Ferrari

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Presentato all’ultima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, è ora nei cinema il film dedicato a uno dei personaggi più famosi del mondo dei motori: Enzo Ferrari. La sceneggiatura è liberamente ispirata alla biografia Enzo Ferrari: “The Man and the Machine”, scritta da Brock Yates nel 1991.
Una scena del film.

Dopo una carriera come collaudatore e pilota, nel 1947 Enzo Ferrari fonda con la moglie Laura la casa automobilistica e una squadra corse. Nel corso di una decina d’anni, l’ambizioso progetto assorbe tutte le sue energie e i suoi risparmi. La maniacale ossessione per le corse conduce Enzo Ferrari a trascurare la produzione di auto da strada, al punto che nel 1957 l’azienda si trova sull’orlo del fallimento. Ma i problemi economici non sono unico tormento del “Drake”, anche la vita privata presenta il conto. Al dolore per la morte del figlio Dino e di amici piloti, si aggiunge la conflittuale relazione con la moglie Laura ormai ridotta a silenzi, assenze e continui tradimenti. La situazione deflagra quando Laura scopre la relazione extraconiugale di Enzo con Lina Lardi e l’esistenza del figlio Piero.
Per cercare di risollevare le sue sorti, Enzo Ferrari decide di sfruttare l’occasione della Mille Miglia, una corsa di endurance che attraversa l’Italia. Ferrari è consapevole di giocarsi tutto. Solo il clamore di una vittoria potrà incrementare le vendite di auto e attrarre investitori per risanare le casse della società. Contro l’eterno rivale Maserati, Ferrari schiera le sue migliori auto affidate ai piloti Piero Taruffi, Wolfgang von Trips, Peter Collins, Alfonso de Portago e Olivier Gendebien. La corsa assume i toni di una sfida finale in cui in gioco non c’è solo la vittoria, ma soprattutto il prestigio e il futuro dell’azienda.

La scelta di concentrare tutta la narrazione in un solo anno obbliga Mann a recuperare schegge del passato inserendo alcuni flashback, che risultano tuttavia piuttosto estemporanei, retorici e non sempre ben integrati nel flusso narrativo. Al centro dell’opera, la contraddittoria e complessa figura di Enzo Ferrari, un uomo che ha dedicato la vita al sogno della velocità. Il fallimento del suo matrimonio, l’ambiguità delle sue relazioni sentimentali, le morti dei piloti, le difficili relazioni con i giornalisti riflettono un carattere egoista e intransigente, disposto a sacrificare quasi tutto per raggiungere la vittoria e all’affermazione personale.

Una scena del film.

La narrazione assume spesso toni melodrammatici, delineando i personaggi in modo banale e convenzionale, senza scendere in un vero approfondimento psicologico. I piloti e l’entourage di Enzo Ferrari sono rappresentati secondo cliché scontati e prevedibili, semplici comparse che attraversano la storia senza incidere o lasciare traccia. Mann si accontenta della superficie della realtà senza mai scendere in profondità.

Il film fatica a trovare un giusto equilibrio tra vicende personali e automobilistiche. La seconda parte dell’opera, più centrata sulla corsa, risulta scollegata. Le sequenze troppo lunghe, ridondanti e artificiosamente epiche, ricordano più un moderno videogame che la realtà della Mille Miglia. La messa in scena sceglie spesso di affidarsi a primi piani, in cerca delle risorse espressive degli attori come facile scorciatoia emotiva. Le sequenze sono composte da inquadrature classiche e prevedibili, giustapposte in un montaggio tradizionale, didattico e anonimo, adatto alle abitudini mainstream di un pubblico televisivo. Forse proprio la televisione è la dimensione più consona al film, ben lontano dall’essere grande cinema.


Ferrari

Regia: Michael Mann
Con: Adam Driver, Shailene Woodley, Penelope Cruz, Sarah Gadon, Patrick Dempsey, Gabriel Leone
Produzione: USA, 2023
Durata: 190 minuti

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Alessio Turazza

Consulente nel settore cinema e home entertainment, collabora con diverse aziende del settore. Ha lavorato come marketing manager editoriale per Arnoldo Mondadori Editore, Medusa Film e Warner Bros.

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