche la migliore canzone italiana.
Come ha evidenziato Giuseppe Antonelli nel suo saggio Ma cosa vuoi che sia una canzone. Cinquant’anni di italiano cantato, è da un avvicinamento deciso alla poesia che è stato possibile rinnovare il linguaggio della canzone, che grazie all’adozione dei principali tratti stilistici della letteratura moderna riesce ad allontanarsi dai cliché della canzonetta all’italiana per avvicinarsi in modo deciso alla lingua parlata e alla prosa.
E allora ben venga quest’omaggio non banale e non scontato alla poesia e alla canzone come forma poetica della contemporaneità. La foto di Camillo Sbarbaro, intento a fumare un sigaro davanti a una tazza di caffè, serva a ricordare ai fruitori di letteratura e ai suoi produttori che la ricerca linguistica più feconda e produttiva, nel nostro paese, si svolge da anni nei luoghi appartati, negli interstizi della storia. E a partire da quei margini, anche grazie ai riflettori dei festival, prima o poi arrivano negli scaffali delle biblioteche, sui banchi delle scuole, alla radio, alla televisione, sullo smartphone o nel lettore mp3.
La foto di Camillo Sbarbaro è del maremmano Arrigo Bugiani, editore tra i più sfacciatamente moderni del secolo scorso, inventore dei libretti di “Mal’aria”.
Sulla Ricerca trovate una una lettura di Requiem per i grandi numeri e la poesia in musica Nel filo, sulle parole di Elisa Biagini.