In Italia, la libertà di stampa è considerata condizione basilare per il progresso della democrazia e lo sviluppo di ogni individuo, perciò è tutelata dall’articolo 21 della nostra Costituzione:
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Per riflettere meglio sull’importanza di tale concetto e su come esso possa essere manipolato o alterato, suggeriamo la lettura in classe di un racconto di Stefano Benni, intitolato Il Sondar (in L’ultima lacrima, Feltrinelli, Milano 1994).
Nel testo in questione, lo scrittore ricrea una situazione surreale in cui domina il Sondar, un dispositivo presente sulla scrivania di ogni giornalista, la cui funzione è quella di segnalare in tempo reale l’indice di gradimento degli articoli presso i lettori. Il fine dichiarato è quello di garantire la massima «obiettività dell’informazione», in realtà il “mostro” è una sorta di implacabile censore portatile. Così viene descritto dal narratore a un giovane giornalista neoassunto:
Il funzionamento è semplice: poiché negli anni passati ci sono state molte, troppe polemiche sulla scarsa obiettività dell’informazione, e su pregiudiziali atteggiamenti “anti” e “filo” governativi, il governo ha deciso di affidare la questione a un arbitro imparziale. Il Sondar, appunto […] Mentre lei lavora, giovanotto, l’istituto governativo dei sondaggi segnala al Sondar, in ogni momento della giornata, il suo indice di gradimento presso i lettori. Dopo ogni articolo, verrà fatto subito un sondaggio. Finché lei manterrà alta la sua quota di popolarità, farà parte del nostro giornale. Quando essa si abbasserà, sarà licenziato. Ricordi bene: il Sondar non perdona!
Inutile dire che Benni lancia uno sguardo molto critico su questa orribile creatura che simboleggia un mondo in cui è difficile esprimere liberamente le idee. Soprattutto ci spiega che una stampa compiacente finisce per non contare più nulla, per non avere più potere: libertà di stampa, infatti, significa libertà di criticare i poteri.