Un progetto triennale, tanti attori
Il progetto presuppone la collaborazione stretta di numerosi attori: in primo luogo, le scuole partecipanti alla sperimentazione, distribuite su tutto il territorio nazionale – licei, non solo classici, in cui sia contemplato lo studio del mondo antico, ma anche secondarie di I grado, nella prospettiva della verticalità dei curricoli –, poi università, associazioni (AICC, in particolare) e istituzioni (Ufficio scolastico regionale del Veneto quale ufficio di riferimento prossimo). Nei tre anni di attività, gli oltre 57 istituti che hanno aderito alla rete hanno prodotto quasi duecento percorsi, realizzando così una vasta comunità professionale di docenti impegnati in un percorso di formazione e confronto delle prospettive didattiche, e una ancor più numerosa comunità di discenti, non semplici destinatari bensì veri protagonisti attivi di ogni situazione di apprendimento.
Già così, DLC rappresenta una realtà di grande rilievo, ma le potenzialità di riverbero delle azioni messe in atto e di allargamento virtuale dei fruitori, che possono condividere i materiali prodotti nel corso degli ultimi tre anni scolastici, sono davvero notevoli, in considerazione del fatto che tutta la documentazione raccolta sulle buone pratiche è stata depositata, a disposizione di chiunque, nell’archivio docimologico dell’area dedicata a DLC del sito dell’USR Veneto: le schede di progettazione e di valutazione, preziosi documenti di lavoro, e i saggi, ovvero i contributi dei docenti che descrivono in modo discorsivo contenuti, metodi e finalità delle loro proposte, con ampia bibliografia di riferimento.
Nell’esperienza di DLC gli insegnanti, attenti a individuare ragioni formative profonde e modalità didattiche rinnovate per lo studio della cultura antica, sono stati spesso felicemente relegati nel ruolo di mediatori nell’ambito delle comunità ermeneutiche costituite dalle loro classi, e hanno applicato strumenti innovativi all’insegna della partecipazione e del protagonismo dei loro allievi: lezioni frontali e momenti di studio individuale sono stati costantemente integrati da rielaborazioni, anche creative, progettate e realizzate in modo cooperativo dagli studenti allo scopo di sviluppare non solo competenze disciplinari specifiche, ma soprattutto competenze-chiave di cittadinanza, che hanno portato ad assegnare compiti reali e autentici e a realizzare prodotti frutto di una didattica situata, innovativa e costruttiva.Il valore del dialogo con i Classici
Se è vero che, come scrive Augusta Celada, la cultura occidentale «attinge continuamente modelli classici in una progressiva desemantizzazione, perché le sue fonti non parlano più al presente», le attività svolte in questi anni nell’ambito di DLC hanno dimostrato quanto fruttuoso possa ancora essere il dialogo con i classici in un mondo in vorticosa trasformazione: di fronte a paradigmi mutevoli e complessi, il rischio sotto gli occhi di tutti è quello di perdere ogni riferimento non solo culturale, ma anche umano. Come ha segnalato in un recente articolo Maurizio Bettini, per gli antichi essere “umani” ed essere “colti” – cioè educati a condividere alcuni valori comuni fondamentali – era, in definitiva, la stessa cosa.
Il workshop conclusivo, a Rovigo
Questo aspetto è emerso con grande limpidezza nel workshop di buone pratiche didattiche che ha concluso le sperimentazioni DLC svolte nei singoli istituti scolastici durante l’a.s. 2017/18: la terza “Officina delle competenze” ospitata lo scorso 26 maggio presso la sede del liceo capofila di rete, il liceo “Pietro Paleocapa” di Rovigo, ha visto alternarsi nelle dense sessioni parallele studenti in veste di relatori, intenti a illustrare ai loro pari – ma anche ai docenti di altre realtà scolastiche – il percorso intrapreso e a condividerne prodotti ed esiti. Nella difficoltà di rendere conto, senza far torto ad alcuno, della ricca messe accumulata nel granaio della consapevolezza culturale, e quindi umana, dei giovani protagonisti di questa esperienza, mi permetto tuttavia di citare, in modo rapsodico e rimandando in ogni caso alla pubblicazione cartacea e digitale completa dei contributi, alcuni lavori presentati.
Educare alla cittadinanza attiva con i classici
Una delle quattro aree di lavoro a suo tempo proposte nel seminario “Traduzione” polifonica: dai testi classici per costruire competenze attraverso i contenuti pluridisciplinari, ossia quella dell’educazione alla cittadinanza attiva attraverso i testi classici, ha visto una significativa concentrazione di energie; ciò è senza dubbio specchio di un’esigenza di comprendere il presente avvalendosi di un confronto continuo con il passato, rifiutando un presentismo di superficie e manifestando, al contrario, una feconda tendenza alla storicizzazione nell’approccio alla complessità della realtà.
