Edmond Dantès non è, come il moschettiere D’Artagnan, un uomo di spada, e non vuole vendicarsi semplicemente uccidendo i suoi avversari. Edmond desidera annientarli in modo più sottile, ingannandoli e poi svelando loro l’inganno di cui sono state vittime. Desidera, almeno fino a un certo punto della storia, che soffrano quello che lui ha sofferto, e che perdano tutto quello che, con l’inganno, hanno conquistato: il denaro, il potere, il riconoscimento sociale, l’amore.
Per portare a termine il suo piano, quindi, Edmond ha bisogno di impersonare diversi ruoli e di cambiare identità in base alle esigenze. Quindi si traveste, assumendo di volta in volta le sembianze e il carattere del personaggio che ritiene più adeguato alla situazione comunicativa. Perché Edmond ha appreso, grazie alle conversazioni con Faria, alle letture e ai viaggi in paesi lontani, a riconoscere le diverse situazioni, a considerare ogni particolare, a comportarsi in modo adattarsi alle circostanze ottenendo ciò che desidera.
Quasi tutto il romanzo è costruito intorno a incontri e colloqui che producono continui cambiamenti nelle persone: il dialogo è il costrutto principale nel romanzo di Dumas. È per poter cambiare voce e punto di vista che Edmond assume svariate maschere e relative identità. Attraverso il travestimento Edmond riesce a mettersi nei panni di personaggi molto diversi da lui, rendendoli sempre credibili, verosimili ed estremamente affidabili. Il conte di Montecristo, Sinbad il marinaio, l’abate Busoni e lord Wilmore, di fatto, entrano in relazione con tutti i protagonisti della vicenda di Edmond. Sono interlocutori affidabili, e come tali possono mettere in comune delle storie. Raccontano e ascoltano i racconti degli altri, i quali rivelano sia il loro passato sia quello di Edmond. Questi può dunque gradualmente ricorstruire la propria storia e quella di suo padre, dei suoi vecchi amici e dei suoi nemici.
Nota bene, lettore: al di là del denaro, che pure gli consente di fare cose che non potrebbero fare i comuni mortali, Edmond ha acquisito un enorme potere soprattutto mettendo a frutto le lezioni dell’abate Faria e le esperienze acquisite coi suoi viaggi in Oriente e in Italia. Ha sviluppato una grande cultura, che gli consente di assumere di volta in volta i comportamenti, il linguaggio e la visione del mondo di personaggi diversi e adatti alle singole circostanze: un marinaio orientale esperto dei piaceri della vita, un alchimista che conosce perfettamente le regole del corpo e della mente umani, un uomo d’affari inglese che si muove con grande agio nel mondo dell’alta finanza, e infine un raffinato e affascinante conte dalle origini misteriose.
Cosa servirebbe, a noi, per diventare abili nell’arte del travestimento? Edmond è straordinariamente bravo a modificare l’aspetto fisico e la voce, grazie anche al trucco e all’abbigliamento, ma anche a adeguare lo stile del linguaggio a quello che dovrebbe lo stile del personaggio. Quest’ultima è una dote particolarmente difficile da sviluppare, perché comporta una capacità mimetica culturale. Si tratta di mettersi nei panni di un altro non tanto dal punto di vista fisico, quanto da quello, appunto, culturale, sociale e intellettuale. Assumere la sua visione del mondo, le sue parole, il suo modo di comporre le frasi, le sue conoscenze e le sue competenze comunicative.
Per quanto mi riguarda, non disponendo delle conoscenze necessarie a sostenere una conversazione da banchiere, credo che non riuscirei mai a mettermi nei suoi panni.
E tu, sei abile nell’arte del travestimento? Quanti personaggi devi recitare nell’arco della giornata e della settimana? Ti piacerebbe o servirebbe recitarne altri? Quali? Come li useresti?
Prova a tracciare il ritratto di almeno uno dei personaggi che vorresti impersonare. Che aspetto fisico ha? Come è vestito? Quali sono le sue caratteristiche psicologiche? E le sue conoscenze e competenze fondamentali? Infine, cosa dovresti imparare per poterti mettere nei suoi panni?
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