Domani

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Spesso ci interroghiamo sul futuro del nostro pianeta, riponendo illusoriamente le nostre speranze in sfarzosi summit di capi di Stato e Organizzazioni Internazionali. Tempo perso?

Dopotutto si tratta di uomini e istituzioni che lavorano dentro il “Sistema”, con una visione del mondo quantomeno sensibile agli interessi delle multinazionali e dei grandi gruppi industriali e finanziari. E ci sembra d’intravedere un futuro che mira a uno sviluppo continuo e senza confini, a una crescita inarrestabile e contagiosa dei consumi, e che richiede in cambio la progressiva distruzione del pianeta Terra, della natura, dell’ambiente, dei piccoli agricoltori, delle persone più deboli ed economicamente vulnerabili. La follia di questo modo di intendere lo sviluppo è talmente evidente, che solo chi è accecato dal denaro e dal potere non riesce a comprendere quanto sia distruttiva e autodistruttiva. Purtroppo, a questa categoria di persone appartiene gran parte dei politici di quasi tutti i paesi più importanti del mondo, per convinzione o per opportunismo, e spesso troppo servili nei confronti degli interessi delle potenti lobby economiche e finanziarie.

L’aspetto paradossale di tutto ciò è che le popolazioni sono così inconsapevolmente manipolate, che votano queste persone, come se fossero ormai incapaci di usare la democrazia per far valere i loro diritti e cambiare le cose.

Oggi che la crisi del sistema capitalistico-finanziario sta mostrando il suo volto disumano anche nella vecchia Europa, è tempo di cambiare, di ripensare profondamente il nostro futuro. Se i vertici che decidono le sorti del pianeta sono ormai corrotti da una metastasi inarrestabile, inutile rivolgersi a loro, bisogno cominciare il cambiamento dal basso, dalla realtà quotidiana di ognuno di noi. Cominciando a modificare la nostra vita, le nostre abitudini di consumo, i nostri comportamenti; smettendo di essere passivi target di slogan pubblicitari e messaggi politici, ormai così simili da venir confusi in questa magmatica comunicazione propagandistica.

Domani, di Cyril Dion e Mélanie Laurent, offre più di uno spunto in questo senso, e funziona come potente stimolo a prendere in mano le nostre vite se vogliamo cambiare il destino del Pianeta Azzurro. Il documentario è un viaggio appassionante ed emozionante, ricco di testimonianze autentiche di chi ha preso strade diverse e sta già operando per un’inversione di marcia. Prendendo spunto dagli esempi più riusciti nel campo dell’agricoltura, dell’energia, dell’urbanistica, dell’economia, dell’uso della democrazia e dell’istruzione, i registi mostrano uno spiraglio positivo, e indicano una via da percorrere insieme, senza paura e con uno spirito di contagioso ottimismo verso un radicale cambiamento. Un cambiamento che passa dalle esperienze fatte sull’utilizzo delle energie rinnovabili, del riciclaggio completo dei rifiuti urbani, del ritorno alla coltivazione della terra secondo antiche tradizioni abbandonando definitivamente l’orrore della monocultura intensiva, degli orti metropolitani, della cessazione dello sfruttamento sconsiderato delle risorse ittiche, fino ad approdare alla consapevole salvaguardia e rispetto dell’ambiente e della natura in tutte le sue forme ed espressioni.

La cosa interessante è che sono tutti modelli realizzati e vincenti, anche da un punto di vista strettamente economico. La bellezza del film risiede proprio in questo: non si limita a una critica teorica, ma ci mette davanti agli occhi soluzioni reali, percorribili e sostenibili. Sta solo a noi decidere in che direzione vogliamo andare per iniziare a progettare un futuro diverso. A partire da domani.

Domani
Regia: Cyril Dion, Mélanie Laurent
Con: Cyril Dion, Mélanie Laurent, Pierre Rabhi
Durata: 118 min.
Produzione: Francia 2015

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Alessio Turazza

Consulente nel settore cinema e home entertainment, collabora con diverse aziende del settore. Ha lavorato come marketing manager editoriale per Arnoldo Mondadori Editore, Medusa Film e Warner Bros.

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