Anno cruciale il 1989, e non soltanto perché cadde il muro di Berlino. Fu in quell’anno infatti che alcuni ricercatori del Cern di Ginevra misero a punto un software in grado di facilitare lo scambio di dati tra i diversi uffici e su piattaforme diverse, gettando le basi per quello che sarebbe diventato il web.
Non vedevo l’ora di testarlo. Tanto che – per vederlo in azione - avevo deciso di indirizzare le mie richieste a Google.com e di privilegiare i risultati in inglese.
Con il web il modo di lavorare della redazione è profondamente cambiato, e spesso, guardando al passato, ci chiediamo come sia stato possibile fornire un prodotto dignitoso senza le migliaia di pagine di documenti e di immagini disponibili in rete.
Qualcuno forse ricorda il “Nonno multimediale”, ironico anticipatore televisivo delle fratture culturali tra le generazioni determinate in modo definitivo dalle tecnologie digitali.
Il modello “negoziale”: una tecnologia costruisce il proprio modello d’uso, e di conseguenza il proprio livello di penetrazione, in rapporto al senso operativo e al significato emotivo e culturale che concretamente ed effettivamente le assegnano utenti e consumatori.
Un concorso, indetto dalla NASA e rivolto agli alunni di tutto il mondo con meno di diciotto anni, invita a trovare il nome di un asteroide protagonista di una missione prevista per il 2016.