Ne danno testimonianza l’indagine sulla democrazia di ieri e di oggi sviluppata dal liceo classico “Mario Cutelli” di Catania, i percorsi sulla cittadinanza dei licei scientifici “Filippo Lussana” di Bergamo e “Angelo Messedaglia” di Verona, nonché del liceo classico “G.B. Vico” di Chieti, che sono arrivati a toccare questioni di grande attualità in una prospettiva diacronica (ius soli vs ius sanguinis; localismi identitari e nuovi nazionalismi vs appartenenze multiple e identità dinamiche; miti di fondazione e memoria collettiva).
Ancora, gli studenti del liceo “Pietro Paleocapa” di Rovigo hanno svolto un’analisi delle situazioni di subalternità di ieri e di oggi, studiate a partire dal mondo antico in relazione alla condizione della donna e degli schiavi, i “figli di un dio minore”, mentre sul tema dello straniero e dell’altro si sono concentrati gli allievi dei licei classici “Tito Livio” di Padova, “Nicola Spedalieri” di Catania e “G.B. Vico” di Catania.
Scoprire il territorio, riappropriarsi dei testi antichi
Esperienze di scoperta e valorizzazione del territorio attraverso la costruzione di itinerari, l’indagine sulle fonti materiali (fra cui quelle epigrafiche, a me care), lo studio della toponomastica e l’osservazione del paesaggio hanno caratterizzato l’ambito delle radici dei luoghi, mentre l’ambito dedicato allo specifico letterario (“Testo, testi e linguaggi”) ha rivelato un’attenzione particolare per la dimensione lessicale dello studio testuale; percorsi sono stati dedicati, tra gli altri autori, a Ovidio, nella ricorrenza del bimillenario ma anche in considerazione dell’attualità del paradigma della metamorfosi in quest’epoca di rapidi cambiamenti,e ai grandissimi post-repubblicani Orazio, Seneca, Petronio, sui quali l’approfondimento degli studenti liceali si è spinto ben oltre l’offerta della manualistica corrente, soprattutto nella direzione della riappropriazione. Particolarmente preziosa, in questo senso, si è rivelata la riflessione precedentemente e parallelamente sviluppata nell’ambito di Compìta, il progetto sostenuto dal Miur – Direzione Generale per gli Ordinamenti – e finalizzato a promuovere l’innovazione didattica dell’italiano con la definizione di un paradigma in cui le competenze siano strettamente connesse all’acquisizione dei contenuti disciplinari, e non alternative a essi [Vedi il Quaderno della Ricerca #6 e il QdR #5, N.d.R] .
Un laboratorio di strategie didattiche
Di grande valore per la comunità professionale allargata che si è già costituita attorno a DLC e che ancora potrà crescere è la condivisione delle strategie con cui i contenuti pertinenti la classicità sono stati gestiti nelle diverse realtà per creare competenze, certo non solo traduttive e disciplinari in senso stretto: se di traduzione di testi greci e latini si vuol parlare, forse è il caso di farlo in senso figurato e “polifonico”, alludendo alla volontà di creare un dialogo tra civiltà passate e presenti, di capire gli scarti culturali, magari utilizzando strumenti inediti e ampiamente metadisciplinari.
Il repertorio di esperienze messe in campo da DLC è davvero di ampio spettro, e comprende tutte le pratiche della didattica più innovativa: flipped classroom, compiti di realtà, debate, laboratori, brain storming, riscritture intersemiotiche, approccio euristico, peer education, costruzione di curricoli verticali, interdisciplinarità, uso sistematico delle TIC e del coding non sono, per chi ha aderito alla ricerca-azione di questo progetto, vuote parole d’ordine imposte dalla necessità e dalla moda di esibire un approccio didattico al passo con i tempi, ma opportunità formative concrete e strade educative che l’insegnamento dei classici ha dimostrato di poter percorrere in modo del tutto agevole, per nulla forzato, con un’osmosi fra nuovo e antico che sorprende solo gli ingenui, in verità.
L’auspicio, dunque, è che l’esperienza di DLC possa proseguire, sempre accompagnata dall’entusiasmo e dalla passione che in questi anni hanno caratterizzato il lavoro di quanti – organizzatori, insegnanti, studenti, formatori e semplici osservatori – hanno contribuito alla sua realizzazione.