Nel documento non colgo novità rilevanti rispetto al testo del 4 settembre: i traguardi di competenza e gli obiettivi di apprendimento sono immutati, così come l’elenco delle competenze di cittadinanza, proposto in una nota del documento (pag. 11) e corredato delle definizioni ufficiali delle key competences tratte dalle Raccomandazioni del Parlamento Europeo e del Consiglio.
Le competenze chiave sono quelle di cui tutti hanno bisogno per la realizzazione e lo sviluppo personali, la cittadinanza attiva, l’inclusione sociale e l’occupazione.
Il quadro di riferimento delinea otto competenze:
• comunicazione nella madre lingua
• comunicazione nelle lingue straniere
• competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia;
• competenza digitale
• imparare ad imparare
• competenze sociali e civiche
• spirito di iniziativa e imprenditorialità
• consapevolezza ed espressione culturale.
In sintesi direi che le prime quattro rimandano a competenze culturali e disciplinari, mentre le altre quattro insistono sulla persona in quanto tale e sul cittadino.
Mentre il documento ministeriale si limita a proporre le definizioni di tali competenze, il documento europeo suggerisce anche le conoscenze, le abilità e le attitudini (ora atteggiamenti) che la caratterizzano. Il che – come scrive Maurizio Tirittico in un bell’articolo “ha un’enorme importanza perché, di fatto, liquida quel rumoroso balbettio che nella nostra amministrazione impedisce di offrire alle istituzioni scolastiche indicazioni chiare in merito a concetti con i quali, invece, scuole e insegnanti oggi devono assolutamente commisurarsi.”
Le indicazioni complete del Quadro di riferimento Europeo sono reperibili qui. Nel documento le tre dimensioni della persona formata, del lavoratore istruito, del cittadino educato sono individuate e definite in tutte le loro possibili interazioni.